Daniele Sparisci per il "Corriere della Sera" - Estratti
Toccare il fondo, in senso letterale. Il Gp ad Austin è stato un salto senza paracadute per Charles Leclerc, precipitato dalla pole al sesto posto con la strategia sbagliata, fino alla squalifica. E a -20 punti da Carlos Sainz, promosso sul podio grazie all’esclusione di Hamilton che era arrivato secondo dietro a Verstappen. Il plank-gate ha scosso Ferrari e Mercedes, aggiungendo agli svarioni dei rispettivi muretti altri errori, ben più gravi, nella preparazione delle monoposto.
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A corsa finita, i tecnici federali guidati da Jo Bauer si presentano nel box rosso, effettuano una verifica sulla tavola di resina (il plank, appunto) posta a protezione del pavimento della vettura. Poi tornano, si fanno smontare il pezzo e lo esaminano con un micrometro. Le misure non tornano, parliamo di sforamenti sull’ordine dei decimi di millimetro, ma comunque sufficienti a far scattare la squalifica, sanzione prevista dal regolamento per chi viene pescato con una tavola di spessore inferiore ai 9 mm.
(…) La prova è nel fatto che per una violazione in fotocopia siano state estromesse dalla classifica due monoposto con concetti e prestazioni differenti, insomma non sembra sia stata una furbata. La sensazione nel paddock è che se i controlli a campione fossero stati estesi oltre le quattro macchine (Verstappen e Norris erano ok) altri non li avrebbero passati. Ferrari e Mercedes hanno presentato giustificazioni identiche: colpa del format sprint che prevede un solo turno di libere prima di qualifiche, qualifiche shootout, mini-Gp e Gp lungo. In quella sessione gli ingegneri deliberano l’assetto.
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La Ferrari, che nei mesi scorsi aveva registrato altri allarmi sull’usura, in Austria (anche lì era un weekend sprint), stavolta — come la Mercedes — ha sbagliato i calcoli sull’altezza minima tollerata, pensando troppo a guadagnare in velocità sul giro singolo. Lo hanno ammesso il ds Diego Ioverno («Abbiamo alzato la macchina dopo le libere, ma non è bastato») e il team principal Toto Wolff («Altri erano in regola, noi no: impariamo la lezione»).
La brutta figura resta, ma con la squalifica di Hamilton il Cavallino ha guadagnato punti sulla Mercedes. Anche se è un po’ difficile da spiegare a Leclerc che sognava di vincere.