"ERA GIUSTO CHE CI FOSSI ANCH’IO IN GERMANIA NEL 2006. A POCHI MESI DAL MONDIALE POI VINTO DALL’ITALIA MI FECI MALE. ANDAI IN CRISI. ERO IN NAZIONALE DA 15 ANNI E… - USCIVO LA NOTTE. A 26 ANNI CHE FACCIO? STO A CASA? MA NON FIRMI UN GOL A PARTITA SE NON TI ALLENI SERIAMENTE - QUANTE DONNE HO AMATO VERAMENTE? NON TANTE. MA IN UN LAMPO HO CAPITO CHE AVREI SPOSATO COSTANZA – LA BIRRA, LA BOBO TV: “IL PROBLEMA È STATO SPIEGARE A CASSANO COS’È TWITCH" – VIDEO

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Mirko Graziano per “Sette - Corriere della Sera”

 

christian vieri con il padre bob christian vieri con il padre bob

Christian Vieri è stato uno dei più grandi centravanti di tutti i tempi. Ai Mondiali ha giocato nove partite segnando nove reti. In Spagna lo chiamavano «el Mudo» (il muto), in Italia non sopportava i giornalisti («Sono più uomo io di tutti voi messi insieme») ed era allergico alle cosiddette pubbliche relazioni. Oggi è invece un fenomeno social (2,6 milioni di follower su Instagram), imprenditore di successo, dj e fondatore della Bobo tv, che su Twitch sta raggiungendo ascolti siderali. Non sono molti gli ex grandi calciatori che sono stati capaci di sfondare anche nella loro seconda vita.

 

Bobo Vieri, tutto è partito dall’Australia.

«È nel mio cuore, lo sarà per sempre. Ci sono cresciuto».

 

christian vieri adolescente, quando giocava nel prato christian vieri adolescente, quando giocava nel prato

Qualche flash.

«Verde, canguri, koala, libertà, spazio, cricket, rugby. E amici, tanti amici, e voglia di divertirsi. A dicembre ci torno con tutta la famiglia. Nei giorni scorsi il fratello di Paul Okon (un ragazzo con cui poi Bobo giocò nella Lazio; ndr) mi ha spedito la foto di dove abitavo... Mi è venuta un po’ di nostalgia».

 

Ci descriva la banda...

«Tutti in Bmx, si parlavano decine di lingue (ride)».

 

Cioè?

«Io italiano, poi accanto a casa mia c’era un italo-peruviano, quindi davanti un greco, a destra un serbo, cento metri più giù un croato, poco lontano un egiziano e non dimenticherò mai la mamma spagnola di Daniel che a un certo punto della giornata cacciava urla tremende per richiamare il figlio a casa».

 

Beh, razzismo zero da quelle parti...

«Non esisteva razzismo, non esisteva niente di queste cose. Eravamo un gruppo di amici che volevano godersi ogni momento insieme. E con quei principi sono cresciuto e diventato uomo. Quando sento parlare di certi episodi mi viene il voltastomaco per quanta ignoranza ci sia ancora in giro, anche qui in Italia. Non lo capisco. Pazzesco!».

christian vieri roberto baggio nel 1998 christian vieri roberto baggio nel 1998

 

Il primo ricordo australiano palla al piede?

«Giocavo nel Marconi Under 14, e Paul Okon mi disse che suo papà (allenatore) mi voleva con I’Under 15 per la finale del campionato nazionale. Io ai tempi giocavo terzino sinistro, mi misero invece in attacco e con una sassata da 25 metri all’incrocio dei pali decisi la partita: 1-0 per noi!».

 

Cosa ha rappresentato suo nonno?

«È stato tutto. Era follemente innamorato di me. Fu lui a convincere papà a lasciarmi tornare in Italia, a Prato, per giocare a calcio. La prima volta che mi vide in campo, al Santa Lucia, la squadra del nonno di Alino Diamanti (altro ragazzo che giocò poi in A e in Nazionale; ndr ), andò a cercare mio padre e gli disse: “Questo diventerà il più forte centravanti del mondo, deve restare qui in Italia”. E così fu. Nonno ha fatto di tutto per me. Era brontolone come lo sono io, e che scontri a volte. Ricordo che un giorno non voleva lasciarmi andare al campo - dovevo averla combinata grossa - e di fronte alla mia insistenza prese la borsa del Santa Lucia e la lanciò dal terrazzo: finì appesa a un albero e lì ci rimase per giorni».

christian vieri christian vieri

 

A proposito di suo papà Bob, ex calciatore di Juve, Bologna e Sampdoria: quanto è contato nella sua vita?

«Ho ascoltato solo due persone nella mia vita calcistica: nonno e appunto papà. Sapevano di calcio, dopo un minuto di gioco mi “fotografavano”. Due figure forti, fondamentali. E poi la mia fortuna sono stati anche i primi tre allenatori che ho avuto a un certo livello: Rampanti, Mondonico e Cesare Maldini».

 

Partiamo da Rampanti.

«Era stato pure lui in Australia, uno dei migliori amici di papà. Mi ha guidato nelle giovanili del Toro, avevo di fatto un altro genitore accanto a me. È come se un giorno io allenassi i figli di Brocchi e di Di Biagio, due miei fratelli, per intenderci».

 

Mondonico?

«Mi ha fatto esordire in prima squadra da bambino e poi mi ha rivoluto nell’Atalanta. Quanto affetto ho sentito...».

 

Infine, Cesare Maldini.

christian vieri costanza caracciolo christian vieri costanza caracciolo

«Un giorno Pereni - che era il vice di Mondonico - venne negli spogliatoi e disse: “Christian, guarda che Maldini ti ha convocato nell’Under 21”. C’erano ii ‘71 in quella nazionale e io sono del ‘73. Già mi sembrava incredibile essere lì, oltretutto nei primi allenamenti sprecavo malamente tutti i cross di Tardelli. Sì, Marco Tardelli, l’eroe del 1982 era il vice di Cesarone e si allenava con noi: stavo sognando. Beh, ero convinto di fare panchina, e invece alla lettura della formazione scopro di essere titolare: a Cremona, contro la Svizzera, io e Muzzi là davanti. Crossa lui e segno io: vinciamo 1-0. Non ho più trovato le immagini di quel gol...».

 

Con Cesare Maldini ha fatto pure un Mondiale.

«Mi chiamò in Nazionale maggiore alle mie prime presenze con la Juve. Non dico dopo i primi gol, ma alle prime partite giocate: diceva sempre che ero il “suo” centravanti».

christian vieri in nazionale 2003 christian vieri in nazionale 2003

 

Marcello Lippi?

«Gli devo il salto di qualità a livello professionale. Mi ha fissato in testa la cultura del lavoro, spiegandomi come arrivare al top, e restarci. E voglio ricordare pure “Ciso” Pezzotti (vice di Lippi): a fine allenamento mi teneva ore sul campo a migliorare la tecnica».

 

Ti hanno descritto per tanto tempo come l’uomo gossip, l’uomo che chiudeva le discoteche...

«Voi giornalisti eravate degli schifosi (ride). Io avevo un caratteraccio, non andavo d’accordo con voi, questo è vero. Raccontavano che uscivo la notte, e pure questo era vero. Ma non firmi un gol a partita se non ti alleni seriamente. E a 26 anni che faccio? Sto a casa? Mi divertivo quando potevo, ma sempre lontano da ogni pericolo. E in alcuni casi se ne sono dette di cose senza senso... Voglio allora ringraziare Marco Materazzi, che nel suo libro mi ha raccontato così: “Bobo era il primo ad arrivare al campo per gli allenamenti, e l’ultimo ad andarsene”. Questo conta. Non c’erano i social a quei tempi, quindi erano critiche che non potevo contrastare in maniera adeguata. E allora la gente si faceva idee sbagliate».

 

Bobo Vieri, chi è il più grande calciatore con il quale ha giocato?

bobo tv bobo tv

«Ronaldo il Fenomeno».

 

E il più grande giocatore italiano?

«Roberto Baggio».

 

Schieri la sua Nazionale.

«Fra i ragazzi con cui ho giocato?».

 

Sì.

«Sistema 4-2-3-1: Buffon in porta; Zambrotta, Cannavaro, Nesta e Maldini in difesa; Di Biagio e Pirlo in mezzo al campo; Totti, Roberto Baggio e Del Piero a supporto di Vieri».

 

Lo sportivo numero uno in assoluto?

«Michael Jordan».

 

costanza caracciolo con bobo vieri e le figlie costanza caracciolo con bobo vieri e le figlie

L’uomo che più l’ha ispirata?

«Nelson Mandela. Un percorso da pelle d’oca il suo».

 

Il rimpianto sportivo?

«Essermi fatto male nel 2005, a pochi mesi dal Mondiale poi vinto dall’Italia. Andai in crisi, mi ammazzò a livello sportivo. Ero in Nazionale da 15 anni, ed era giusto che ci fossi anch’io in Germania. Ma oggi non sono più arrabbiato, Dio mi ha abbondantemente ripagato nella vita con la nascita di Stella e Isabel».

 

Il suo gol da Oscar?

«Quello dalla linea di fondo quando giocavo nell’Atletico Madrid. Eravamo in Coppa Uefa, e dissi al presidente Gil: “Se segno una tripletta mi regali una Ferrari?”. Lui rispose di sì, e io feci tre gol: quello dalla linea di fondo è nella storia in Spagna, e non solo».

 

La Spagna le è rimasta nel cuore?

«Ho nel cuore l’Atletico, i suoi tifosi e Gil. Mi hanno dato tutto, avrei dovuto ripagarli rimanendo almeno un altro paio di anni».

bobo vieri come ivan drago in faccia di picasso bobo vieri come ivan drago in faccia di picasso

 

La più grande delusione?

«A livello calcistico il 5 maggio (scudetto perso all’ultima giornata nel 2002; ndr ). Abbiamo dato tutto ciò che potevamo dare, è stata una fiammata impossibile da descrivere. Ne sono uscito a pezzi».

 

Quante donne ha avuto?

«Boh (ride)».

 

Quante ne ha amate veramente?

«Non tante».

 

Ricorda il momento esatto in cui ha capito che avrebbe sposato Costanza?

«Ci ho messo pochissimo a capire che avrei messo su famiglia con lei. La conoscevo da dieci anni, sapevo bene che tipo di donna avevo davanti. È stato veloce, tutto molto semplice. L’ho rivista e in un lampo ho realizzato che ci saremmo sposati».

 

Vieri con la moglie Costanza e una delle figlie Vieri con la moglie Costanza e una delle figlie

Cosa le piace di Costanza?

«È davvero bella, su questo non ci sono dubbi. Poi, ha grande carattere, mi piace. Ed è sempre solare».

 

riccardo silva vieri riccardo silva vieri

Che mamma è?

«La numero uno. Non potevo chiedere di meglio».

 

Come cucina?

«Così così... (scoppia a ridere)».

 

Quale futuro immagina per le sue figlie?

«Voglio che crescano forti e indipendenti».

 

Il giorno che si presenta a casa un fidanzato che non le piace, come si comporta?

«Non ci ho pensato finora... Mi lasci ancora dormire la notte».

 

Le fa paura tutta questa violenza che ancora oggi devono subire le donne?

«Mi fa rabbia. Non la concepisco. Chi usa violenza - di qualsiasi tipo - sulle donne è tutto tranne che un uomo. È un codardo, una nullità».

vieri vieri

 

Le piace il calcio femminile?

«Moltissimo, lo seguo».

 

È sincero?

«Guardi che ho vissuto a lungo negli Stati Uniti, e lì il calcio femminile è di altissimo livello, uno spettacolo apprezzato e seguitissimo. Ho visto poi la nostra Nazionale al Mondiale, mi sono gasato. Credo che anche in Italia siamo sulla buona strada. D’altronde, qui da noi è sempre la Nazionale a trascinare ogni movimento sportivo. La maglia azzurra è la più bella...».

 

Parliamo del Bobo imprenditore.

«Faccio progetti che mi piacciono, che mi divertono».

 

Partiamo dalla Bombeer?

vieri mancini miha vieri mancini miha

«Stiamo avendo un successo incredibile, in Italia e nel mondo. L’idea è nata con il mio amico Fox. Gli ho detto: “Dobbiamo fare la nostra birra”. Lui conosce tutti, ha lavorato 30 anni al Pineta, dove è passato mezzo mondo. Si è preso qualche giorno e ha individuato due ragazzi con cui portare avanti il progetto. Ci siamo incontrati e l’intesa è stata immediata con Driss e Fabrizio. Dietro c’è stato un grande lavoro, non era il nostro mondo, ma siamo stati umili e attentissimi a valutare ogni aspetto, sia tecnico sia di marketing. Il tipo di bottiglia e i colori li abbiamo decisi insieme: c’è quella rosa dedicata alle donne, e quella azzurra che vuole ricordare libertà, cielo sereno ed estate. Volevo colore e novità. E secondo me il marchio Bombeer è azzeccatissimo: la birra del Bomber. Oggi abbiamo richieste da tutto il mondo. Siamo felici, perché la risposta della gente è stata travolgente».

 

Nel frattempo, lei è diventato anche un fenomeno mediatico con la Bobo Tv.

vieri cassano vieri cassano

«Tutto è iniziato durante la pandemia, un anno fa. Prima da solo e poi insieme agli amici Adani e Ventola facevamo delle dirette Instagram durante le quali intervenivano anche vecchi compagni di squadra: penso a Totti, Cannavaro, Maldini, Pirlo e tanti altri... Visti gli ascolti incredibili, mi è venuta l’idea di un qualcosa di più grande, di diverso.

 

E attraverso Twitch credo che abbiamo trovato la giusta dimensione. Oggi facciamo opinione e ascolti che fanno invidia alle tv più importanti a livello internazionale. Una settimana prima della finale di Champions League, per esempio, Pep Guardiola ha scelto la Bobo tv per raccontarsi e parlare del suo calcio. Probabilmente una svolta epocale rispetto a certi equilibri televisivi».

 

Lei leader in conduzione insieme ad Adani, Ventola e Cassano...

«Il problema è stato spiegare a Cassano cos’è Twitch (ride). Scherzi a parte, l’intenzione è quella di ricreare il clima che si respirava nel nostro spogliatoio. La gente lo ha capito, lo apprezza. Siamo liberi, diciamo ciò che realmente pensiamo e credo che non ci sia in giro un format simile a quello della Bobo tv. Forse io stesso sto cercando di organizzare la mia vita facendomi accompagnare dagli amici veri. L’ho detto spesso: è lo spogliatoio la cosa che più mi manca rispetto a quando giocavo».

bobo vieri come ivan drago in faccia di picasso bobo vieri come ivan drago in faccia di picasso

 

Lei è da tempo un fenomeno social, e pensare che da giocatore non brillava certo in comunicazione con l’esterno del suo mondo.

«Ho scoperto i social negli Stati Uniti, anche grazie alla mia lunga esperienza con BeIN Sports a Miami. Andavo nella zona social del sito, vedevo, mi informavo. Mi sono detto: sono il giocatore più simpatico di tutta l’Europa (ride), devo allora far vedere al mondo come sono realmente. Non ho nulla da nascondere, sui social sono il Bobo di sempre. E questo ha convinto la gente che mi segue».

 

Problemi con gli hater?

«Li blocco. Non me ne frega niente. Non mi preoccupo di cose che non posso controllare».

 

Le manca la Bobo Summer Cup?

«È la mia creatura. È divertente, riunisco tanti vecchi amici e facciamo beneficenza. È l’occasione per ritrovarci tutti e tornare a respirare quel vecchio clima che le dicevo. Appena possibile la riprendiamo. Spero la prossima estate. Ho un sacco di idee. Avevo già previsto di allargare l’arena sulla spiaggia e di coinvolgere le donne nel torneo di footvolley».

 

vieri cassano vieri cassano

Molti calciatori, una volta spenti i riflettori, vanno in crisi e non riescono a organizzarsi una seconda vita...

«Quando si smette di giocare inizia davvero un’altra vita. Il calciatore, soprattutto di un certo livello, deve capirlo per tempo. Svaniscono tante cose che ti stavano attorno e davi per scontate. Bisogna rimettersi in gioco subito, muoversi senza contare a priori sull’aiuto di nessuno ed è vietato voltarsi indietro. Io ho la fortuna di essere curioso, non ho pensato un momento a cosa stava finendo, mi sono piuttosto subito concentrato sulle tante cose nuove che avrei potuto sperimentare».

 

Beh, in effetti fra le tante cose ha inciso un disco, ha ballato in tv, si è inventato dj con tanto di tour in tutta Italia e ora sta prendendo pure il patentino da allenatore...

bobo vieri costanza caracciolo bobo vieri costanza caracciolo

«A volte esagero, faccio un po’ troppo (ride). Però mi piacciono le nuove esperienze, ti arricchiscono la vita. Per esempio, il corso allenatori è fantastico in questo senso: tante ore in aula, percorso per nulla semplice, argomenti parecchio vari; una scoperta che ha ulteriormente allargato i miei orizzonti».

 

La vedremo in panchina molto presto?

«Non lo so, dipende dai progetti che mi verranno proposti. Per come sono fatto io è più facile che eventualmente vada ad allenare all’estero. Qui in Italia ci sono troppi dirigenti con scarsissima cultura calcistica».

ventola rossi vieri ventola rossi vieri vieri ventola 99 vieri ventola 99 vieri vieri materazzi tony renis vieri materazzi tony renis vieri vieri ronaldo vieri ronaldo BOBO VIERI E ANTONIO CASSANO BOBO VIERI E ANTONIO CASSANO totti vieri totti vieri vieri canalis vieri canalis vieri vieri totti vieri totti vieri vieri 5 maggio vieri 5 maggio

 

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