"NON È BELLO PER UN CAMPIONE OLIMPICO" - TAMBERI CAMPIONE ITALIANO AGLI ASSOLUTI DOPO UN DUELLO SENZA ESCLUSIONE DI COLPI CON FASSINOTTI! "GIMBO" RIFIUTA DI DARE LA MANO AL RIVALE, LO SFANCULA CON TANTO DI GESTO ED È PUNITO - "M'HA DETTO 'TANTO NON SALTI PIÙ'". LA REPLICA: “IO NON ME LA SONO NEMMENO PRESA: FACCIA QUEL CHE VUOLE, COME SEMPRE. MA SIAMO ADULTI…” - VIDEO

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Andrea Buongiovanni per gazzetta.it

 

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L’ultima giornata degli Assoluti è nel segno delle donne. In testa Elena Vallortigara che, sulla pedana dell’alto, vola (fino a 1.98). Come invece non riesce a fare Gimbo Tamberi, il più atteso del pomeriggio. Il campione olimpico vince il sesto titolo italiano all’aperto, ma non va oltre 2.26.

 

E dopo ben quattro errori alla quota. Quattro, sì. Perché in vetta alla classifica, superati 2.23, l’anconetano è appaiato a Marco Fassinotti. E qui, contrariamente a quanto accaduto ai Giochi con Mutaz Barshim, si va agli spareggi. Entrambi sbagliano appunto una quarta volta 2.26 e, poi, superano a 2.24. Si torna a 2.26: il piemontese fa nullo, il marchigiano va oltre l’asticella. Non basta per vincere la gara, perché l’australiano Starc, pur fuori classifica, il 2.26 lo ha centrato nei tempi opportuni. Poi...

 

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IL BRUTTO EPISODIO—   Una serata segnata da un brutto episodio, al di là di chi siano le colpe, che a Tamberi costa un cartellino giallo per comportamento antisportivo (“gesto plateale”), come da foglio gara ufficiale. Si vede Fassinotti che va a dare la mano al rivale e il rivale che lo allontana il malo modo. “Sono stato io a provare a salutarlo – sostiene Gimbo – e lui, come già altre volte in passato, mi ha apostrofato con una frase infelice. ‘Tanto non puoi saltare più mi ha detto, ben sapendo che il mio solo obiettivo di giornata era andare molto più in alto”. In ogni caso – anche se poi sul podio gli atteggiamenti sono stati più cordiali - un episodio da dimenticare, anche perché avvenuto sotto gli occhi di tanti giovani, ai quali poi Tamberi si è peraltro concesso con la consueta generosità.

 

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"Ho sentito che chiedeva di proseguire - riferisce il portacolori dell’Aeronautica - per chiarirgli la situazione senza che si innervosisse ulteriormente, gli ho solo detto “Non credo che si possa”. Tutti, comunque, hanno visto come è andata. Io non me la sono nemmeno presa: faccia quel che vuole, come sempre. Ma siamo adulti: ho persino chiesto che non gli venisse dato il giallo, che per me l’accaduto non era un problema. Non è bello per un campione olimpico. La decisione di proseguire? Non ci siamo parlati: a me stava bene, penso anche a lui". Resta che il poliziotto, pensando ai Mondiali, vive un momento difficile. “Ho problemi tecnici – ammette – e in più il fastidio all’inserzione della gamba sinistra, quella di stacco, non mi fa stare sereno. Non è nulla di grave, ma mi condiziona negli ultimi tre appoggi. Spero di risolvere il tutto in fretta e che la maglia azzurra, come tante altre volte, mi consenta di cambiare pelle”.

 

 

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CHE VALLORTIGARA!—   Molto meglio va alla Vallortigara. La vicentina firma la seconda prestazione mondiale stagionale. Solo una volta, nel corso della carriera, ha fatto meglio. Il 22 luglio 2018, quando all’Olimpico di Londra, saltò un enorme 2.02. Poi diversi 1.96 e tanti guai fisici. Fino a questa definitiva resurrezione che la proietta verso risultati internazionali importanti. Nel mondo, all’aperto, quest’anno solo l’ucraina Yaroslava Mahuchikh, con un 2.01 e un 2.03 in attesa di omologazione, ha fatto meglio. “Ho trovato una nuova stabilità – dice la carabiniera – e ai Mondiali spero proprio di entrare in quella finale che, nelle rassegne internazionali assolute, mi è sempre sfuggita”.

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LE ALTRE—   Si diceva delle donne. Ayo Folorunso, nei 400 ostacoli, con 54”60, centra la seconda prestazione italiana all-time, a 6/100 dal record di Yadi Pedroso del 2013. Daisy Osakue lancia il disco a 63.24: solo lei stessa e Agnese Maffeis, con 63.66, han fatto meglio nella storia tricolore della specialità. Cresce di sei centimetri Larissa Iapichino che vince il titolo con 6.64 e conquista punti per il ranking che dovrebbero garantirle la conferma tra le “ripescate” per i Mondiali. Chiara Rosa, all’ultima gara di una carriera durata 27 anni, vince il 30° “scudetto”.

 

E, con le sue parole, commuove. Piacciono Dalia Kaddari (22”87/+0.6 nei 200) e Alice Mangione (51”65 nei 400). Meno gloria in campo maschile. Soprattutto perché nei 400 di Edo Scotti (45”69), dopo i recenti botti, si fa male Ale Sibilio che si ferma dopo 200 metri. Si teme un serio infortunio al retto femorale. Piace, su tutti, Nick Ponzio: 21.34 nel peso.

 

Ora l’attesa si sposta sulla composizione della squadra per Eugene. Con tutte le cinque staffette coinvolte, sarà composta da una sessantina di atleti. Il consiglio federale, riunito lunedì a Roma, la definirà in attesa dell’ufficializzazione dei target number di giovedì. Per i nomi degli staffettisti, invece, con ogni probabilità si attenderà la fine dei Giochi del Mediterraneo.

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