ABBIATE FED – IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL, PREPARA IL RITIRO DEGLI STIMOLI STRAORDINARI, CHE POTREBBE SCATTARE ENTRO FINE ANNO, MA CONTINUA A MOSTRARE MOLTA CAUTELA – E CHE SUCCEDERÀ ALL’INFLAZIONE? LA SCOMMESSA DI POWELL È CHE I RINCARI NEL SETTORE DEI CHIP E DEL TRAFFICO MARITTIMO SIANO SOLO PASSEGGERI E NON SI TRASMETTANO A SALARI E PREZZI. MA SARÀ DAVVERO COSÌ? E CHE FARÀ LA BANCA CENTRALE EUROPEA?

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1 - POWELL CAUTO: RITIRO AIUTI POSSIBILE ENTRO FINE ANNO

Marco Valsania per “il Sole 24 Ore”

 

jerome powell simposio jackson hole virtuale jerome powell simposio jackson hole virtuale

Jerome Powell alza il sipario sul piano di massima della Federal Reserve davanti alla ripresa dell'economia e nonostante la continua sfida delle varianti del coronavirus: il ritiro degli stimoli straordinari attraverso acquisti di asset per 120 miliardi di dollari al mese potrebbe scattare prima di fine anno.

 

Ma ha precisato di non avere intenzione di guidare la Fed verso brusche svolte restrittive in politica monetaria, definendo essenziale evitare reazioni a squilibri temporanei, quali è convinto restino le tensioni inflazionistiche, con l'obiettivo di scongiurare danni alla crescita. Il chairman della Fed, favorito per una riconferma del mandato nei prossimi mesi, ha anche slegato una ritirata sugli asset da futuri rialzi dei tassi di interesse.

 

jerome powell jerome powell

«Tempi e modalità della riduzione negli acquisti non comportano un messaggio diretto sui tempi d'un decollo» del costo del denaro, che tiene conto di criteri diversi e più stringenti quali la massima occupazione, ha affermato nel decretare il decoupling asset-tassi. Powell, parlando al simposio della Fed tradizionalmente a Jackson Hole e invece per il secondo anno virtuale, si è mostrato incoraggiato dall'espansione.

tapering tapering

 

Ha indicato che di recente «l'economia ha compiuto ulteriori progressi». Ha riconosciuto «la diffusione della variante Delta» del coronavirus, che crea nuovi ostacoli alla ripresa (quasi a conferma a luglio i consumi hanno frenato, +0,3% dopo l'1,1% di giugno). Ma il chairman della Fed ha asserito che «se la variante Delta rappresenta un rischio nel breve periodo, le prospettive sono buone per continui progressi verso la massima occupazione».

 

È tuttavia la cautela a rimanere la vera cifra di Powell: il suo messaggio è parso preludere, secondo gli analisti, a un debutto graduale della riduzione negli acquisti di titoli del Tesoro e bond garantiti da mutui (il cosiddetto tapering) non prima del vertice Fed di novembre. Un'ipotesi che potrebbe resistere a pressioni dell'ala più aggressiva nel ritiro degli stimoli dentro la Banca centrale, i "falchi" che vorrebbero iniziare senza indugi.

christine lagarde con mario draghi christine lagarde con mario draghi

 

Il prossimo vertice della Banca centrale è il 21 e 22 settembre. Powell ha risposto in particolare alle preoccupazioni per l'inflazione, uno degli argomenti principe per più rapidi rientri degli stimoli, scommettendo che le impreviste pressioni sui prezzi si riveleranno transitorie e parte delle tensioni legate al riscatto dalla pandemia.

 

L'aumento dell'inflazione core monitorato dalla Fed in luglio è stato del 3,6% sull'anno scorso, ben oltre il suo target flessibile del 2 per cento. «L'inflazione a simili livelli è ragione di preoccupazione - ha commentato il chairman -. La preoccupazione è però mitigata da fattori che suggeriscono come questi dati probabilmente si mostreranno momentanei».

jerome powell jackson hole jerome powell jackson hole

 

Powell ha offerto una digressione storica per sostanziare l'appello a non sbagliare nell'eccessiva fretta di reagire. Non ha ignorato la lezione degli anni Settanta, quando la Fed troppo a lungo rimase convinta di attenuazioni nelle spirali dei prezzi. E ha ricordato che «le banche centrali hanno sempre avuto il problema di distinguere tra inflazione transitoria da sviluppi più preoccupanti», affermando che davanti a questi la Fed «risponderebbe di certo» con rialzi dei tassi.

 

quantitative easing DOLLARO SIRINGA quantitative easing DOLLARO SIRINGA

Ma ha sottolineato come oggi sia rilevante soprattutto l'esperienza Fed che dagli anni Cinquanta «insegna a non cercare di compensare quelle che sono probabilmente fluttuazioni temporanee nell'inflazione». Non basta: «Rispondere può fare più male che bene. Con la significativa debolezza che rimane sul mercato del lavoro e la pandemia che prosegue, un simile errore sarebbe particolarmente dannoso».

 

Il chairman ha ricordato che «esiste tuttora molta strada da fare verso la massima occupazione». Tra gli stessi falchi nei vertici Fed sono affiorate differenze che potrebbero alla fine facilitare il consenso attorno a Powell nel mettere a punto i passi concreti del ritiro negli acquisti di asset: qualcuno chiede un'operazione rapida di pochi mesi, altri sostengono che ravvicinati inizi possono consentire proprio un percorso più lungo, altri ancora professano apertura sui dettagli.

tsmc taiwan microchip tsmc taiwan microchip

 

2 - I BANCHIERI CENTRALI ALLE PRESE CON DEBITI ALTI E FRAGILE RIPRESA

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

Due giorni fa Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc), un'azienda da 40 miliardi di euro di fatturato nel 2020, ha lasciato filtrare un'informazione di cui prenderà nota chiunque voglia comprare un'auto o un frigorifero di nuova generazione. Forte di una quota del mercato mondiale di quasi il 90% nei microchip più avanzati, Tsmc alzerà i prezzi.

tsmc - chip tsmc - chip

 

Sui semiconduttori più sofisticati il ritocco sarà del 10%, del 20% invece su quelli tradizionali presenti a centinaia in ciascuna auto nuova. Nel 2022 saliranno dunque i costi a carico di gran parte delle aziende al mondo che usano e producono beni anche con intensità modiche di tecnologia. Non passerà molto prima che queste ultime trasferiscano i rincari alle famiglie o a altre imprese, che a loro volta potrebbero fare lo stesso con sempre nuovi clienti.

 

LAGARDE DRAGHI LAGARDE DRAGHI

La scelta di Tsmc è una conseguenza della pandemia, perché l'esplosione dei supporti digitali durante i lockdown ha fatto crescere le sue vendite del 25% e ora la obbliga a investire quasi 30 miliardi di euro per rispondere alla domanda mondiale di microchip. Così Covid accelera la trasformazione degli assetti industriali, del lavoro e nei prezzi verso un nuovo equilibrio che nessuno per ora è in grado di definire con certezza.

 

Ieri alla conferenza (virtuale) di Jackson Hole Jay Powell, il presidente della Federal Reserve, ha parlato di uno «sconvolgimento in corso» nell'economia. Prima di conoscerne il punto d'arrivo però le grandi banche centrali, dalle quali dipende la tenuta di circa 20 mila miliardi di euro di debiti accumulati nel mondo durante la pandemia, devono decidere i prossimi passi.

 

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Devono scegliere quando e di quanto ridurre gli acquisti di titoli sul mercato, nell'ipotesi che la ripresa in corso regga all'impatto della variante Delta. Quanto a questo, Powell ha mostrato ieri un'umiltà che lo distingue da predecessori come Alan Greenspan. L'attuale presidente ha detto che la Fed non ha certezze.

 

Probabilmente inizierà a ridurre gli acquisti prima della fine dell'anno, però senza scarti bruschi né pensare ad alzare i tassi d'interesse per adesso. L'ipotesi di Powell è che rincari come quelli impressi da Tsmc o dai noli marittimi siano passeggeri e non si trasmettano ai salari o ai prezzi di molti altri prodotti.

iper inflazione nel 1923 iper inflazione nel 1923

 

Benché incalzato a una stretta più decisa all'interno stesso della sua banca, Powell conta di evitare mosse traumatiche. L'inflazione americana oggi al 4,2% potrebbe scendere verso il 2% senza che una reazione improvvisa della Fed destabilizzi i mercati. Nessuno però può esserne certo, oggi. E resta da vedere se la Banca centrale europea, di fronte a un'inflazione molto più bassa ma per ora in aumento, avrà la stessa cautela di Powell.

 

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A maggior ragione dopo che, in termini netti, nel 2020 gli investitori esteri si sono disimpegnati dai titoli italiani e la Bce ha fornito tutto il finanziamento del debito pubblico. Questa settimana sono bastate poche battute di Philip Lane su un possibile rallentamento degli acquisti, per trasmettere una scossa al rialzo sui rendimenti dei titoli di Stato europei (più di tutti, quelli italiani). Il terreno resta fragile, il debito alto, la ripresa senza radici profonde. E il prezzo potenziale di ogni errore sta crescendo più in fretta dei listini dei microchip di Taiwan.

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