Sono arrivati a due rigori da un titolo mondiale, che sarebbe stato il secondo consecutivo, odiandosi cordialmente. Si sono arresi, i francesi, soltanto all'Argentina di Leo Messi e di Emiliano Martinez, protagonista di una strepitosa parata alla fine del secondo tempo supplementare su tiro di Kolo Muani, dopo aver sconfitto uno degli avversari più forti e allo stesso tempo subdoli in circolazione: lo spogliatoio spaccato.
Pavard, da titolare inamovibile a panchinaro fisso
Romain Molina, uno dei più famosi giornalisti investigativi dello sport francese, ha rivelato che nello spogliatoio della squadra allenata da Didier Deschamps c'era una spia. Come da manuale, la più insospettabile: Benjamin Pavard, terzino destro del Bayern Monaco.
Titolare inamovibile nelle qualificazioni mondiali e anche nella prima partita del torneo, contro l'Australia, il difensore ex Lille è poi rimasto in panchina per tutti e sei gli incontri successivi. Al suo posto Jules "Lil" Koundé. E quando anche il calciatore del Barcellona ha rifiatato, al suo posto il ct ha preferito adattare un centrale come Axel Disasi piuttosto che dare nuovamente fiducia a Pavard.
Il litigio tra Deschamps e Pavard dopo la partita con l'Australia
L'Equipe racconta di un confronto molto animato, dopo la partita con l'Australia dello scorso 22 novembre, tra Deschamps e il giocatore del Bayern, che non avrebbe accettato i severi rilievi tattici del tecnico. Lloris e Giroud hanno provato a mediare, sostenendo il compagno, ma i toni sono diventati subito troppo accesi, perché il ct si è sentito tradito da un calciatore che nel passato aveva sempre protetto e difeso, nonostante le critiche ricevute per le prestazioni non all'altezza.
Pavard ha reagito nel peggiore dei modi, negli allenamenti dei giorni seguenti, rispondendo spesso a Deschamps e al suo staff. Addirittura, durante la finale con l'Argentina avrebbe detto all'ex centrocampista della Juventus: "Farai uscire Koundé o no? Crede di essere Pop Smoke con la sua catena da figlio di pu...na". Pop Smoke è stato un rapper americano, morto nel 2020, a soli 20 anni, durante una rapina nella sua villa di Hollywood Hills. Deschamps si è infuriato e gli ha risposto duramente, in pieno match.
Pavard e quelle soffiate alla stampa francese sull'affaire Benzema
Insomma, un clima tossico nello spogliatoio francese, alimentato dal sospetto che Pavard fosse la talpa grazie a cui i giornali, l'Equipe in testa, sono venuti a sapere dell'affaire Benzema: il leggero infortunio muscolare del Pallone d'oro usato dall'allenatore come pretesto per rimandarlo a casa, decisione fortemente voluta da Griezmann e Giroud e non ostacolata da Mbappé.
Benzema e l'addio alla Francia
Che i rapporti tra il centravanti del Real Madrid e la nazionale fossero tesissimi lo hanno poi confermato i fatti: una volta guarito, Benzema non è stato richiamato in Qatar (era possibile farlo perché non era stato rimpiazzato nella lista dei convocati). Sull'argomento Deschamps ha sempre fatto catenaccio: "Mi occupo di chi è qui in ritiro, non di chi non c'è".
Ma a parlare sono stati i comportamenti di Benzema, che prima ha clamorosamente declinato l'invito del presidente Macron per vedere in tribuna con lui la finale con l'Argentina e poi, quando le voci sulla conferma di Deschamps hanno preso corpo, ha annunciato il suo addio alla Francia. Mosse e decisioni anticipate dalla stampa, imbeccata – è questo il fortissimo sospetto – proprio da Pavard.