“IL NAPOLI? NON È UN’OCCASIONE PERSA” – VINCENZO ITALIANO, TECNICO DELLA FIORENTINA RIVELAZIONE, A TUTTO CAMPO: “LE SCOMMESSE? CHI SBAGLIA DEVE ESSERE PUNITO” - "SIAMO IN CORSA SU TRE FRONTI, DOVREMO SCEGLIERE. ARRIVIAMO DA DUE FINALI PERSE” (CERTO, SE UNO TIENE LA LINEA DEI DIFENSORI A CENTROCAMPO PURE NEGLI ULTIMI MINUTI…) - IL RAPPORTO CON COMMISSO: “QUANDO GLI HO DETTO DI AVER DATO ALLA SQUADRA TRE GIORNI DI RIPOSO MI HA GUARDATO STRANO, GLI SEMBRAVA UNA FOLLIA. GLI HO SPIEGATO CHE…”

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Paolo Brusorio per “la Stampa” - Estratti

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Perché uno come Bellingham ce l'ha l'Inghilterra e non l'Italia?

«Mamma mia che giocatore. Sa fare tutto, ha personalità ed è strafottente il giusto. Basta vedere come si è inserito nel Real Madrid per capirne le qualità. C'è stato un momento in cui i fenomeni nascevano da noi, è ciclico, ora tocca all'Inghilterra. Bravi loro e bravissimo il Real, per una volta tanti soldi spesi benissimo».

 

(…)

Il tecnico si sente superiore ai giocatori che allena?

«Non è questione di superiorità, ma proprio di diversità. L'allenatore ha responsabilità enormi rispetto a chi gioca. E se prima sei stato calciatore lo capisci meglio e più in fretta».

 

Ha imparato più dalle vittorie o dalle sconfitte?

«Ho imparato a non essere umorale. Fa solo danni. Ma è dalle sconfitte che trai insegnamenti».

 

La sconfitta più utile?

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«Rimaniamo a quest'anno. La Fiorentina ha perso 4-0 a San Siro con il Milan. Quel giorno abbiamo sbagliato approccio, conduzione della partita. Abbiamo analizzato nei dettagli quanto accaduto, sarà un caso ma da allora non si è più perso. Cosa che ricapiterà, ovvio, ma non credo per colpa degli stessi errori».

 

«Dai giocatori mi è successo di imparare molto, quando è capitato però l'ho vissuto come un mio limite»: sono parole di Guardiola. Le condivide?

«Sì, nella prima parte. I giocatori ti danno una marea di informazioni. Non su come allenarli, ma più su come approcciarli, su come entrare nella loro testa. Non mi sembra un limite sfruttare certe informazioni».

 

Testa, fisico e piedi: da dove si comincia ad allenare?

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«Dalla testa. Quando ti presenti devi colpire i giocatori, devi portarli dalla tua parte prima ancora di entrare in campo».

 

Italiano tecnico-psicologo?

«Allenare è un mestiere complesso. In tanti ti bussano, ti chiedono un colloquio individuale. Mi sono reso conto di come la gestione mentale valga quanto quella tecnica».

 

Il caso scommesse ci parla solo dei calciatori o anche di una generazione problematica?

«Sono errori e debolezze individuali, non mi piace che venga infangato tutto il nostro mondo, ma una cosa deve essere chiara: il calciatore non può scommettere e se lo fa deve essere punito. Dobbiamo saper evitare certe tentazioni perché siamo privilegiati e sulla bocca di tutti. Ogni nostro comportamento viene analizzato in maniera diversa».

 

Che cosa significa allenare a Firenze?

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«Qualcosa di diverso. Sai a che cosa vai incontro se scegli Firenze: hanno avuto Baggio, Batistuta, la curva canta un coro per lo scudetto del 1956. La maglia viola qui è una ragione di vita. Oggi siamo terzi e ci godiamo il risultato, ma ci vuole molta umiltà. Questo è il mio trentesimo anno nel calcio, sono uscito di casa che ne avevo 15 e sa che cosa le dico?».

 

Che cosa?

«Che mi rilasso solo quando metto i piedi sotto la sabbia al mare».

 

Con Commisso è difficile staccare la spina. Quante volte vi sentite alla settimana?

«Quando è in Italia ci vediamo tutti i giorni. Prima di parlare con lei abbiamo pranzato insieme. Ci ha messo a disposizione una meraviglia come il Viola Park, sono certo che allenarci qui vale qualche punto in più»

 

Incomprensioni con Commisso?

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Ride: "Quando gli ho detto di aver dato alla squadra tre giorni di riposo mi ha guardato strano, gli sembrava una follia. Gli ho spiegato che il riposo fa parte del lavoro e forse l'ho convinto. Forse».

 

Ha detto Ancelotti a proposito di Ronaldo: «Inutile chiedergli sacrifici, meglio chiederne il doppio agli altri». Unica strada per allenare un talento?

«I singoli fanno ancora la differenza, ma devono stare dentro un'organizzazione. Può anche stare libero un attaccante, ma nel calcio di oggi i 10 giocatori di movimento devono essere organici».

 

Vale per tutti?

«Per tutti tranne che per Ronaldo e Messi».

 

Quando sente che ci si accapiglia tra risultatisti e giochisti si fa una grassa risata?

«Siamo tutti risultatisti: come ci si arriva fa la differenza».

 

(...)

Tolga la Fiorentina e la serie A: che cosa la diverte?

«Tutta la Premier League».

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A fine stagione sarà contento se la Fiorentina...?

«Arriviamo da due finali perse, ora siamo in gara ovunque e dovremo scegliere. Vorrei migliorare il settimo-ottavo posto dello scorso anno. Vincere a Napoli ci ha dato una convinzione importante».

A proposito: per lei Napoli è un'occasione perduta?

«No, lo stadio dove ho vinto quattro volte su 5».

 

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