Massimo Mazzitelli per ‘la Repubblica’
WALTER VELTRONI GIOCA A CALCIO
Walter Veltroni esce dalla partita per la presidenza della Lega di serie A. Lunedì aveva confermato di aver ricevuto la proposta, ma aveva chiesto tempo per riflettere su una decisione che gli avrebbe cambiato la vita.
Ieri pomeriggio poche righe dettate alle agenzie per dire grazie e chiamarsi fuori: «In questo momento non esistono le condizioni oggettive e personali per le quali io possa aderire all’ipotesi, allo stato solo tale, della presidenza della Lega calcio. Ringrazio chi ha voluto parlarmene e auguro al calcio italiano, motivo di passione e di impegno per milioni di cittadini, di trovare la necessaria unità e lo scatto di innovazione, di indirizzi e organizzativi, indispensabili per far crescere ancora e rendere più moderno, popolare e internazionale il nostro sport più seguito».
GIOVANNI MALAGO E VALTER VELTRONI
La rinuncia di Veltroni nasce dalla consapevolezza che il lavoro da fare sarebbe stato estremamente impegnativo, vista la situazione in cui versa il nostro calcio, e avrebbe richiesto una totale dedizione. Quando otto anni fa lasciò la politica, l’ex segretario del Pd fece una scelta di vita precisa: basta ai riflettori per dedicarsi a una serie di attività legate allo studio e all’impegno civile.
Ha pubblicato due libri, diretto un docu-film, ora sta lavorando come autore a una serie televisiva sulla storia della Rai. Sono arrivati premi, riconoscimenti e soddisfazioni personali che hanno mitigato l’addio alla passione di una vita, la politica. Il calcio poteva essere, forse, l’unico mondo in grado di fargli cambiare idea e farlo tornare a lavorare in prima linea.
Alcune società hanno provato a coinvolgerlo, sono state ascoltate da Veltroni, ma anche le reazioni di certi presidenti e polemiche politiche (Gasparri e Salvini) lo hanno convinto che era consigliabile continuare a dedicarsi a libri e film. Dopo la rinuncia, il presidente del Coni Giovanni Malagò chiede chiarezza: «Prendo atto ma ora è importante, per non dire urgente e indispensabile, anche per fare chiarezza, convocare un’assemblea e portare all’ordine del giorno anche il tema delle elezioni».
Lo stop all’idea della candidatura in Lega calcio è arrivato quando cominciava a delinearsi in maniera sempre più chiara la posizione delle grandi di serie A. Juventus, Roma, Napoli, Fiorentina e Inter in questi ultimi due giorni avevano fatto conoscere in forma riservata quello che era il loro pensiero: nessuno avrebbe detto no a Veltroni, ritenuta la persona ideale per ricoprire il ruolo di presidente-istituzionale, affiancato da un manager che avrebbe dovuto occuparsi di diritti tv, marketing e della parte più operativa.
E proprio la definizione di queste due figure resta ancora allo studio della Lega: uno scenario che potrebbe aver spinto Veltroni a chiamarsi fuori con un «per ora non ci sono le condizioni…». Così ha stoppato il balletto del “Veltroni sì-Veltroni no”, che sarebbe andato avanti per giorni.
L’elezione del nuovo presidente non è all’ordine del giorno e comunque dovrà avvenire dopo la scrittura del nuovo statuto. È al momento la priorità ed è quello che le “grandi” hanno spiegato a Veltroni: inutile uscire pubblicamente con un “endorsement”. E allora meglio continuare con la scelta di vita fatta otto anni fa.
Il nuovo statuto è la vera priorità della Lega di A e lo scrive nella breve nota anche Veltroni quando auspica che il calcio italiano trovi «la necessaria unità di indirizzi e organizzativi, indispensabili per far crescere ancora e rendere più moderno, popolare e internazionale il nostro sport più seguito».
Qualche presidente ha già ipotizzato il nuovo percorso. Prima le nuove regole con poteri ben definiti, poi potranno dedicarsi al passaggio più delicato, la scelta di chi dovrà gestire la rinnovata governance. Se la maggioranza dovesse convertire sul nome di Veltroni, allora tornerebbero a bussare alla sua porta.