- - 1. GLI “ARZILLI VECCHIETTI” BAZOLI & GUZZETTI LANCIANO “PRODI FOR PRESIDENT” E FLEBUCCIO DE BORTOLI, PER SALVARSI LA POLTRONA, CURA IL LANCIO DEL PROF SUL CORRIERE - 2. MA QUALE MASSOLO, MA QUALE ARCURI, IN FINMECCANICA PREVALE LA LOGICA DELLA CONTINUITÀ: ALLA PRESIDENZA UP-TO-GRADE DEL GENERALE VENTURONI, ALESSANDRO PANSA AD E DUE NUOVI CONSIGLIERI NEL CDA INDICATI RISPETTIVAMENTE DA GRILLI E PASSERA - 3. LA PARTITA PER LA PRESIDENZA DELL’ASSOLOMBARDA È GIÀ FINITA: SARÀ GIANFELICE ROCCA - 4. CESAR ALIERTA, IL PATRON DI TELEFONICA, AVREBBE INTENZIONE DI METTERE IN VENDITA IL PACCHETTO DI AZIONI POSSEDUTO IN TELCO, LA SCATOLA CHE CONTROLLA TELECOM - 5. E POI SI LAMENTANO DELLE MULTI-PRESENTAZIONI TELEVISIVE DI “OPUS NEI” VESPA: SONO GIORNI CHE VEDIAMO FLORIS SALTELLANTE COL LIBRO IN MANO DA FAZIO ALLA GRUBER -

Condividi questo articolo


1. MA QUALE MASSOLO, IN FINMECCANICA PREVALE LA LOGICA DELLA CONTINUITÀ
Gli uscieri di Finmeccanica hanno impiegato meno di 24 ore per capire come finirà l'Assemblea degli azionisti che il 15 aprile sarà chiamata ad approvare il bilancio e il nuovo organigramma.

Ieri sono rimasti spiazzati dalla notizia rilanciata con rilievo dal "Corriere della Sera" sulla candidatura per la presidenza di Giampiero Massolo, il 58enne diplomatico dai baffi seducenti che a maggio dell'anno scorso è stato nominato capo dei Servizi. Per certi aspetti lo scoop sembrava credibile anche se il nome dell'ex-Segretario generale della Farnesina si aggiungeva all'elenco di papabili come Giovanni Castellaneta e Gianni De Gennaro. Per saperne di più gli uscieri si sono affacciati all'ufficio del mite Marco Forlani, l'uomo che ha già dimenticato l'ex-comandante Giuseppe Orsi e quel Carlo Maria Fenu in odore di Opus Dei che aveva l'abitudine di strapazzare i collaboratori e di vellicare i giornalisti.

Il tentativo è stato inutile, ma gli uscieri sono riusciti a sbirciare sul tavolo di Forlani la copia in anteprima del settimanale "Panorama" in cui si legge che per la carica di amministratore delegato c'è in corsa anche Domenico Arcuri, il brizzolato manager di Invitalia "che da anni scalpita per una collocazione migliore".

Di fronte a questa notizia gli uscieri si sono fatti una grossa risata perché ai loro occhi i candidati ideali per la sostituzione di Alessandro Pansa sono senza alcun dubbio Giuseppe Zampini di Ansaldo Energia e Mauro Moretti, il capo delle Ferrovie che sull'ultimo numero del settimanale "MilanoFinanza" viene definito in un editoriale troppo encomiastico di Paolo Panerai "un ingegnere mastino e illuminato".

Per quanto riguarda la presidenza gli uscieri hanno fatto un giro di telefonate anche alla Farnesina dove Massolo ha lavorato per anni, ma non sono riusciti a parlare con il suo successore, quel Michele Valensise che è rimasto dolorosamente impigliato nei pasticci indiani del ministro Terzi e sta facendo le valigie per un'ambasciata nell'Africa Sub-sahariana.

Gli unici a parlare nei corridoi del ministero degli Esteri sono stati alcuni funzionari che hanno smentito categoricamente l'interesse di Massolo per la presidenza di Finmeccanica. Sembra infatti che l'ex-diplomatico non abbia alcun interesse a lasciare il delicato incarico affidatogli da Monti e sia pronto a offrire i suoi Servizi al nuovo governo.

Un'ulteriore conferma è arrivata da via XX Settembre dove il pallido ministro Grilli ha lasciato trapelare la notizia che all'Assemblea del 15 aprile non succederà assolutamente nulla. Per quella data dovrebbe prevalere la logica della continuità con la conferma alla presidenza del 79enne generale Venturoni che dopo l'arresto di Orsi a febbraio ha assunto la presidenza ad interim. L'unica novità sarà rappresentata dalla nomina di due nuovi consiglieri di amministrazione indicati rispettivamente da Grilli e Corradino Passera, i due ministri che per indecisione e contrasti non entreranno mai nei libri di storia.


2. BAZOLI & GUZZETTI LANCIANO "PRODI FOR PRESIDENT" E DE BORTOLI, PER SALVARSI LA POLTRONA, CURA IL LANCIO SUL CORRIERE DELLA SERA
Se per qualche ragione Dieguito Della Valle incontrasse nelle prossime ore Abramo-Bazoli, rischierebbe l'infarto.

L'80enne presidente di IntesaSanPaolo sembra aver guadagnato 30 anni della sua vita e sta operando tra Milano e Roma con la frenesia di un "arzillo giovanotto". La ragione è legata alla battaglia che il mistico bresciano sta conducendo per portare Prodi al Quirinale. L'amicizia tra i due è rimasta solida fin dai tempi del defunto ministro Andreatta che ha sempre considerato il banchiere l'uomo di punta per scalfire il tempio della finanza laica e massonica che ruotava intorno a Mediobanca.

Il sodalizio non si è interrotto nemmeno quando Prodi è entrato in rotta di collisione con il cardinale Ruini, il prelato che con le sue intrusioni politiche ha dato la benedizione al Cavaliere peccaminoso.

C'è stato un momento in cui sembrava che il prudente Bazoli potesse diventare il leader dell'Ulivo e a farlo desistere furono non solo Andreatta ma anche la riunione che si tenne a Roma nello studio dell'avvocato Ripa di Meana in cui emerse la preferenza del mondo laico nei confronti del Professore di Bologna, meno mistico e molto più pragmatico.

Dopo questo endorsement il Nanni di Brescia, sposato all'erede della birra Wuhrer, fece un passo indietro e continuò a ritagliarsi la doppia figura del cattolico doc e del king maker della politica. Così lo ritroviamo nel 2006 quando a 72 anni si batte per il ritorno in campo dell'amico Prodi sul quale dice: "o Romano o si perde", e aggiunge in modo eloquente: "o Romano, oppure non contate su di me".

La storia si ripete in queste ore con telefonate e incontri che vanno in direzione soprattutto del Vaticano dove il nuovo corso inaugurato da Papa Francesco sembra perfettamente congeniale all'uomo che è stato definito "Unto del Signore". A differenza dell'amico Cesarone Geronzi, l'Abramo di IntesaSanPaolo non è una creatura anfibia che guarda con cinismo dalemiano sia il centrodestra che il centrosinistra, e anche se il suo amico Angelo Rovati lo definisce "uno dei pochi che non è organico a nessuno" non c'è dubbio che le sue energie da vecchietto ringiovanito vanno nei confronti della sponda più attenta ai valori della giustizia sociale.

L'unica sbandata è avvenuta in famiglia per colpa dell'irrequieto Gregorio Gitti, l'avvocato professore che ha sposato la figlia Chiara e si è invaghito di Mario Monti. L'illusione ormai è spenta e l'idea di legare le sorti del Professore bocconiano a quelle di Bersani è passata in archivio. Adesso la parola d'ordine per il papa laico bresciano,che insieme all'anziano Guzzetti sovrasta di dieci palmi i minus habens dellla politica, è "Prodi for president". Questo messaggio è stato fatto pervenire anche alle orecchie di Flebuccio De Bortoli, il direttore del "Corriere della Sera" che potrà salvare la poltrona se avrà la giusta attenzione nei confronti dell'"amico" Romano.


3. LA PARTITA PER LA PRESIDENZA DELL'ASSOLOMBARDA, LA PIÙ POTENTE ASSOCIAZIONE DI CONFINDUSTRIA, È GIÀ FINITA: SARÀ GIANFELICE ROCCA
La partita per la presidenza dell'Assolombarda, la più potente associazione di Confindustria, è già finita ,ma le regole di viale dell'Astronomia impongono il rispetto della liturgia.

Per la successione di Alberto Meomartini sono in pista quattro candidati: Giuliano Asperti (vicepresidente), l'imprenditore di Isagro Giorgio Basile, l'imprenditrice della comunicazione Adriana Mavellia e Gianfelice Rocca, patron del Gruppo Techint.

A partire da giovedì prossimo e per altri due giorni tre saggi di Assolombarda dovranno sciropparsi un incontro con i 160 membri che compongono la Giunta, un rito estremamente noioso che serve a salvare un pizzico di trasparenza e di democrazia.

In realtà anche le madame milanesi che fanno shopping in via Montenapoleone sanno che il nuovo presidente sarà Gianfelice Rocca, l'imprenditore classe 1948 che dopo la laurea in fisica a Milano e il master ad Harvard dal 1974, da quando aveva 32 anni ha messo le sue energie a costruire l'impero Techint e a diventare miliardario insieme al fratello Paolo.

Nell'ultima sciocca classifica di "Forbes" sui paperoni del mondo, entrambi occupano il 166° posto e hanno la soddisfazione di precedere di tre lunghezze quel Berlusconi che ha dissipato molta ricchezza in attività libertine.

A differenza del Cavaliere Gianfelice Rocca non ha tentazioni e negli ambienti milanesi si dà per certa la sua adesione all'Opus Dei alla quale avrebbe aderito contestualmente alla Trilateral. Sul suo nome per Assolombarda c'è la convergenza delle grandi imprese che considerano l'arrivo di Rocca una sorta di rivincita nei confronti di Bombassei contro il quale si è misurato nella battaglia per la presidenza di Confindustria vinta da Squinzi.

A dare una mano all'imprenditore che nel 2011 ha fatturato qualcosa come 24 miliardi di dollari, è spuntato Silvio Sircana, l'ex-portavoce di Prodi che oltre ad essersi guadagnato la nomina in Parlamento ha una lunga esperienza di lobbista.


4. L'INTENZIONE DI CESAR ALIERTA, IL PATRON DI TELEFONICA, DI METTERE IN VENDITA IL PACCHETTO DI AZIONI POSSEDUTO IN TELCO, LA SCATOLA CHE CONTROLLA TELECOM.
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che ai piani alti di Telecom c'è molta attesa per le decisioni che saranno prese giovedì prossimo nel consiglio di amministrazione.

In quell'occasione non dovrebbe avvenire il colpo di scena delle dimissioni di Franchino Bernabè, accusato da alcuni consiglieri e dal solito professore rompicoglioni Luigi Zingales, di essere povero di fantasia e di strategia. Un gesto che Bebè non farà mai, magari tocca ai consiglieri del CDA sfiduciarlo elencando i motivi.

Piuttosto sarà l'occasione per mettere un po' di luce sulle voci che riguardano il matrimonio tra Telecom e 3 Italia, l'azienda controllata dal gruppo cinese Hutchinson Wampoa. Intorno a questa operazione grava lo stesso scetticismo che si respirava quando Franchino tirò fuori dal cilindro l'offerta di tre miliardi del faraone Sawiris. Lancio di presunti azionisti per allungare il brodo e restare in sella.

C'è invece una voce che va registrata perché sembra avere più fondamento e riguarda l'intenzione di Cesar Alierta, il patron di Telefonica, di mettere in vendita il pacchetto di azioni posseduto in Telco, la scatola che controlla Telecom.

Secondo i rumors Alierta si è stufato di perdere quattrini in Italia, non più decisiva sul mercato sudamericano, e starebbe cercando con l'aiuto di alcune banche internazionali un acquirente della sua quota".

5. E POI SI LAMENTANO DELLE MULTI-PRESENTAZIONI DI VESPA: SONO GIORNI CHE FLORIS SALTELLA COL LIBRO IN MANO DA FAZIO ALLA GRUBER
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, già responsabile della Vigilanza in Banca d'Italia, ha smesso di vigilare.

Non si capisce altrimenti la ragione per cui consenta ai giornalisti conduttori di talk show di saltellare da un programma all'altro per presentare i loro spasmi letterari.

L'ultimo esempio è quello di Giovanni Floris, il conduttore dal 2002 di "Ballarò" che ha sfornato il libro "Oggi è un altro giorno. La politica dopo la politica". Il malvezzo, inaugurato da Bruno Vespa, di usare la televisione per la pubblicità dei propri spasmi ha raggiunto il culmine nella puntata del 24 marzo di "Che tempo che fa" condotta da Strazio Fazio. E ieri sera il 46enne giornalista ha replicato nel salottino di Lilli Gruber controllato da "La7" dove pero' la povera Tarantola non ha vigilanza".

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...