Articolo di Gianfranco Coppola, presidente Ussi per https://gianfrancocoppola.blog/
E’ paradossalmente il campione figlio della pandemia, con l’altro super talento emergente Alcaraz, peraltro carinissimo nel plaudire Jannick postando complimenti di cuore. Il rosso sbucato dal Covid è l’eroe nazionale. Il ragazzo che si fa amare. Niente starlette, nessuno stravizio: allenamenti e sana alimentazione, il riposo necessario per mettere in cassaforte quelle energie che quando sembri morto vengono fuori e ribaltano il tuo avversario che ti stava passando sopra. Ieri, Medvedev.
E’ noto a tutti che durante la fase più acuta della pandemia l’unico sport in qualche modo autorizzato era il tennis non essendoci alcun contatto tra i giocatori. E così chi doveva costruire una carriera ha potuto allenarsi. Certo, il blocco ai tornei importanti con Sinner che era già tra i primi 100 al mondo ha impedito confronti importanti e forse la rapida crescita dal punto di vista della capacità di gestire la tensione. In quel tempo, per usare una forma biblica, Alcaraz era nella fascia B cioè giocava in tornei di minore importanza con montepremi inferiore. Ma anche lui è figlio della prigionia del Covid, o pensando al tennis campione cresciuto in un clima di libertà vigilata.
Il Covid, e cosa c’entra? I tecnici o veri addetti ai lavori e non leoni del clic sono certi che c’è una sola generazione non totalmente perduta causa virus: quella dei tennisti. In ogni altra disciplina lo stop ad ogni attività competitiva o comunque la scarsa possibilità di allenarsi in gruppo ha condizionato carriere forse destinate al successo.
Curiosamente, parlando di Covid, il 3 febbraio del 2022 Medvedev e Sinner avversari per tabellone a Rotterdam furono costretti a saltare causa positività mentre in altre zone del mondo infuriavano le polemiche per i permessi concessi al No Vax Djokovic.
Ieri più che mai Il triangolo Melbourne-Sosto-Case Italiane ha riportato una nazione a smanettare tra auto, strade, case, bar, hall di hotel per restare sintonizzati e quando il russo garbato ha inclinato la partita in discesa il 90% degli italiani ha detto vabbè, è giovane, si rifarà. Ma il DNA non è qualcosa che serve solo al Ris di Parma ma svela aspetti che poi si traducono nel carattere e non solo. Lui dunque non appartiene al 90% ed eccolo macinare anche i suoi errori fino al trionfo.
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A Sosto dove è nato e cresciuto anche se l’anagrafe registra San Candido che è dotata di strutture sanitarie, un’ esultanza come mai avrebbe pensato ciascun abitante del posto. Una comunità fiera per il figlio di Siglinde e Hanspeter e avviato naturalmente allo sci passato poi dal maestro Schonegger ad Andrea Spizzica. Come sempre accade, tra le notizie del giorno c’è anche chi ha fatto subito di conti: i milioni di dollari guadagnati nell’epoca post Covid in un favoloso 2023 e un 2024 iniziato tra cronaca e leggenda. Ma preferiamo la normale unicità di un campione che attraversa i cuori con un sorriso candido.
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