LO RICONOSCETE? E’ STATO UNO DEI CENTROCAMPISTI DI ZEMANLANDIA. OGGI HA CONTRIBUITO A COSTRUIRE DALLA PANCHINA DELLA SVIZZERA UN'IMPRESA CHE HA FATTO GODERE MEZZA EUROPA – “MANCINI STA FACENDO UN GRANDISSIMO LAVORO E OLTRE AL GRUPPO HA ANCHE GRANDISSIMI GIOCATORI. PER ME QUESTA ITALIA CHE NON PERDE DA 31 PARTITE È GIÀ A LIVELLO MONDIALE…” – DI CHI SI TRATTA?

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Paolo Tomaselli per corriere.it

 

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Antonio Manicone, ex centrocampista di Inter, Udinese, Genoa e Perugia, dal 2014 è il vice di Vladimir Petkovic nella Svizzera che ha eliminato la Francia. L’avete combinata davvero grossa, non trova?

«Siamo contenti di aver dato una gioia a tante persone: da quello che abbiamo capito non solo in Svizzera, ma in gran parte dei Paesi europei...».

 

 

Un pugile sfavorito che prende un cazzotto da k.o. come il rigore sbagliato del possibile 2-0 e poi ne prende altri tre in diciotto minuti, dove trova le risorse per riportarsi dal 3-1 al 3-3?

«Le trova nel gruppo, che comprende anche chi non giocava e lo staff al completo. La nostra è stata una partita giocata da tutti, con la voglia di non mollare mai, di crederci anche dopo il rigore fallito e quei tre gol presi. Il calcio è davvero come la vita: quando cadi, ti devi rialzare prima possibile, perché non è mai finita».

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Davanti avevate i campioni del mondo: è un’impresa che vale doppio?

«È stata notevole, ma la Svizzera se gioca al 100% con ogni suo elemento è competitiva: poi si può anche perdere e in questo Europeo succederà a tutte le squadre, tranne una. Però l’importante è dare tutto».

 

La Francia è stata meno squadra di voi?

«Hanno delle individualità pazzesche, ma preferisco guardare ai meriti nostri che ai demeriti loro».

 

Anche nella bufera, Petkovic, del quale lei è stato vice anche alla Lazio, sembra non perdere mai la calma. È così?

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«Resta lucido e sa leggere la partita: lo ha dimostrato anche con le sostituzioni sul 3-1, che hanno cambiato la serata».

 

La spina dorsale della Svizzera è data dal portiere Sommer, da capitan Xhaka e dal bomber Seferovic?

«I più esperti devono trascinare il gruppo ed è normale. Ma la vera forza è riuscire a lavorare bene assieme: se il gruppo agisce in maniera univoca, il singolo dà di più».

 

Dopo Italia-Svizzera diversi commentatori stranieri hanno detto che l’Italia non aveva ancora incontrato un avversario forte. Per altri, la vostra vittoria sulla Francia rivaluta quel successo azzurro. Dove sta la verità?

«Sta nel mezzo, perché l’Italia con noi ha giocato molto bene e abbiamo meritato di perdere. Grazie a quella batosta però siamo cresciuti».

 

Quindi è anche merito degli azzurri se adesso vi fate avanti nel tabellone: siete nella stessa parte dell’Italia, sognate la rivincita?

«Concentriamoci solo sulla Spagna, che è fortissima. Se pensiamo ad altro, facciamo lo stesso errore della Francia che già pensava ad affrontare la vincente di Croazia-Spagna».

 

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Intende che vi hanno sottovalutato?

«Intendo che leggevo i giornali e tutti ci davano per grandi sfavoriti».

 

L’Italia non ha fatto questo errore: il gruppo è il segreto anche per Mancini?

«Sì, Roberto sta facendo un grandissimo lavoro e oltre al gruppo ha anche grandissimi giocatori. Per me questa Italia che non perde da 31 partite è già al top a livello mondiale».

 

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