Massimiliano Nerozzi e Laura Bandinelli per “la Stampa”
Il conto alla rovescia della Juve inizia stasera allo Stadium, a undici giornate dalla fine e con otto punti di vantaggio sulla seconda: «Se andasse bene, sarebbe una vittoria in meno verso lo scudetto, anche se il campionato è ancora lungo», riassume il senso della sfida Massimiliano Allegri. Più complicata di quel che dicano le 30 vittorie filate dei campioni in serie A nella loro arena, o i punti di differenza in classifica con l' avversario (17).
Di fronte c' è infatti il Milan, la squadra che in questa stagione ha più rallentato il cronometro dei bianconeri, fino a fermarlo: li ha battuti a San Siro e nella Supercoppa di Doha, seppure ai calci di rigore.
E allo Stadium, nel duello di Coppa Italia, i rossoneri persero 2-1, ma chiudendo davanti, in dieci contro undici, con uno sgorbio di Deulofeu davanti a Neto. Per questo Vincenzo Montella sa bene che sarà una notte improbabile, ma non impossibile: «La partita è quasi proibitiva, per il cammino della Juve nel suo stadio, ma noi abbiamo dimostrato che si può battere».
Sempre che i favoriti (molto) facciano come nella partita dell' andata a Milano: «i polli», per dirla con Allegri.
Un duello sulle ali Il Milan ha saputo volare sulle ali, in senso letterale e non solo quelle dell' entusiasmo: da Bonaventura (ora rotto) a Suso, a Doha fece a fette la Juve, finendo per consumarne difesa e certezze. Stavolta le corsie rossonere parleranno entrambe spagnolo, visto che al posto dell' azzurro ci sarà Deulofeu.
Uno con altre movenze, ma ancor più talento: per sterzate e assist, un po' meno per il fiuto del gol. È lì che la Juve dovrà montare la guardia, con Lichtsteiner e Alex Sandro, facendo ben attenzione a dare una mano con i centrocampisti, fino all' ipotesi di inserirne uno in più (Marchisio).
Dopodiché, chi di dribbling ferisce, di slalom perisce, o così potrebbe, anche senza Cuadrado (squalificato). La Juve potrebbe pescare Pjaca e se davvero Montella allargherà Romagnoli da terzino sinistro, il croato potrebbe fare la differenza. Lo stesso può dirsi per Dybala, che spesso l' istinto porta sul litorale delle fasce.
Detto della tecnica, e della tattica che si daranno battaglia, Juve-Milan è soprattutto una saga di anime e blasone, di storia e orgoglio. «È sempre una partita di cartello - spiega ancora Allegri - dove regna l' equilibrio e i valori si azzerano: l' una e l' altra squadra fanno sempre grandi prestazioni, con attenzione e concentrazione».
Morale per la Juve: «Dobbiamo fare una partita seria». Insomma, non vedremo i bianconeri un po' leggeri e ambigui, come nel lentissimo primo tempo di Udine. Dove l' allenatore juventino s' aspettava anche una brutta partita, ma non certo una sconfitta: «Bisogna saper vincere anche giocando male».
Ipotesi tre centrocampisti Senza Cuadrado, per la prima volta da undici partite (10 vittorie e un pareggio) torna in discussione il modulo: «Potrebbe giocare Pjaca - riflette a voce alta Allegri - oppure potrei mettere un centrocampista in più».
Riaprendo il vecchio albero di Natale, con Dybala e Mandzukic alle spalle di Higuain, un tridente ad assetto variabile. E pensare che l' incrocio di Coppa Italia con i rossoneri, il 25 gennaio, fu la seconda uscita del quattro-due e avanti tutta: che stasera può esistere solo con Pjaca (difficile) o avanzando Pjanic sulla tre quarti.
Meno dubbi dietro, dove non ci sarà Chiellini e uno da scegliere per affiancare Bonucci: «Tra Benatia, favorito, Rugani e Barzagli». Nel caso, sarebbe curioso il percorso di Rugani, alle quinta panchina (con zero minuti) nelle ultime sei: uno che, quando chiamato in causa, ha sempre fatto bene. Anche se la concorrenza è la più dura d' Europa. E l' esperienza, tra le più vaste, se la Juve ha sempre dimostrato di aver imparato dalle lezioni: dopo Udine, vedremo stasera.