Gianluca Piacentini per il “Corriere della Sera- Roma”
Più che un problema, Edin Dzeko sta diventando un paradosso. La gara di sabato sera contro l' Inter è stata emblematica: Spalletti ha scelto ancora una volta, come aveva già fatto con la Fiorentina, con l' Empoli e col Real Madrid nella gara di andata degli ottavi di Champions League, di farlo partire dalla panchina, privilegiando l' attacco «leggero» .
Una tattica che nelle occasioni precedenti aveva dato buoni risultati ma che contro la muraglia alzata da Roberto Mancini non ha pagato. Il bosniaco ha fatto il suo ingresso in campo a mezz' ora dalla fine, dopo che l' Inter era passata in vantaggio, ma la sua prestazione è stata insufficiente: un gol clamoroso fallito a pochi metri da Handanovic e una ribattuta da difensore su una conclusione a botta sicura di Salah, hanno fatto perdere la pazienza a parecchi tifosi.
Pure il tiro che per le statistiche è considerato come un assist per il pareggio di Nainggolan, era in realtà una conclusione sbagliata: senza l' inserimento del Ninja sarebbe finita comodamente tra i piedi dei difensori interisti. Eppure, nonostante tutto, dopo il suo ingresso la Roma ha cominciato a creare occasioni, chiudendo l' Inter nella propria area.
Ha sbagliato Spalletti, che ieri era a Firenze per l' inaugurazione di un ristorante di cui è socio con i calciatori Gilardino e Dainelli, a non schierarlo dall' inizio o ha sbagliato lui che è entrato in campo con poca motivazione?
A fine gara il tecnico ha detto che continuerà a dargli fiducia, ma ormai sembra evidente che non vede in Dzeko il centravanti che ha sempre sognato, nonostante gli apprezzamenti («Se avessi potuto scegliere un attaccante, avrei preso lui») fatti all' inizio della sua avventura. Edin non vive benissimo questa altalena: nelle ultime tre gare di campionato in cui è partito titolare (Carpi, Palermo e Udinese) ha segnato 4 gol e fornito 2 assist, e pensa di meritare più considerazione. Aveva scelto la Roma per fare il titolare, ora ha qualche dubbio sulla sua permanenza.
Dovrà essere Luciano Spalletti, non solo a parole ma anche con i fatti, a farglieli passare, anche perché le richieste non mancano. L' ultima in ordine di tempo è quella del West Ham che, dicono in Inghilterra, sarebbe pronto ad offrire alla Roma i circa 17 milioni pagati al City ed a rilevare l' oneroso contratto (4,5 milioni netti) fino al 2020. Della questione, eventualmente, si dovrà occupare il successore di Walter Sabatini.
Ieri l' attuale d.s. dell' Empoli, Marcello Carli, ha detto di non avere avuto «contatti diretti con la Roma» e che Spalletti «sta difendendo un sogno che dovrà essere portato avanti». Il suo è quello di vestirsi, il prossimo anno, di giallorosso.