UMBERTO BOCCIONI, IL PICASSO ITALIANO – IN UNA BIOGRAFIA, VITA, RISSE E PRODEZZE DI “UN SOVVERSIVO” CHE CON MARINETTI TENNE A BATTESIMO IL FUTURISMO - IL CAVALLO ROSSO DE LA CITTÀ CHE SALE ANTICIPA IL CAVALLINO DEI MOTORI DI ENZO FERRARI. LE DONNE (COME MARGHERITA SARFATTI, VITTORIA COLONNA E LA MADRE), LE SCAZZOTTATE E LA MORTE A 33 ANNI, COME CRISTO, NELLE RETROVIE DELLA GRANDE GUERRA CADENDO DA CAVALLO…

-

Condividi questo articolo


Giancristiano Desiderio per corriere.it

 

UMBERTO BOCCIONI 12 UMBERTO BOCCIONI 12

Della vita di un artista — un pittore, un musicista, un poeta — che cosa si può conoscere se non l’opera? Mettiamoci davanti al capolavoro di Umberto Boccioni — La città che sale, noto anche come Il Lavoro — e ammiriamo, rapiti e travolti, quella tempesta di colori, forme, movimenti, materiali, anime che nel 1910 già contengono in sé la modernità e l’uomo del XX secolo che crea e distrugge sé stesso e la sua storia.

 

Quell’opera, oggi esposta al MoMa di New York, ha in sé senz’altro qualcosa di sovversivo: riesce a parlare al nostro animo mettendo il movimento sulla tela e quel cavallo rosso che c’è al centro della tela è insieme moderno e antico, come l’antico e il moderno c’è nei cavalli — questa volta uno bianco e uno nero — del celebre mito di Platone in cui si mette in scena la natura inquieta dell’anima umana che è la fonte dell’opera.

UMBERTO BOCCIONI COVER UMBERTO BOCCIONI COVER

 

 

Il pittore che cosa mise realmente sulla tela: la modernità o la sua inquietudine? Forse, non c’è davvero differenza. Ma per provare ad avere una risposta bisogna leggere il libro che Rachele Ferrario, storica e critica d’arte, ha dedicato alla vita e all’opera di questo geniale pittore che con i colori e il gusto della bellezza, ereditata dal sangue e dalla gentilezza della madre, ci ha mostrato il Novecento ancor prima che il Novecento venisse al mondo: Umberto Boccioni. Vita di un sovversivo (Mondadori).

 

 

La biografia di Umberto Boccioni scritta da Rachele Ferrario ha una caratteristica: cerca di avvicinare il più possibile vita e arte, assumendo il rischio che una delle due prenda fuoco. Senz’altro sembra che, ad un certo punto, prendano fuoco le pagine del libro perché il racconto della storia del cuore di Boccioni è materiale altamente infiammabile. Basti questa considerazione che ha davvero in sé qualcosa di incredibile: Boccioni morì, come Cristo, all’età di 33 anni nelle retrovie della Grande guerra cadendo da cavallo nell’agosto del 1916, ma sulla sua figura intellettuale e morale e vitalissima graveranno per tanto tempo l’ombra e la maledizione del fascismo. Eppure, il regime di Benito Mussolini inizierà a prender forma soltanto sei anni dopo la morte del giovane pittore che con il poeta Tommaso Filippo Marinetti mise al mondo il Futurismo.

UMBERTO BOCCIONI 12 UMBERTO BOCCIONI 12

 

È giusto porsi la domanda «ma se non fosse morto così bello e così giovane sarebbe diventato fascista»? È davvero una domanda strana e stralunata perché per quanto i sentimenti che agitavano il cuore del figlio di Raffaele — usciere di prefettura — e Cecilia Forlani — sarta — potessero essere in sintonia con il mito della giovinezza, della violenza, del nazionalismo che son propri del fascismo, ciò che a noi resta del grande pittore son le opere che in un sol balzo vanno ben al di là sia della vita e della morte dell’artista sia dell’inizio e della fine del regime mussoliniano, per entrare a far parte semplicemente e veracemente della bellezza dell’umanità sofferente.

 

Non si vede questa bellezza straziante nei quadri di questo «purosangue romagnolo», come lo definì Aldo Palazzeschi, nato per caso a Reggio Calabria, o di questo Picasso italiano morto troppo presto? La biografia di Boccioni scritta da Rachele Ferrario corre come il cavallo rosso de La città che sale che anticipa il cavallino dei motori di Enzo Ferrari. Si va dall’infanzia di Morciano di Romagna e Padova all’incontro decisivo a Roma con Balla, dall’amicizia con Sironi e Severini al legame con Marinetti, dagli amori e dalle donne — come Margherita Sarfatti e Vittoria Colonna, ma la donna insostituibile del pittore fu la madre — ai viaggi in Russia e a Parigi, dalle scazzottate alle polemiche su arte e amore.

 

UMBERTO BOCCIONI 12 UMBERTO BOCCIONI 12

Ma dopo aver fatto una corsa a rotta di collo nei veloci trentatré anni di Umberto Boccioni ci si rende conto davvero di aver bruciato un secolo in una giovane vita e, allora, si può dire con la Ferrario che «non è il Futurismo che fa Boccioni; è Boccioni che fa il Futurismo» e lui, pur essendo figlio del suo tempo, ha un «respiro universale» che parla a tutti gli uomini di ogni epoca. Si può arrivare a dire, come di fatto fa la critica d’arte, che Marinetti deve a Boccioni più di quanto Boccioni non debba a Marinetti: gli Stati d’animo e La città che sale ma anche Rissa in galleria sarebbero stati dipinti anche senza Marinetti, ma non senza «la pittura rivoluzionaria di Cézanne» e la velocità che si portava in petto, che altro non era che la nuova forma dell’eterna inquietudine del cuore umano. Lo si può comprendere anche mettendo da parte tanti discorsi e guardando le Forme uniche della continuità dello spazio per vedere insieme, l’umano, l’oltreumano e il disumano. Tutto in uno.

filippo tommaso marinetti 9 filippo tommaso marinetti 9 UMBERTO BOCCIONI 12 UMBERTO BOCCIONI 12 boccioni boccioni Russolo, Carra, Marinetti, Boccioni and Severini Russolo, Carra, Marinetti, Boccioni and Severini BOCCIONI 2 BOCCIONI 2 Art Life Politics, Italia 1918-1943 Boccioni Art Life Politics, Italia 1918-1943 Boccioni Boccioni Umberto Periferia 1909 Boccioni Umberto Periferia 1909 UMBERTO BOCCIONI 12 UMBERTO BOCCIONI 12

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2027 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO... 

SEGNATEVI IN AGENDA QUESTA DATA: 11 OTTOBRE 2024. SARÀ UN GIORNO CRUCIALE PER IL GOVERNO MELONI PERCHÉ LA PROCURA DI MILANO DECIDERA’ SUL RINVIO AL GIUDIZIO DEL MINISTRO DEL TURISMO DANIELA SANTANCHÉ PER LA PRESUNTA TRUFFA AGGRAVATA AI DANNI DELL’INPS SULLA GESTIONE DELLA CASSA INTEGRAZIONE NEL PERIODO COVID PER 126MILA EURO - LA PROCURA MILANESE HA ACCUSATO LA SENATRICE DI FDI ANCHE DI FALSO IN BILANCIO, ASSIEME AD ALTRE 16 PERSONE E TRE SOCIETÀ, NELLA SECONDA TRANCHE DEL “PACCHETTO VISIBILIA” – AL PALAZZO GIUSTIZIA DI MILANO, IL RINVIO A GIUDIZIO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO, MOLTI LO DANNO PER SCONTATO - LA PITONESSA HA SEMPRE DETTO CHE AVREBBE RASSEGNATO LE DIMISSIONI. DA PARTE SUA, LA DUCETTA SPERA CHE LE DIMISSIONI DELLA “SANTA” NON SI SOVRAPPONGANO A QUELLE DEL MINISTRO FITTO DESTINATO A BRUXELLES: SOSTITUENDO UN MINISTRO PER VOLTA, EVITA UN RIMPASTO DI GOVERNO CHE POTREBBE AVERE CONSEGUENZE LETALI PER L’ARMATA "BRANCAMELONI" DI PALAZZO CHIGI…

IL MINISTERO DELLA CULTURA BY SANGIULIANO ERA UN COVO DI DILETTANTI ALLO SBARAGLIO! – NON C'ERA SOLO LA “NON CONSIGLIERA” MARIA ROSARIA BOCCIA: TUTTE LE SCELTE FATTE DA “GENNY DELON” PORTANO A PERSONE SENZA ESPERIENZE ADATTE (COME MINISTRO AL DEBUTTO, GENNY AVREBBE DOVUTO CIRCONDARSI DI GENTE ESPERTA) – TRA QUESTE C’E’ L’AFFASCINANTE NARDA FRISONI, UNA SIGNORA DI BELLARIA, CHE NEL FEBBRAIO 2023 VIENE NOMINATA A CAPO DELLA SEGRETERIA. E TUTTI SI DOMANDANO: COME È POSSIBILE CHE UNA ADDETTA A RISPONDERE AL TELEFONO E A PRENDERE APPUNTAMENTI, RIESCA A CONQUISTARE UN RUOLO COSÌ APICALE NELL’ORGANIGRAMMA DI SANGIULIANO? LA LEGGENDA VUOLE CHE IL SUO NOME SIA STATO CALDEGGIATO DAL MINISTRO GIORGETTI, PERSONA CHE LEI CONOSCE, E BENE…