“Suarez non spiccica una parola d’italiano, ma se lo bocciate ci fanno gli attentati”. È quanto emerge dalle intercettazioni della Procura di Perugia che indaga sulla presunta irregolarità dell’esame d’italiano sostenuto dal calciatore del Barcellona.
Luis Suarez avrebbe dovuto passare, senza incontrare alcun ostacolo, la prova di esame per la lingua italiana. Secondo la procura di Perugia e la Guardia di Finanza, che hanno messo sotto inchiesta anche i vertici dell’Università per stranieri (Giuliana Grego Bolli, Simone Olivieri, Stefania Spina, Lorenzo Rocca e Cinzia Camagna) c’era un accordo illecito che avrebbe consentito al calciatore di superare il test (necessario per avere la cittadinanza italiana da usare poi per motivi professionali) senza dover studiare.
Le intercettazioni, riportate nel decreto di perquisizione, sono indicative della farsa che era stata messa in piedi per agevolare Suarez: “Comunque, allora, tornando seri - dice un interlocutore all’indagata Spina - hai una grande responsabilità perché se lo bocciate ci fanno gli attentati terroristici”.
E Spina: “Ma te pare che lo bocciamo! Oggi ho chiamato Lorenzo Rocca che gli ha fatto la simulazione dell’esame e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l’esame! Oggi c’ho l’ultima lezione e me la devo preparare perché non spiccica na parola”.
L’interlocutore: “E che livello dovrebbe passare questo ragazzo... B1?”. E Spina “non dovrebbe, deve, passerà perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glielo puoi far saltare perché non ha il B1″.
Inoltre Suarez avrebbe comunque passato l’esame di italiano “anche se non coniuga i verbi, parla all’infinito”. Così, ridendo, sosteneva Stefania Spina mentre conversava con un interlocutore senza sapere di essere intercettata.
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