Se c'è qualcosa che fa infuriare Cristiano Ronaldo più della panchina ebbene questa è la sconfitta. Sabato scorso, nella sfida del suo United contro l'Everton, si stavano per verificare entrambe le circostanze: per la prima volta quest'anno Cr7 non è partito nell'11 titolare, e i Red Devils si sono dovuti accontentare di un magro pareggio per 1-1 contro una squadra di livello inferiore.
È possibile che a rovinargli definitivamente l'umore sia stato Andros Townsend, centrocampista trentenne dell'Everton, che dopo aver segnato il gol del pareggio (al 65', 8 minuti dopo l'ingresso in campo di Ronaldo) gli ha dedicato l'esultanza mimando l'ormai celebre «Siuuu», il salto con giravolta e atterraggio a braccia larghe.
ESULTANZA DI TOWNSEND ALLA RONALDO
Comunque sia, sta di fatto che al terzo fischio dell'arbitro che sanciva la fine delle ostilità, il campione portoghese non si è fermato a salutare gli avversari, ma è stato immortalato dalle telecamere mentre, occhi bassi e scuro in volto, si avviava rapidamente negli spogliatoi, sciorinando una litania incomprensibile di imprecazioni e domande lasciate cadere nel vuoto.
I giornali britannici si sono interrogati sulle ragioni di questo comportamento, attribuendolo per lo più alla ben nota allergia alla panchina del fenomeno portoghese. Ma c'è stato chi, come l'ex calciatore Gary Neville, non ha risparmiato critiche al suo ex compagno di squadra durante la prima esperienza del portoghese a Manchester: «Cristiano parlava tra sé e sé, lanciando domande in aria. Si vedeva che era arrabbiato, ma con chi? Ronaldo quando non vince e non si segna si arrabbia, ma certe cose vanno fatte e chiarite all’interno degli spogliatoi. Non davanti alle telecamere».
Durante la rapida camminata verso gli spogliatoi, lo stesso Townsend si è avvicinato per chiedere al campione la maglietta, lui lo ha gelato con un'occhiataccia: «Non so cosa stesse mormorando — ha dichiarato nel post partita il calciatore dell'Everton — di sicuro non era inglese. Ronaldo è il mio idolo. Sono cresciuto guardandolo e ho passato ore sul campo di allenamento cercando di eseguire le sue tecniche. È stato un onore essere nello stesso campo con lui».
In ogni caso, come testimoniato da un post Instagram, Townsend è riuscito nel suo scopo, e la maglietta numero 7 dell'United figura ormai come uno dei pezzi più pregiati del suo armadio.