Estratto dell’articolo di Vincenzo Borgomeo per “U - la Repubblica”
Non ha fatto solo la storia del fumetto, ma anche della seduzione e della provocazione. Attraversando i decenni con uno stile inconfondibile, mentre attorno a lui i canoni del politicamente corretto stravolgevano i modi con cui si parlava di corpi, sensualità, sesso.
«Io racconto la fascinazione per il genere femminile: tutto qui», si schermisce Maurilio Manara, detto Milo, fumettista italiano classe 1945, noto a livello mondiale. A lui da sempre importa poco ciò che i più ritengono opportuno o inopportuno, rappresentabile o censurabile. La sua matita torna sempre là, a tracciare le linee del desiderio.
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Come ha visto evolversi l’immagine della donna?
«Il fisico ideale oggi vira verso quello delle atlete. Lo trovo meraviglioso perché io per esempio non avevo condiviso l’entusiasmo passato per le maggiorate. L’evoluzione delle donne nella società fa evolvere in qualche modo anche la rappresentazione del loro fisico».
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Ma è possibile trovare canoni standard?
«Ognuno ha i suoi, ovviamente, ma va fatta una riflessione: di fronte alle varie etnie, nord e sud del mondo, anche con caratteri diversissimi, tutti riconosciamo immediatamente la bellezza. Questo perché emerge sempre, è universale. Anche se non corrisponde a un canone preciso. E qui si arriva a Platone e al concetto di arte che si ispira alla perfezione. Anzi, per essere più precisi con l’arte noi “spiamo la perfezione”».
Lei vola alto, ma poco tempo fa Elon Musk ha ripreso un suo disegno per fare un tweet su Trump e lei è stato accusato di sconfinare nella pornografia.
«È sempre la stessa storia, se manca la cultura e si banalizza tutto si può essere accusati delle cose più ignobili. Quel disegno, originariamente, era l’illustrazione di un testo in rima che parlava di un frate che con la scusa della confessione circuisce belle ragazze. Consenzienti, tuttavia. Le invita alla meditazione, alla confessione, che però devono fare in modo particolare, diciamo un po’ boccaccesco.
Tutto raccontato con un linguaggio aulico, secentesco. Erano insomma illustrazioni di novelle erotiche scritte in rima da Jean de La Fontaine, che noi conosciamo soprattutto per le favole sugli animali. Libri mai pubblicati negli Usa. Se estrapoli quel disegno dal contesto, non si capisce più niente».
IL POST DI MILO MANARA CONTRO ELON MUSK
È quello che le ha dato più fastidio di quel tweet?
«Non solo: è chiaro che Musk violò le stesse regole di X sulla pornografia. Se tu riprendi il disegno per come è stato realizzato è una cosa. Ma se lo decontestualizzi e fai vedere una bella ragazza con il sedere di fuori la rovini, la fai scadere anche nella pornografia. Per questo escludo che Musk sia un mio affezionato lettore. Un mio vero lettore non avrebbe mai fatto una cosa del genere».
Esiste un confine fra arte e pornografia?
«C’è ed è sempre stato molto sottile. Anzi sottilissimo. L’arte resta sul filo, in perenne equilibrio».
E come si rimane in equilibrio?
«Con una semplice immagine non è facile, serve una storia. Con la narrazione cambia tutto. È questa la chiave. L’erotismo è l’elaborazione culturale del sesso, mentre la pornografia è esposizione del sesso, anzi ormai l’esposizione di performance. Che raramente, nonostante l’impegno di attori e attrici fanno scoccare davvero la scintilla dell’erotismo».
Lei consuma pornografia?
milo manara - donna davanti alla Chiesa del Soccorso a Ischia
«No, anche se non ci troverei nulla di male. Ma ormai l’industria porno si sta orientando solo verso stranezze, cose estreme. Per me l’erotismo è un’altra faccenda. L’elaborazione culturale dei disegni, dei fumetti, è invece un mondo ricchissimo, pieno di sfumature, che si evolve con la società e il concetto di pudore».
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