Antonio Barillà per www.lastampa.it
Premesse e promesse erano le stesse: annegare le amarezze di Russia 2018 in un Mondiale aderente alle tradizioni. Spagna e Germania, vincitrici del 2010 e 2014, nascono da ricostruzioni profonde, presentano allenatori nuovi e calciatori affacciati sul futuro: Gavi, Pedri e Balde da un lato, Moukoko e Musiala dall’altro.
È bastata una partita, però, per disegnare scenari opposti, con Luis Enrique, ct della Roja, travolto da complimenti e quasi imbarazzato a gestirli («Mi sento uno str… perché più bravo ad affrontare i problemi») e Hans-Dieter Flick nell’occhio del ciclone, bersagliato da critiche che abbracciano le scelte tecniche – l’esclusione di Hummels – e il rapporto con il gruppo.
«È troppo buono? Non ho bisogno che mi gridino dietro», l’ha difeso Kai Havertz. Il ct tedesco, in conferenza, s’è presentato da solo. Una violazione del regolamento e quindi un nuovo strappo con la Fifa dopo le polemiche per la fascia arcobaleno negata a Neur e le bocche tappate al debutto: scontata la multa, che però in questo momento è secondaria.
I guai riguardano uno spogliatoio che le indiscrezioni descrivono lacerato («Ma chi dice che bisogna essere amici per vincere?», la riflessione di Oliver Bierhoff, dt della Federcalcio) e una squadra valida ma con una grave lacuna, priva di un centravanti di ruolo: Havertz non ne possiede le caratteristiche, Werner non c’è per infortunio, Moukoko è fortissimo ma ha compiuto 18 anni qui a Doha. «Contro il Giappone – analizza Flick – abbiamo effettuato 25-26 tiri in porta e segnato appena un gol», ma lo sviluppo del gioco lo conforta e non teme la sterilità. «Ne abbiamo discusso a fondo: ora sappiamo dove abbiamo sbagliato», dice.
Sa di giocarsi tutto contro un avversario apparso perfetto, al di là delle fragilità costaricensi: «Luis Enrique è un grande allenatore e ha formato una gruppo di qualità, con automatismi chiari e grandi talenti: il mio preferito, Thiago, non c'è e questo è indicativo. Gavi e Pedri sono cresciuti in modo fantastico. Noi, però, sappiamo cosa fare: il ko con il Giappone era evitabile e resto convinto di ciò che stiamo facendo», così Flick. «La Germania gioca come noi, sempre all’attacco – osserva Luis Enrique –: chi prende il possesso, vince». La frase più simpatica la regala però su Twitch, riferendosi a Ferran Torres, fidanzato della figlia Sira: «Se esulta mimando il ciuccio, finisce in tribuna».
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