Marco Bonarrigo per "www.corriere.it"
Ultimi in ordine di tempo, diffusi via Twitter, quelli di Enric Mas, giovane e grandissimo talento del ciclismo spagnolo. Più che due polpacci, quelli del corridore della Deceuninck-Quick Step sembrano due rami del più nodoso, contorto degli alberi. Le vene paiono esplodere sulla superficie della pelle formando nodi, scavando canali e anse contorte.
«Sto lavorando duro per ottenere le stesse gambe dell’anno scorso», twitta Mas dal ritiro invernale spagnolo del team. Prima di lui avevano sconvolto i social le immagini delle gambe di Chris Froome, Pawel Poljanski, Antoine Duchesne, Tomasz Marczynski e tanti altri. La domanda è sempre la stessa: queste sono le gambe di un malato o quelle di un atleta sano? Perché in nessun’altra disciplina il corpo si riduce in questo modo?
La risposta, ci aiuta il dottor Roberto Corsetti, uno dei più noti medici del ciclismo italiani, è articolata. Primo, il ciclista professionista, nel pieno della stagione, è l’atleta con meno grasso corporeo in assoluto. In alcuni casi il corpo arriva ad avere solo il 4% di grasso sulla massa totale, il che significa davvero pelle & ossa.
Secondo, il flusso sanguigno che in un soggetto normale in salute arriva a 5 litri/minuto, in un corridore può raggiungere i 40 litri/minuto per molte ore al giorno e per le tre settimane di un grande giro.
Insomma, le vene si dilatano e scavano in un corpo già scarnificato di suo prendendosi tutto lo spazio che serve loro per far scorrere un fiume di globuli rossi. Impressionanti sì, patologiche no tanto che pochi giorni dopo la fine di un grande giro i polpacci tornano (quasi) normali.