Alessandro Bocci per il "Corriere della Sera"
La Francia è la più forte, ma è l' Inghilterra dei giovani d' oro quella che vale di più alla borsa del mercato (1,32 miliardi di euro), davanti agli stessi galletti di Deschamps, alla Germania, alla Spagna e al Portogallo.
L' Italia, che Mancini ha faticosamente disegnato dopo sofferte meditazioni, è solo sesta con 764 milioni stando alle valutazioni di transfermarkt , una specie di bibbia per chi opera sul mercato anche se la crisi dovuta alla pandemia ha appiattito i valori e certi numeri adesso lasciano il tempo che trovano. La classifica economica, che dovrebbe andare di pari passo con quella tecnica, non preoccupa l' allenatore azzurro.
La Nazionale, rinata dalle ceneri di un Mondiale mancato e forte dei suoi piccoli record, ha l' ambizione di stupire: dal capitano Chiellini sino a Jorginho, che ha appena vinto la Champions con il Chelsea, tutti sono convinti di poter arrivare in fondo. Mancini a Raisport ha messo la faccia al vento: «Siamo tra le prime 4 insieme alla Francia campione del mondo, al Portogallo campione d' Europa e al Belgio primo nel ranking Fifa».
L' Italia scelta dal commissario azzurro è un mosaico di 11 squadre senza un blocco ben definito. La Juventus, la più rappresentata, ne conta 4, ma soltanto 3 sono potenzialmente titolari. Rispetto a quella di Conte, che cinque anni fa in Francia è uscita ai quarti contro la Germania ma solo dopo i calci di rigore, è più giovane di un anno e mezzo (27,4 contro 28,10 la media dell' età) e più talentuosa, ma bisognerà vedere se avrà la stessa fame. Mancini ha fatto un lavoro straordinario, caricandosi sulle spalle il peso del fallimento nel 2018 e ridando colore all' azzurro. Ma l' Europeo è il vero primo esame.
roberto mancini ospite di ti sento 4
La rosa, dai tempi di Conte, è stata rivoluzionata: sono solo 7 i reduci della campagna francese nel gruppo dei 26, allargato a Pessina, unica riserva che resterà sino al 10 giugno, vigilia della sfida inaugurale con la Turchia, perché ci sono parecchi acciaccati, soprattutto Verratti e Sensi e l' atalantino può tornare in gioco. Mancini ha penato nell' ultima scrematura. Politano e lo stesso Pessina sono entrati nel gruppo e usciti nello spazio di due giorni. È un' Italia multitasking, eclettica, affamata e, speriamo, spensierata. Fondata sul palleggio e sul coraggio. Solida in difesa e prolifica in attacco. Mancini ripensa alle notti magiche di Italia '90 ed è convinto che in questi tre anni di lavoro il suo gruppo abbia fatto così tanta strada da potersela giocare con chiunque.
Una Nazionale divisa in maniera netta tra titolari e riservisti. Se ufficializzare la lista è stato un tormento, il c.t. da tempo ha trovato lo zoccolo duro, una squadra di 14 elementi considerando tre ballottaggi: tra Spinazzola e Emerson Palmieri sulla corsia di sinistra in difesa, tra Immobile e Belotti al centro dell' attacco, tra Chiesa e Berardi sulla fascia destra, anche se Spinazzola, Immobile e Chiesa sono avanti. Resta da capire il ruolo di Raspadori. Con la sua chiamata in extremis si chiudono molte opportunità per Bernardeschi, che sulla fascia è l' ultimo in graduatoria, ma si è fatto apprezzare come falso nove. Ora in attacco c' è un discreto affollamento e vedremo quante posizione scalerà il debuttante del Sassuolo.
Gli azzurri hanno dieci giorni per ritrovare l' intensità e la qualità del gioco che hanno caratterizzato il periodo manciniano. Ci manca il campione che fa la differenza. Barella con 65 milioni è quello che vale di più. Donnarumma, sul quale è piombato il Psg, viene valutato 60 anche se può lasciare il Milan a zero.
La forza è nel collettivo. A marzo, nelle qualificazioni a Qatar 2022, la squadra aveva fatto un passo indietro sul piano dello spettacolo, ma uno in avanti su quello della concretezza. Una sintesi sarebbe beneaugurante. Il girone non è facile. Ma tornando alle valutazioni di transfermarkt, le nostre tre rivali della prima fase ci stanno dietro: la Turchia, la più ricca e pericolosa, vale sulla carta 325 milioni, meno della metà del gruppo azzurro.