Giulia Zonca per la Stampa
Non è la legge Semenya ma sarà ricordata così. La Iaaf si è presa un paio di anni per ragionare sulle atlete che per cause naturali hanno livelli di testosterone più alto della media e ha prodotto uno studio secondo il quale l' anomali migliore le prestazioni. Fino al 9 per cento «non ci sono colpe ma conseguenze sì».
Dal primo novembre, quindi dalla fine di questa stagione che inizia venerdì prossimo con la prima tappa della Diamond League, chiunque gareggi in gare femminili che vanno dai 400 metri al miglio, dovrà rispettare un limite: il testosterone non potrà più superare i 5 nanomoli per litro.
In passato era già stato fissato un livello massimo, in seguito impugnato dal tribunale dello sport che ha chiesto alla Iaaf di fornire prove a supporto. Sono arrivate, ma nessuna documentazione può mettere tutti d' accordo su un tema impossibile da trattare senza danni collaterali. Tra il 2013 al 2015 quel limite era più tollerante (fino a 10 nmol/L) e le prestazioni della atlete intersex, che hanno delle caratteristiche maschili pur essendo al cento per cento donne, sono calate. Semenya ha ridotto la velocità del 5,7 per cento, solo che ha continuato a vincere, battuta solo da una russa poi trovata dopata.
Poi è tornata la libertà e lei ha dato il meglio, ma non si è avvicinata al record degli 800 metri (1'53"28) che regge stratosferico e chiacchierato dal 1983 e che secondo tanti lei avrebbe dovuto triturare.
Quindi è certo che il testosterone contribuisca a regolare la sua velocità non a definirne la forza, visto che ha avuto successo in ogni condizione. La regola cerca di guardare oltre il suo caso, la riguarda ma è fatta soprattutto per limitare il malcontento tra le mezzofondiste. La maggioranza ormai riconosce la supremazia di Semenya però lamenta l' aumento delle medaglie intersex, sostengono di non avere più possibilità e secondo lo studio queste rivali sono molte.
Semenya si sente perseguitata, da sempre messa in discussione, c' è chi dice che il suo passaggio ai 1500 metri fosse pensato per evitare la norma in arrivo invece la distanza rientra in quelle monitorate. All' annuncio ha twittato: «So che al 97 per cento non vi piaccio, ma sono sicura al 100 per 100 che non mi interessa».
Ci sono già scienziati che contrastano la ricerca e di certo la nuova norma passerà presto al tribunale sportivo, ma la Iaaf si è presa tutto questo tempo per costruire un dossier solido e affrontare così la questione di genere. Mai un soggetto facile.
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