Edoardo Sassi per il Corriere della Sera - ed. Roma
Un viaggio entrato nella leggenda, anche perché fu uno dei pochi che il genio spagnolo - Pablo Picasso, piuttosto stanziale per natura - compì in vita sua. Un viaggio di cui ricorre quest' anno il centenario. Ed ecco dunque la motivazione ufficiale di questa mostra inaugurata ieri alle Scuderie del Quirinale dopo mille anticipazioni, descrizioni, attese e una premessa espositiva a Napoli (ma non si tratta affatto della stessa mostra).
Italia dunque, e Roma, febbraio 1917: esattamente un secolo fa Pablo giungeva nella capitale (e poi a Napoli e a Pompei) con l' amico Jean Cocteau. Altrove infuriava la Grande Guerra. Ma per lui, cittadino spagnolo di 36 anni che come artista aveva già inventato tutto - i periodi blu e rosa , la grande rivoluzione cubista - questo é il tempo della riscoperta del classicismo, in un modo che in passato si definì, troppo frettolosamente, ritorno all' ordine . E quindi, complici la scoperta dei monumenti in Italia, complice la fascinazione per la Commedia dell' arte, complice anche il grande amore per Olga - la danzatrice della compagnia dei Ballets Russes di Diaghilev incontrata proprio a Roma e che diverrà l' anno successivo la prima delle sue due mogli - Pablo Picasso (ri)cambia tutto.
picasso sipario per il balletto parade
E di nuovo, per primo come sempre, mentre i pittori di mezzo mondo si erano messi a «picasseggiare» cubisteggiando qua e là, lui riesce a stupire con nuovi alfabeti creativi, riscoprendo (ma reinventando) Ingres, il Rinascimento, le maschere di Pulcinella e Arlecchino, il realismo, perfino il folclore e piegando - quando gli va, se gli va - il suo Cubismo a linguaggio sempre rinnovato. Esuberante, unico, Pablo Picasso: genio (vero) e talento, mano e passione: uno che quando scende in campo (Novecento, ma non solo) per gli altri quasi non c' è partita. E in qualche modo lo conferma anche questa mostra Picasso.
picasso ritratto di olga in poltrona
Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925 , che già nel titolo chiarisce il suo intento e quale Picasso intenda raccontare. Una mostra con oltre cento lavori tra quadri e disegni, più foto, documenti, lettere: qualche capolavoro, opere già note e altre meno conosciute, ma una mostra di Picasso a Roma è sempre e comunque un evento anche perché - per quanto assurdo possa apparire - il grande pittore é di fatto assente dalle collezioni permanenti pubbliche romane. Vale dunque la pena visitare questa rassegna curata da Olivier Berggruen con Anunciata von Liechtenstein, e per tanti motivi.
picasso arlecchino e donna con collana
Tra quelli meno scontati, il secondo piano della mostra, storicamente punto debole delle rassegne alle Scuderie che hanno l' obbligo di riempire ): qui, disegni da sindrome di Stendhal (Picasso disegna come un marziano!), materiali documentari mai o poco visti, curiosità (molte riguardanti Roma) Tutto o quasi perfetto, per chi si interessi da vicino alle vicende dell' arte. Per gli altri resta la possibilità di ammirare qualche meraviglia: il Ritratto di Olga in poltrona , quello del figlio Paulo in veste di Arlecchino o il Flauto di Pan e il ritratto del saltimbanco seduto .
picasso il flauto di pan picasso arlequin picasso due donne che corrono sulla spaggia picasso paolo vestito da arlecchino