ALITALIA CI PROVA - L’AUMENTO DI CAPITALE DA 100 MILIONI SERVE SOLO PER SOPRAVVIVERE FINO A FINE ANNO E A FAR INNERVOSIRE I FRANCESI CHE VOGLIO RINEGOZIARE IL PASSATO DI PASSERA-TOTO

Una “pezza” per non fallire e avere un po’ di tempo in più per trattare con Air France, con la finta minaccia che arrivi qualche riccone russo o arabo pieno di soldi (è molto difficile) - I francesi vogliono rinegoziare i debiti (con Intesa) e scaricare gli ordini degli aerei (la dote di Toto)…

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Alessandro Barbera per "La Stampa"

I numeri dicono che il tempo a disposizione è poco. Fra gennaio e giugno la compagnia ha accumulato 294 milioni di euro di perdite, ha bruciato un milione e mezzo al giorno, ha in cassa 128 milioni. È il peggior bilancio dalla nascita della nuova Alitalia dei capitani coraggiosi.

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Ecco perché il consiglio di amministrazione di ieri mattina ha deciso in tutta fretta di reperire risorse fresche per altri 155 milioni: cento a favore di un mini-aumento di capitale, 55 per completare il prestito obbligazionario già deliberato. Il consiglio ha convocato una nuova riunione il 3 ottobre, il 14 ci sarà l'assemblea straordinaria dei soci per l'ultimo via libera all'operazione. In tutto la ricapitalizzazione vale sulla carta 250 milioni, poiché ai 155 di oggi vanno aggiunti i 95 già raccolti. Con un andamento così fallimentare dei conti, non dureranno comunque molto.

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Tutti i soci di Alitalia sanno che senza l'ingresso rapido in una grande alleanza la compagnia non ha speranza di sopravvivere. La soluzione più naturale è la fusione nel gruppo franco-olandese, socio al 25% dal 2008. Ma oggi Alitalia vale un terzo di allora, e gli italiani vorrebbero realizzare più dei pochi denari che ricaverebbero dalla cessione delle proprie quote.

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Così come i francesi, a loro volta indeboliti dalla crisi, vorrebbero approfittare della situazione e chiudere al miglior prezzo possibile. Come spesso avviene nel poker, verso la fine della partita capita che la posta si faccia alta, e che i sorrisi delle prime giocate si trasformino in occhiatacce tese. Così al termine di cinque ore di discussione, il consiglio si è diviso: gli italiani hanno votato sì all'aumento di capitale, i francesi hanno detto no.

I francesi - che avrebbero detto la loro anche per iscritto in una lettera formale ai vertici - fanno sapere che avrebbero preferito un aumento più importante, mentre quello deliberato è basso rispetto alle esigenze di liquidità e rischia solo di rimandare il momento del redde rationem. Gli italiani a loro volta si dicono stupiti dell' accaduto, visto che i numeri sarebbero quelli concordati. Il loro retropensiero è che Air France-Klm sia tentata di restare alla finestra in attesa di mettere le mani su Alitalia fallita.

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Ma è un fatto che nelle ultime ore sono circolate cifre non coincidenti sull'effettiva entità dell'aumento, e che ai prezzi attuali i soci franco-olandesi possono salire al 50% con un esborso basso, poco sopra i cento milioni. È altrettanto nota la loro richiesta di rivedere le scadenze dei debiti, e di revocare i contratti per l'acquisto dei nuovi aerei. In entrambi i casi si tratta di decisioni che chiamano in causa due soci: Intesa - che ha sottoscritto direttamente il 9% ed è creditrice di alcuni dei soci minori - e dell'ex patron di Air One Carlo Toto, azionista del 5%.

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Che accadrà ora? Molto dipenderà dall'evolvere della trattativa su questi punti. Entro il 3 ottobre le carte si dovranno scoprire. Chi rischia di più il bluff sono gli italiani, orfani di alcuni compagni di strada (su tutti Riva e Ligresti) e che senza Air France-Klm non sono in grado di sottoscrivere l'aumento di capitale. A meno che non si materializzi all'orizzonte un cavaliere bianco. Lo stesso cavaliere bianco a lungo atteso nel 2008 e che mai si materializzò.

 

 

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