BANCHE "DETERIORATE" – PER LA BCE IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO HA ANCORA TROPPE SOFFERENZE – E UNICREDIT CORRE AI RIPARI CEDENDO 1,2 MILIARDI DI CREDITI "DUBBI" AD ANACAP

Sabine Lautenschlager, membro del board della Bce, concede che le nostre banche “sono molto migliorate nei livelli di capitale e nella governance”. Ma sulle sofferenze bisogna fare di più, anche se la banchiera non si sbilancia sullo strumento della "bad bank" con garanzia statale...

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Francesco Spini per “la Stampa

 

SABINE LAUTENSCHLAGER SABINE LAUTENSCHLAGER

Il sistema bancario tricolore? «È migliorato molto nei livelli di capitale e nella governance, ma c’e ancora qualcosa da fare per esempio sul piano dei Npl», i crediti deteriorati che da anni appesantiscono i bilanci delle banche. Secondo Sabine Lautenschlager, membro del board della Banca centrale europea, ieri a Milano per un convegno all’università Bocconi «in generale siamo sulla strada giusta».

 

Per risolvere il problema dei crediti dubbi, secondo Lautenschlager, la soluzione non passa solo dalla bad bank che è «uno degli strumenti possibili di cui tener conto, ma non l’unico». Secondo il banchiere, che per il momento non si sbilancia su un ampliamento del «quantitative easing («è troppo presto per parlarne», dice), la bad bank è «una delle possibili misure» da sviluppare «tenendo però conto delle normative nazionali».

Lautenschlager e Schaeuble Lautenschlager e Schaeuble


A livello europeo, invece, i risultati dell’ultimo test della Bce (lo Srep, il processo di valutazione e revisione prudenziale) sui 123, di cui 13 italiani, istituti vigilati da Francoforte fanno emergere in particolare problemi in tema di governo societario. «Una serie di banche, pur soddisfacendo i requisiti nazionali, non abbraccia le migliori pratiche internazionali», spiega il banchiere. Insomma: sono sul filo di lana.

 

MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA

«Le nostre principali osservazioni - aggiunge - includono esempi di concentrazioni di poteri nella mani di singoli membri del cda, la mancata separazione tra funzioni di gestione del rischio e di audit all’interno di una banca, l’esistenza di asimmetrie informative tra i membri del cda e casi in cui quest’ultimo non dedica abbastanza tempo a discutere e ponderare singoli problemi».

 

Tutte criticità, quelle elencate, che «riducono la qualità del processo decisionale e la consapevolezza dei rischi» in banca «e possono mascherare, se non incoraggiare, il malcostume». Per questo il Meccanismo di vigilanza unico procederà a un supplemento di inchiesta «richiedendo alle banche di dare un seguito a quanto emerso dal nostro esame».

federico ghizzoni (2) federico ghizzoni (2)


In attesa che arrivi una soluzione per i crediti dubbi, sul mercato si muovono ancora soprattutto i grandi gruppi. Unicredit stringe un accordo con AnaCap per il trasferimento, con la formula pro-soluto, di un portafoglio di crediti in sofferenza del valore nominale di 1,2 miliardi di euro.

 

Si tratta di crediti di vecchissima formazione, sia garantiti sia no, a Pmi e piccole attività economiche. L’accordo, spiega l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, «fa parte del programma in corso ormai da un anno e mezzo di progressiva cessione dei portafogli».

 

 

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