IL BANCAROTTIERE MARCO MARENCO, EX PATRON DI BORSALINO, È STATO LOCALIZZATO GRAZIE AL SUO ACCOUNT SKYPE - LA VORAGINE DEI DEBITI POTREBBE SUPERARE I 3,5 MILIARDI STIMATI FINORA - LUI RISCHIA 30 ANNI DI GALERA

Il calcolo emerge dalla somma delle accuse di bancarotta fraudolenta aggravata e degli altri reati contestati che vanno dall’appropriazione indebita all’evasione fiscale alla truffa e al riciclaggio - Una parte consistente della distrazione di risorse è stata operata col trasferimento all’estero di quote societarie…

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Gianluca Paolucci per “la Stampa”

 

ALAIN DELON E BELMONDO CON IL BORSALINO ALAIN DELON E BELMONDO CON IL BORSALINO

Alla fine Marco Marenco, pluribancarottiere e patron di Borsalino, è stato tradito dalla sua stessa prudenza. Parlare sempre e solo tramite internet o su telefoni criptati per evitare di essere intercettato ha permesso agli inquirenti di rintracciarlo localizzando il suo account Skype. Da qui, grazie alla collaborazione con le autorità elvetiche è partita la ricerca e l’individuazione anche grazie all’analisi di immagini del sistema di videosorveglianza della città di Lugano dell’imprenditore astigiano che ha portato, venerdì scorso, alla sua cattura da parte della polizia cantonale ticinese.

 

Ma la voragine dei debiti di Marenco potrebbe superare i 3,5 miliardi di euro stimati finora. E lui, il patron di Borsalino autore di uno dei più grandi dissesti della storia d’Italia, rischia fino a 30 anni di carcere. Il calcolo emerge dalla somma delle accuse di bancarotta fraudolenta aggravata e degli altri reati contestati al patron di Borsalino, reati che vanno dall’appropriazione indebita all’evasione fiscale alla truffa e al riciclaggio.

 

BERLUSCONI CON IL BORSALINO BERLUSCONI CON IL BORSALINO

Al conto definitivo del «buco» mancano ancora pezzi importanti. Una parte consistente della distrazione di risorse è stata operata col trasferimento all’estero di quote societarie, passate sotto l’ombrello della tedesca Fisi Gmbh, a sua volta controllata dalla Helm ltd con sede nell’Isola di Man. A questa parte della galassia societaria di Marenco fanno capo una serie di attività nell’energia, soprattutto centrali idroelettriche distribuite tra l’arco alpino e l’Appennino. Un patrimonio finora sfuggito ai sequestri ordinati dalla procura ma che non è escluso possano essere «aggrediti» dall’inchiesta.

LEO DI CAPRIO CON IL BORSALINO LEO DI CAPRIO CON IL BORSALINO

 

Ora il finanziere si trova in carcere a Lugano. Una volta estradato, dovrà rispondere alle molte domande degli inquirenti. In primo luogo, se e in che misura vorrà mettere a disposizione il suo patrimonio personale all’estero per risarcire i creditori della miriade di società del suo gruppo. La sua collaborazione con l’inchiesta sarà essenziale, secondo quanto trapela dalla procura di Alessandria, per la definizione della posizione processuale dell’imprenditore.

 

Agli atti dell’inchiesta esiste già una sua assunzione di responsabilità rispetto al dissesto. Si tratta dal verbale redatto nello studio di Stefano Ambrosini, curatore del fallimento Speia (una delle 7 società dichiarate fallite, da sola «vale» 1,318 miliardi di debiti): «Ero io che decidevo le politiche di bilancio, dando le direttive alle persone che occupavano poi materialmente di redigerli», dice il finanziere. Era il 23 dicembre del 2013. La storia dell’incredibile voragine creata da Marenco era appena agli inizi.

JOHNNY DEPP CON IL BORSALINO JOHNNY DEPP CON IL BORSALINO

 

2sa32 giovane borsalino 2sa32 giovane borsalino

 

 

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