Marco Guidi per gazzetta.it
La Befana porta in dote all'Inter la prima vittoria a Napoli dall'ottobre 1997. Un bel regalo nella calza, accompagnato dal dolce ritorno in vetta con la Juve. Una prova di forza importante, favorita anche da errori marchiani dei padroni di casa, va detto. Tre gol su tre arrivano da topiche azzurre, ma il successo della banda Conte è netto e incontestabile.
Gattuso sceglie Hysaj in difesa, accentrando Di Lorenzo al fianco di Manolas. Una soluzione sperimentata con successo nel secondo tempo col Sassuolo. Non c'è Mertens, Lozano va in panchina e si torna all'antico con il tridente Callejon-Milik-Insigne. Conte risponde con un paio di scelte a sorpresa: Bastoni e non Godin nei tre dietro, Vecino e Gagliardini ai lati di Brozovic in mediana, con i recuperati Sensi e Barella in panchina.
SPETTACOLO
Pronti e via, si capisce subito che sarà una serata scoppiettante. Prima Milik di testa alza troppo la mira da posizione invitante (2'), poi Lukaku (in fuorigioco) salta anche Meret, prima di vedersi respinto il sinistro da Di Lorenzo sulla linea (3'). La partita è divertente, perché l'Inter alza il pressing e presiede meglio il campo, ma il Napoli quando supera la prima trincea trova spazi per far male. All'8' solo un controllo fallace di Insigne solo davanti ad Handanovic rovina una ripartenza da manuale condotta da Zielinski.
A rompere l'equilibrio è un episodio: Di Lorenzo scivola in un banale disimpegno nel giro palla, dando il via libera a Lukaku. Il belga porta palla, Hysaj rincula troppo e gli lascia la fuga sul sinistro, chirurgico dai 16 metri a baciare il palo e finire in fondo al sacco. È appena il 14', ma il Napoli accusa il colpo, perché ora i nerazzurri possono abbassare il baricentro, complicando il palleggio azzurro e lasciando Lukaku e Lautaro in avanti a orchestrare il contropiede. Meret nega il raddoppio proprio a Vecino e all'argentino, prima di capitolare di nuovo al 33'.
A dirla tutta, il giovane portiere azzurro ci mette molto del suo: Lukaku entra in area dalla sinistra e tira forte, ma centrale, Meret cerca la respinta e di fatto si fa trapassare dal pallone. Partita finita? No, perché l'Inter abbassa un poco la tensione e la squadra di Gattuso ne approfitta subito. Handanovic salva su Insigne, ma al 39' non può nulla sul facile tocco ravvicinato di Milik, ben servito da Callejon dopo il lancio di Zielinski. E prima dell'intervallo, il polacco ha anche la palla del 2-2, su pennellata di Mario Rui, ma cicca il colpo di testa.
RIPRESA— Intuito il pericolo, l'Inter riparte con un po' più di attenzione, anche se una palla persa sanguinosa di Brozovic consente a Insigne di arrivare al tiro col sinistro (largo). Gli uomini di Conte si abbassano ulteriormente e il tecnico non la prende benissimo.
Per cambiare l'inerzia, ecco Barella per Gagliardini. L'ex Cagliari si fa subito ammonire, era diffidato e salterà l'Atalanta. Al 17', il Napoli si fa ancora male da solo: cross di Vecino, Manolas in scivolata accomoda il pallone a Lautaro che ringrazia infilando Meret d'esterno. Tre gol subiti, tre errori grossolani. Troppi per poter tener testa alla cinica Inter di questa stagione. E il 3-1 segna irrimediabilmente la partita, perché i padroni di casa non hanno più la forza per risalire e il San Paolo si spegne letteralmente.
A riaccenderlo, solo sporadiche proteste, scaramucce in campo (Conte ammonito) e la traversa su punizione di Insigne a un quarto d'ora dal termine. Nel finale Handanovic è bravo sul tiro dalla lunga distanza di Zielinski, mentre Llorente alza la mira di testa sul cross di Lozano. Il canto del cigno per il Napoli di Gattuso, l'Inter può festeggiare tre punti e ritorno in vetta a braccetto con la Juve.