ICARDI-INTER, LA TELENOVELA CONTINUA – SPALLETTI LO INVITA A RIENTRARE CON L’EINTRACHT, MAURITO SI RIFIUTA: “STO MALE” – IL BRACCIO DI FERRO CONTINUA ANCHE SUI SOCIAL: QUEL “MI PIACE” GALEOTTO A UNA FOTO DELLO JUVENTINO CANCELO – LA BANDIERA NERAZZURRA RICCARDO FERRI: “ICARDI NON PARLI D’AMORE PER L’INTER SE NON GIOCA. NON LO DAREI MAI ALLA JUVE E SU WANDA…”

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Da gazzetta.it

 

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Mauro Icardi ha detto no. Non rientra e non partirà per la trasferta in Germania di giovedì contro l’Eintracht Francoforte. Nel pomeriggio il tecnico Luciano Spalletti ha chiesto al giocatore come si sentisse e la disponibilità a tornare in gruppo. Mauro ha risposto di sentire ancora dolore e quindi si è tirato fuori dal prossimo impegno. A questo punto si rende inutile anche il summit che era previsto per domani con i dirigenti per chiarire meglio la sua situazione.

 

L’ultima partita di Icardi con l’Inter è stata il 9 febbraio, la fascia di capitano gli è stata tolta il 13 e da quel momento il giocatore (adducendo un cronico dolore al ginocchio) ha iniziato la fisioterapia ed è diventato indisponibile. La battaglia tra il club e il giocatore non sembra trovare vie d’uscita mentre proseguono sui social lettere, messaggi e post del capitano e della sua moglie-agente Wanda-Nara. Difficile prevedere le prossime mosse, ma l’assist che il club aveva fatto al giocatore chiedendogli di rientrare (anche se senza fascia) è stato per il momento rispedito al mittente.

 

 La passata stagione Icardi chiuse il campionato segnando 29 reti e vincendo la classifica cannonieri assieme a Immobile. Quest’anno in Serie A è ancora fermo a 9, l’ultimo gol risale alla sfida contro l’Udinese (del 15 dicembre) pur essendo andato a segno in Coppa Italia a gennaio contro il Benevento.

 

FERRI

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Da www.fcinter1908.it

 

 

E’ un periodo certamente avaro di buone notizie per l’Inter: sul campo, i nerazzurri di Luciano Spalletti hanno perso il terzo posto in favore dei rivali del Milan, con l’attesa per il derby del 17 marzo che cresce ogni minuto di più. Come se non bastasse la batosta di Cagliari e l’incubo sorpasso, l’Inter, fuori dal campo, deve fare i conti ormai da settimane con il problema Icardi, ancora fuori dopo la decisione della società di togliergli la fascia di capitano. La situazione sembra tutt’altro che vicina a una svolta positiva, e all’orizzonte le nubi si fanno sempre più minacciose. La frattura pare insanabile, come pare certo pure l’addio a fine stagione. Ne abbiamo parlato con Riccardo Ferri, che FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva.

 

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Buonasera Riccardo. Partiamo dal campo: come si spiega il passo indietro di Cagliari?

La squadra ha perso quell’anima che l’aveva contraddistinta nelle ultime uscite, ogni tanto in questa stagione ricapita. Quando ciò accade, la squadra perde identità nei singoli e nel collettivo. La difesa si è mostra anche vulnerabile, nonostante abbia un reparto fra i più forti in Italia. Quando si parla di questo argomento, però, è bene fare un discorso generale. Le ultime uscite avevano dato un valore diverso a questa squadra, con la reazione di alcuni singoli come Perisic, Lautaro Martinez, Vecino, Politano, Brozovic. Dare una spiegazione precisa sarebbe bello, ma secondo me tutto dipende da tanti piccoli fattori che vanno a condizionare la testa e le gambe di alcuni giocatori.

 

A fine 2018 l’Inter era a +8 sul Milan e ora si trova un punto dietro. Un rallentamento che forse si potrebbe spiegare anche con i 16 (troppi) punti persi contro le squadre della parte destra della classifica.

Diciamo che questa squadra ha dimostrato di saper trovare grandissime motivazioni quando affronta formazioni che lottano per gli stessi traguardi o, per assurdo, anche contro squadre al momento imprendibili come Juventus e Napoli. Riesce a trovare quella grinta necessaria per mettere a trovare sotto gli avversari, come abbiamo visto fare anche contro i bianconeri.

 

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I tanti punti persi quest’anno contro le squadre di bassa classifica si possono spiegare anche con dei cali di tensione che questa formazione ha. Poi, il fatto che il Milan abbia recuperato è un fatto di cui va dato grande merito ai rossoneri, che stanno attraversando un periodo straordinario. Intanto, con un grande mercato di gennaio: Piatek e Paquetà hanno dato qualcosa in più alla squadra. E poi, nei momenti difficili, la squadra ha mantenuto sempre un atteggiamento propositivo, unito, senza nessuno che puntasse il dito contro l’altro. Sono andati avanti con cultura del lavoro e di questo va dato grande merito all’allenatore.

 

A proposito di questo, quante colpe ha secondo lei Luciano Spalletti in questo momento?

Penso sempre che dare le colpe solo ed esclusivamente all’allenatore sia un qualcosa di riduttivo. Sicuramente Spalletti avrà le sue colpe, come però ha avuto grandi meriti all’inizio della sua avventura all’Inter, riuscendo subito a dare un’identità alla squadra e riuscendo al contempo a rimotivati giocatori demotivati. Non credo che Spalletti abbia mai detto ai suoi giocatori ‘oggi la vinciamo perché siamo l’Inter’, ha troppa esperienza. Credo che trasferire senso di appartenenza e mentalità non sia solo un lavoro tecnico, ma più generale, e credo che l’Inter stia lavorando in questo senso. Chi arriva a San Siro, ad Appiano Gentile e veste quella maglia deve sentirne il peso addosso, deve sentirne la responsabilità indipendentemente da chi affronta.

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Secondo lei, anche a fronte di tutte le problematiche che ci sono, l’Inter rimane una favorita per prendersi uno dei due posti disponibili in Champions League?

Essere favoriti non basta. Bisogna confrontarsi e guadagnarsi quel titolo sul campo. Penso che l’Inter abbia tutte le carte in regola per raggiungere il terzo posto. Non per mancare di rispetto al Milan, ma credo che i nerazzurri individualmente abbiano qualcosa in più. Detto questo, per raggiungere degli obiettivi bisogna ragionare da squadra e non individualmente. Non deve succedere che questa squadra spenga il motore e vada a vampate.

 

Da questo punto di vista, il derby del 17 marzo potrebbe dare una grossa svolta alla stagione…

Ma prima del derby c’è la SPAL. Una partita da vincere con l’atteggiamento giusto. E una gara che, considerati i precedenti, ha delle difficoltà oggettive. Poi bisogna vedere cosa farà il Milan contro il Chievo, una trasferta non facile. Poi, il derby sarà sicuramente una partita spartiacque, ma non bisogna dimenticare che quella con la SPAL sarà una partita delicata. Durante la settimana bisogna abbassare i toni e trovare le motivazioni.

 

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Veniamo al caso Icardi. Cosa ne pensa della lettera di qualche giorno fa?

Al di là dei social, condivido con il popolo nerazzurro la speranza che Icardi torni a fare il calciatore e lo faccia con un atteggiamento propositivo. Dichiarare amore verso una persona e non fare poi un passo per avvicinarsi è una cosa che stona un po’. Succede anche nelle relazioni personali. Se Icardi ha tutto questo amore nei confronti della maglia, della società e della storia e vuole mettere un sigillo sulla storia dell’Inter deve tornare a fare il calciatore. Farlo significa rimettersi a disposizione del gruppo e dell’allenatore. E giocare, cercando di essere più produttivo possibile, provando a raggiungere gli obiettivi comuni. Se Icardi si mette in disparte, il suo atteggiamento stona con le parole della lettera. Non voglio giudicare la persona, perché non conosco Mauro personalmente, ma voglio vedere quello che fa in campo.

 

Abbiamo ascoltato a Tiki Taka la sua posizione nei confronti di Wanda Nara, ma sembra che dall’altra parte ci sia un muro…

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Quello che volevo dare era semplicemente un consiglio alla moglie e agente di un professionista, ma è chiaramente lui che deve decidere e ‘chiudere il rubinetto’, come si suol dire. Deve mettersi lui a disposizione degli altri, e non il contrario. Quando si parla di amore, ci si deve chiedere: cos’è la cosa più importante in amore? Mettersi completamente a disposizione dell’altro. In questo caso, dall’altra parte c’è l’Inter, Se l’ama davvero, che dia il suo contributo affinché questo rapporto torni a essere reali e che si raggiungano dei risultati importanti.

 

In compenso, Spalletti ha trovato un ottimo Lautaro…

Sì, Lautaro è un buon giocatore. Ma solo con lui non si arriva a fine stagione. Dunque, Spalletti deve cercare di avere a disposizione più giocatori di qualità possibili. L’uomo più decisivo dell’Inter degli ultimi 5-6 anni è fuori, e non per motivi fisici.

Lei lo farebbe lo scambio Icardi-Dybala?

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Premesso che non è nelle mie competenze, dico che dipende anche dagli obiettivi della società e da quello che vuole costruire. Personalmente, non lo darei mai alla Juventus, per tanti motivi. Se fossi l’Inter, cercherei di non darlo ai bianconeri. Ma la società è preparata per prendere la decisione più giusta. A volte bisogna anche cedere di fronte a determinate situazioni.

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