Non era Vilda il problema. Non solo, almeno. “E la soluzione non è solo licenziare Rubiales, Vilda o qualcun altro. Il problema di fondo è molto più grande, è culturale, è il sistema all’interno della Federcalcio spagnola”.
Vero Boquete, una delle giocatrici simbolo degli ultimi dieci anni della nazionale spagnola campione del mondo, racconta a The Athletic la “storia”, il passato del polverone che adesso sta investendo il calcio spagnolo, da Rubiales in giù. Storie che sembrano provenire da un secolo fa.
Per esempio: dopo l’eliminazione della Spagna dalla Coppa del Mondo femminile nel 2015, gli alti funzionari della Federazione incontrano le giocatrici prima che tornassero a casa dal Canada.
“Ricordo ancora quello che ci disse uno dei massimi dirigenti della Rfef dopo che fummo eliminate”, dice Vero Boquete. Disse: “È così che ci ripagate per avervi portato qui: sprecando il nostro tempo invece di stare con le nostre famiglie in modo che poteste divertirvi per un po?”
“Ancora oggi questa è la mentalità della maggioranza delle persone all’interno della federazione; non ci vedono come calciatrici. Questo è quello che ho vissuto durante i miei 14 anni con la Nazionale ed è quello che vedo ancora oggi”.
Boquete ora ha 36 anni e gioca nella Fiorentina, ha spiegato tutto in una intervista radiofonica. All’epoca l’allenatore della nazionale era lì da ben 27 anni. “Quereda era dittatoriale. Aveva tutto il potere. Era il capo assoluto di tutto il calcio femminile. Sapevi che avresti dovuto ascoltare grida, che avresti dovuto sentire cose che, a livello personale, non ti sarebbero piaciute”.
Alicia Fuentes aveva 17 anni quando fu convocata nella squadra di Quereda per il suo debutto in nazionale. “Una delle prime volte che ci siamo incontrati è stato in un ascensore. C’erano diverse giocatrici, membri dello staff tecnico e un dirigente. Si è rivolto a me e mi ha chiesto: «Sai come i galli ingravidano le galline?». Mi sono bloccata, non sapevo se me lo stava chiedendo. «Sì, dico a te, la ragazza di campagna», disse. Risposi che non lo sapevo. Si avvicinò a me e con le dita cominciò a colpirmi sulla nuca. Me lo ha fatto diverse volte. Pensava che fosse uno scherzo. Sapevamo tutti quale fosse la connotazione: come se lui fosse il gallo e io la gallina”.
“Un altro giorno, è venuto da me e mi ha dato un pizzicotto sul culo. Alla fine volevo solo passare inosservata, avere meno dialoghi possibili con lui”.
Non è che non l’abbiano denunciato, negli anni scorsi. C’è un libro del 2021, No las llames chicas, llamalas futbolistas, scritto dalla giornalista spagnola Danae Boronat, nel quale il portiere Ainhoa Tirapu racconta che Quereda, dopo averla lasciata fuori squadra per un partita, le disse: “la prossima volta mostra un po’ di scollatura”. All’epoca aveva 23 anni.
ignacio quereda tira le orecchie a una calciatrice
E c’è anche un documentario, Romper el Silencio, prodotto da Movistar Plus+ e trasmesso per la prima volta nel 2021, nel quale ci sono immagini di Quereda che pizzica il viso di Tirapu mentre sembra sofferente e a disagio. Molte altre giocatrici vengono umiliate perché le vengono pizzicate le orecchie. Natalia Pablos era una di queste: “Le orecchie tirate, gli urli, lui che fa commenti sul peso di alcuni giocatrici: abbiamo normalizzato tutto. Diceva a una giocatrice che aveva un ‘culo come un’arena’”.
Quando la squadra alloggiava in albergo, Quereda chiedeva alle giocatrici di tenere aperte le porte delle loro stanze fino a mezzanotte. Percorreva i corridoi, entrando nel loro spazio privato senza permesso. Chiedeva loro anche di mostrare il contenuto delle borse”.
Dopo la protesta, Quereda venne sostituito. Le giocatrici sentivano di aver ottenuto qualcosa… Al posto di Quereda fu preso da Jorge Vilda. E non cambiò niente.
“Almeno Quereda potevi provare a capirlo, veniva dal fronte. Come capitano, ho avuto molte conversazioni e discussioni con lui. Era di una generazione molto diversa con una mentalità molto diversa. Non voglio assolverlo per alcune cose, ma capisco che nel periodo sociale in cui è cresciuto… vivevamo in realtà diverse. Ma non con Jorge. Un ragazzo di sei anni più grande di me, senza alcuna esperienza (a livello internazionale senior). Eravamo tutte felici di avere finalmente un cambiamento. Fin dal primo momento abbiamo visto che in realtà non ce n’era stato nessuno”.
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