Federica Cocchi per gazzetta.it
Non proprio un hotel di lusso, e nemmeno lontanamente paragonabile a quelli che Novak Djokovic e gli altri colleghi top player sono soliti frequentare. Il Park Hotel dove il numero 1 al mondo è "detenuto in attesa di giudizio" si trova su on Swanston Street a Carlton, ed è utilizzato dall'ufficio immigrazione australiano per alloggiare i richiedenti asilo e le persone che non sono in regola con visto.
Secondo quanto racconta il quotidiano di Melbourne, The Age, si tratta principalmente di persone che da Papua Nuova Guinea cercano di entrare in Australia. Ultimamente, poi, al Park Hotel è stato anche rinvenuto un focolaio di Covid tra gli ospiti e sarebbero anche scoppiati degli incendi con i detenuti che sarebbero stati evacuati in manette.
Sempre secondo il quotidiano australiano, ai rifugiati sarebbe stato distribuito cibo infestato da larve. Insomma, una specie di girone dantesco che, prima di riaprire nel 2021 col nome di Park Hotel, era noto come the Rydges Swanston, focolaio della seconda ondata di covid nello stato di Victoria.
Attualmente nell'hotel si trova una trentina di richiedenti asilo, trasferiti in Australia per cure mediche e reduci da anni di detenzione nei loro paesi. Il fratello di Nole, Djordje ha raccontato che il campione di 20 Slam è stato portato in una stanza sporca senza nulla dei suoi averi, mentre la stampa serba riferisce che nella stanza c'erano alcuni scarafaggi. Il segretario per gli affari esteri serbo, Nemanja Starovic, ha fatto richiesta all'ambasciatore serbo in Australia affinché il numero 1 al mondo venga trasferito in un luogo "consono al più forte sportivo al mondo". La risposta? No. Djokovic resterà lì, senza poter far uso delle strutture sportive, fino a lunedì, data della sentenza.
NOLE AI TIFOSI: "GRAZIE PER IL SUPPORTO"
Federica Cocchi per gazzetta.it
"Novak Djokovic non è detenuto. Può lasciare il paese quando vuole e la polizia di frontiera farà di tutto per agevolare la sua partenza", parola del ministro degli interni australiano Karen Andrew che ha anche confermato le indagini sul visto di almeno altri due "individui" che avrebbero un visto irregolare. Ma al di là della possibilità, concreta, di saltare l'Australian Open stroncando sul nascere la possibilità di rincorrere un'altra volta il Grande Slam, e rischiando il trono mondiale, Nole partito per Melbourne sicuro di un'esenzione medica, rischia ben di più. Secondo la legge australiana, molto rigorosa in termini di politiche di immigrazione, chi viene trovato con visto irregolare rischia tre anni di "squalifica", ovvero di non poter fare più ingresso sul territorio australiano. Confinato nel suo hotel, Nole ha mandato un messaggio social ai tifosi di tutto il mondo: "Grazie per il vostro supporto".
proteste pro djokovic in serbia
LE PAROLE DI JELENA
Intanto la mobilitazione di fans e manifestanti sotto il Park Hotel di Melbourne, dove si trova il campione serbo continua e la polizia della città nello Stato di Victoria ha anche dovuto intervenire. I media australiani parlano di arresti dei manifestanti più violenti, mentre la richiesta di Djokovic di spostarsi in un luogo in cui possa allenarsi nel caso la situazione si risolvesse a suo favore, è stata negata.
La moglie di Novak, intanto si è fatta sentire sui social. In un tweet nel giorno del Natale ortodosso, ha voluto ringraziare chi si sta mobilitando per il marito: "Grazie a tutti voi che state facendo sentire l'amore per mio marito. Sto cercando di respirare profondamente per mantenere la calma e cercare di comprendere quello che sta accadendo. Credo che l'unica legge che tutti debbano rispettare, attraverso qualunque confine, sia quella dell'amore e del rispetto per gli esseri umani. Amore e perdono non sono mai un errore ma una grande forza".
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Intanto anche Nick Kyrgios, solitamente molto duro nei confronti di Djokovic, ha voluto testimoniare la sua solidarietà al giocatore serbo: "Io sono assolutamente d'accordo che il covid vada affrontato e combattuto, e infatti sia io che la mia famiglia ci siamo vaccinati per difendere noi stessi e il prossimo, ma ritengo che il mondo in cui l'Australia si stia comportando con Nole sia davvero pessimo. Nole è uno dei più grandi campioni di sempre, e soprattutto è un essere umano: cercate di comportarvi meglio".
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LA VISITA DEL SACERDOTE
Novak Djokovic, considerata la festività religiosa, ha potuto ricevere la visita di un sacerdote della chiesa ortodossa serba della Santissima Trinità di Melbourne che ha prima chiesto il permesso alle autorità per l'immigrazione: "Il nostro Natale è ricco di molte usanze ed è così importante che un prete lo visiti - ha detto il decano della chiesa, Milorad Locard -. L'intera situazione è spaventosa e che Nole abbia trascorso il Natale in punizione... è assurdo".
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