Mattia Chiusano per “la Repubblica”
E sotto sotto, tirato via il velo di indignazione per il doping di stato e la manipolazione reiterata delle provette olimpiche, nel mondo cresce una curiosità quasi morbosa. Come certe famiglie che parlano di eredità al capezzale del nonno moribondo. E se la Russia uscisse davvero dalle Olimpiadi di Rio con la sua formidabile squadra, chi si dividerà i beni, cioè le medaglie, di una delle tre superpotenze dello sport?
Un patrimonio che forse non vale più 79 medaglie come a Londra, quando marciatori pieni zeppi di sostanze proibite salivano allegramente sul podio. Ma una sessantina di medaglie sì, quelle potrebbero essere redistribuite.
E senza far concorrenza ai famelici americani e cinesi, si scopre che l’Italia ancora sotto shock per Tamberi, Schwazer, il basket, potrebbe rialzare la testa se il gigante dei laboratori taroccati non ci sarà. Un gigante, comunque, perché non basta il dossier McLaren per cancellare decenni di tradizione e successi conquistati sul campo, in discipline come la ginnastica e la lotta.
Già la lotta, che agli ultimi Mondiali ha assegnato quattro ori, due argenti e otto bronzi ai russi. Ora che abbiamo un fuoriclasse nostro con radici all’Avana, Frank Chamizo, scopriamo che uno dei suoi rivali più duri sparirebbe da Rio: addio a Soslan Lyudvikovich Ramonov, campione dell’Ossezia che tanti guerrieri della materassina ha regalato alla madrepatria. Lui aveva capito come si può battere Chamizo: e infatti lo ha sconfitto, più o meno come battere Djokovic di questi tempi.
Tanti azzurri potrebbero trarre benefici dall’assenza dei russi, la loro carriera è costellata di duelli con loro. Duelli sulle pedane della scherma, con la Deriglazova e la Shanaeva allenate da Cerioni tra le poche a dar fastidio a Di Francisca & Errigo, e gli ultimi eredi della sciabola Yakimenko e Kovalev spariti dalla vista di Montano. Ma anche i pugili, i campioni del mondo Dunaytsev e Tishchenko assenti dal ring di Mangiacapre e Russo.
Poi le star della ginnastica ritmica, capaci di sedurre giurie non sempre ostili, vincitrici di tutto, anche dell’ultimo mondiale con le azzurre scivolate al quarto posto. Per poi arrivare alle squadre, dove la Russia viene ancora percepita come la discendente della Cccp.
Sopratutto nel volley maschile, dove la nazionale è sempre andata sul podio nelle ultime quattro Olimpiadi, e l’ultima volta, a Londra, il gradino era il più alto. Insomma per Zaytsev, italiano figlio di russi, e soci sarebbe un bel vantaggio non trovarseli di fronte. Stesso pensiero delle ragazze, che nelle avversarie trovano la squadra che ha vinto gli ultimi due Europei, e ha complicato il cammino di qualificazione verso Rio de Janeiro.
Il Setterosa della pallanuoto le russe le ha addirittura trovate nel girone del torneo olimpico, e se la squadra è un po’ in calo meglio non fidarsi. Dei calcoli ci si vergogna un po’, ma in fondo chi vuole trovare un nemico in più sulla proprio strada?
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