BERLUSCONI BOCCIATO ALL’UNIVERSITA’: KO IL PROGETTO DELL’ “ATENEO LIBERALE”

Il progetto dell’ “Università del pensiero liberale” di Villa Gernetto tramonta - Il valore della residenza a picco: da 68 a 51 milioni - Il motivo? “L’impossibilità di ipotizzare, nel breve periodo, un remunerativo utilizzo del prestigioso sito” - Si va alla vendita? - -

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Stefano Sansonetti per La Notizia

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Dopo le sconfitte giudiziarie arriva anche la fine del sogno accademico. Eppure Silvio Berlusconi, anni fa, sembrava riporre molte speranze nell'"Università del pensiero liberale". Era l'ambizione di costruire una sorta di ateneo di Forza Italia, poi diventata Pdl. Peccato che oggi, dopo 75 milioni di investimento complessivo, quel progetto sia praticamente tramontato. La super-residenza acquistata per ospitarvi i corsi, la settecentesca Villa Gernetto a Lesmo, è stata pesantemente svalutata.

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E al momento, come emerge dai documenti contabili della società che la custodisce, la Fininvest Sviluppi Immobiliari, non si sa nemmeno che fine debba fare. Chissà, forse potrebbe anche essere messa in vendita. E pensare che nel 2010, felice come non mai per le sorti del suo "gioiellino immobiliare", il Cavaliere aveva annunciato che il primo docente dell'Università del pensiero liberale sarebbe stato il presidente russo Vladimir Putin. Su tutto questo, adesso, è stata scritta la parola fine.

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Il documento
L'amara realtà viene fuori dall'ultimo bilancio 2012 della società che gestisce Villa Gernetto. La mazzata è rappresentata da una perdita secca per la Fininvest Sviluppi Immobiliari di 14,5 milioni di euro, una catastrofe rispetto al rosso di 516 mila euro fatto segnare l'anno precedente. Come mai questa voragine? La relazione sulla gestione spiega che è stato necessario provvedere a contabilizzare svalutazioni per 17,4 milioni di euro.

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Se prima della correzione Villa Gernetto, compresi terreni e impianti, era riportata in bilancio al valore di 68,4 milioni di euro, adesso ne vale 51. Una rettifica di valore, prosegue il documento, che "costituisce la presa d'atto dell'impossibilità di ipotizzare, nel breve periodo, un remunerativo utilizzo del prestigioso sito, concepito per ospitare eventi di alta rappresentanza e attività didattiche di elevato profilo". Se non è un requiem poco ci manca. Addirittura la controllante Fininvest ha comunicato "la rinuncia all'esercizio del diritto d'opzione per la stipula del contratto di locazione del fabbricato storico di Villa Gernetto".

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Rebus sic stantibus, cosa accadrà in futuro? Una risposta precisa nel bilancio non c'è, ma potrebbe non essere esclusa la vendita. Qualche mese fa, infatti, Fininvest Sviluppi Immobiliari ha affidato a una società del settore, la Reag spa, il compito di valutare il complesso. Ebbene, proprio la Reag ha determinato in 51 milioni di euro "il valore di mercato attribuibile in blocco".

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Naturalmente prima di privarsi di un bene del genere, soprattutto in questo momento di mercato depresso, bisogna pensarci bene. Ma la recente stima potrebbe, un domani, preludere anche a una cessione. Si vedrà. Di certo l'investimento iniziale è stato in buona parte bruciato. Lo stesso bilancio ricorda che complessivamente si tratta di 75,2 milioni di euro, di cui 35 milioni per l'acquisto del complesso immobiliare, 36,5 milioni per opere edili e impianti e 3,7 milioni per attrezzature e dotazioni.
Il Fisco attacca i cinema romani di Silvio

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Che poi Fininvest Sviluppi Immobiliari non si esaurisce con Villa Gernetto. Nel patrimonio immobiliare della società, infatti, rientrano anche diverse sale cinematografiche: King, Giulio Cesare, Fiamma ed Embassy a Roma e la multisala Odeon a Milano. Ora, proprio sul "mattone" romano da anni si è concentrata l'attenzione del Fisco. Dal bilancio risulta infatti che la società ha ancora stanziati 278 mila euro per far fronte a contenziosi in atto con il comune di Roma in tema di Ici.

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In sostanza l'amministrazione capitolina, tempo fa, ha inviato alla società accertamenti ai fini dell'allora Imposta comunale sugli immobili.
Contro questi atti, relativi ai periodi di imposta dal 2000 al 2003, Fininvest Sviluppi Immobiliari ha presentato ricorso, parzialmente accolto dalla Commissione tributaria provinciale. Il comune di Roma, però, ha presentato appello, introducendo quindi un secondo grado di giudizio che è ancora pendente. E in attesa del quale si tengono pronti 278 mila euro.

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Nel corso del 2012, però, sono stati utilizzati 83 mila euro per saldare un altro avviso di accertamento, questa volta relativo a Villa Gernetto, per omessa dichiarazione Tarsu relativa agli anni 2010 e 2011. Insomma, oltre alla beffa del sogno accademico che tramonta definitivamente, sui gioielli immobiliari di Fininvest è piombato anche il Fisco. Nessuna cifra particolarmente rilevante, per carità, ma pur sempre l'ennesima tegola caduta addosso alla società riconducibile all'ex presidente del consiglio.

Si vende
Che l'opzione vendita di qualche cespite sia sul piatto, tra l'altro, è confermato ancora dai documenti contabili di Fininvest Sviluppi Immobiliari. "Nel corso dell'esercizio", si legge, "il consiglio di amministrazione ha conferito ai legali rappresentanti specifici poteri per l'alienazione di quote di patrimonio immobiliare di proprietà, fissando condizioni e prezzi minimi". Le conseguenti attività commerciali, però, "non consentono di ipotizzare, nel breve, la definizione di accordi vincolanti per la cessione dei beni". In ogni caso, come si vede, ci si sta provando.

 

 

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