"TITE-NIC" BRASILE – ZAZZARONI IRONIZZA SULLA DISFATTA VERDEORO COL CT TITE CHE LASCIA L’INCARICO. "A SEGNARE IL GOL DEL PARI NEI SUPPLEMENTARI PER LA CROAZIA QUEL BRUNO PETKOVIC CHE QUANDO ARRIVÒ NEL NOSTRO PAESE NON AVEVA I SOLDI PER MANGIARE" – LA PRESA IN GIRO DI ADANI SU “STEVEN BERGHUIS, DE AMSTERDAMSE KLOMP, LO ZOCCOLO DI AMSTERDAM. CIT. VAN AADANEN” - VIDEO

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BRASILE CROAZIA VIDEO MEME

Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

 

tite neymar tite neymar

E fuori uno, ho pensato quando il pallone calciato da Marquinhos ha centrato il palo. A casa il primo dei tre costosissimi e intonatissimi tenori pisieggini di Al-Khelaifi . Lo ammetto: è stato un pensiero antipatico , sgradevole, da nuovo povero, o sservatore di un calcio che, mentre gli altri giocano il torneo più ricco (non di qualità) d ella storia, deve chiede re aiuto allo Stato perché non sa come p agare le tasse (o t tocento milioni, bazzecole). E ovviamente s i sente dare del brutto, sporco e cattivo e per questo poco merit evole di concessioni (leggi rateizzazioni) . La politica accecata dal populismo e dalla demagogia è sempre più incapace di interrogare la memoria .   

   

F u ori Neymar che ha raggiunto Pelé per numero di reti - ufficialmente contabilizzabili - con la maglia della nazionale e ha finito in lacrime sul “Titenic” , la testa tra le mani. E ancora dentro Bruno Petkovic, l’autore del gol del pareggio croato a un paio di minuti dalla fine del secondo supplementare. 

 

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Sì, proprio quel Bruno Petkovic , oggi ventottenne, preso dal Catania e c ostretto a vagare per mezza Italia - Varese, Reggio Emilia, Chiavari, Trapani, Bologna - prima di rientrare in patria, alla Dinamo Zagabria dove ha peraltro avuto l’opportunità di vincere il campionato e frequentare la Champions. Ricordo che quando - diciottenne - a rrivò n el nostro Paese Bruno non aveva i soldi per mangiare. Soltanto in un secondo momento , sostenuto da Pietro Lo Monaco e p assato sotto l e cure di Ivan Cvjetkovic, lo stesso agente di Mandzukic, ha potuto dare un senso e un indirizzo preciso alla carriera. 

 

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L ’altro tenore esibitosi ieri a Doha, l’immenso Leo Messi, è invece totalmente “in”: con uno straordinario do di piede al 35’ del primo tempo ha permesso a Molina di aprire la partita, poi ha segnato il 2-0 su rigore, il punto dell’illusione. Argentina-Olanda è stata fin qui la sfida più intensa del torneo per merito della squadra di Van Gaal, capace di rimettere tutto in discussione al centunesimo con Steven Berghuis, de Amsterdamse Klomp, lo zoccolo di Amsterdam (cit. Van Aadanen).

 

Abbiamo vissuto due quarti appassionanti, in cui le emozioni hanno prevalso sul gioco e Modric il semplificatore e Messi sul resto. A 35 anni Leo guarda la partita e la partita guarda Leo: lui è l’interruttore della luce, attraverso le sue accensioni, che alterna a lunghe camminate da ball-watching, riusciamo a sfuggire perfino alla normalità di questo sabbioso Mondiale.

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