CALCIO MODERNO: COSI’ I SOLDI HANNO SPENTO PER SEMPRE LA TORCIDA DEL MARACANA’

Oggi il debutto del nuovo Maracanà: amichevole di lusso Brasile-Inghilterra - I tifosi in rivolta: aboliti i settori popolari per far posto a 110 lussuosi box da 7mila euro - Cancellata la mitica Geral, il settore delle tifoserie organizzate - Lo stesso destino da business del Carnevale di Rio…

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Emiliano Guanella per La Stampa

All'interno del nuovo stadio Maracanà ci sono 78.900 posti, tutti a sedere. Un gioiello per il governo brasiliano e per gli organizzatori di Mondiali e Olimpiadi, un mostro per nostalgici e oppositori: il nuovo stadio Maracanà debutta oggi con gli occhi del mondo puntati addosso.

PROTESTE AL MARACANAPROTESTE AL MARACANA

Gli onori di casa li fa la Seleçao di Luis Felipe Scolari e del neoacquisto del Barcellona Neymar con un test match importante contro l'Inghilterra, che servirà soprattutto per fare il punto in vista della Confederations Cup.

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Per una volta, però, l'attenzione non sarà sui 22 in campo ma sull'arena, la più attesa fra quelle che il Brasile ha costruito, alcune delle quali sono ancora in pieno cantiere. Uno stadio all'insegna della modernità, diversissimo dal vecchio e glorioso Maracanà, con tutt'altro concetto architettonico e filosofia di fondo: non più quel grande e imperfetto catino delle emozioni popolari e a buon mercato, ma una struttura avveniristica dove ogni spettatore ha la sua sedia numerata, il suo accesso riservato, la visibilità perfetta.

Miglioramenti necessari e in linea con gli standard Fifa, che però faranno presumibilmente aumentare il prezzo dei biglietti. Le vecchie volpi del calcio carioca mettono già le mani avanti: «I tifosi del Flamengo - spiega l'ex presidente del club Antonio de Abrantes, lo stesso che concluse vent'anni fa la cessione di Zico all'Udinese - sono generalmente delle classi sociali più umili e andavano allo stadio spendendo poco. Chi dirà loro che per vedere una partita di campionato dovranno sborsare anche duecento reais, un quinto di un salario minimo?».

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La geografia del nuovo stadio è, in questo senso, molto chiara. Scompare la storica Geral, il settore di posti in piedi più vicino al campo di gioco, dove erano solite posizionarsi le tifoserie organizzate: un luogo mitico, rappresentato in decine di film o canzoni di samba, dove si formava la coscienza critica, il ventre rumoroso al quale ogni tecnico, anche il più cocciuto, doveva prestare attenzione.

Al suo posto ora ci sono le sedie premium, circa diecimila, e i moderni box per i vip, per molti il vero business del nuovo Maracanà; sono 110 locali di 50 metri quadrati ciascuno, con un salotto climatizzato e una terrazza da 25 posti a sedere. Per accedervi il costo iniziale è
intorno ai ventimila reais, più di settemila euro, destinato ad aumentare per i grandi eventi.

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«Un processo spiega Jose Carlos Araujo, decano dei giornalisti sportivi brasiliani - già visto con le sfilate del carnevale di Rio de Janeiro, trasformate in uno spettacolo comodo e lussuoso per pochi intimi, mentre il resto lo guarda in televisione».

La realizzazione dello stadio è stata preceduta da altre polemiche, comuni tra l'altro agli altri impianti: la rimozioni forzate di case precarie nei quartieri adiacenti, l'aumento del budget in corso d'opera, la sistemazione dei proprietari delle cosiddette «sedie perpetue», i rapporti perlomeno discutibili i finanziatori pubblici e i costruttori, che sono diventati anche gestori guadagnando così due volte sullo stesso progetto.

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I privati per contratto dovranno garantire almeno sessanta partite di calcio e non potranno realizzare più di due eventi non sportivi all'anno. Se si considera, però, che la media degli spettatori del campionato locale non supera i ventimila paganti, non si capisce come faranno a sostenere i costi di mantenimento: c'è il sospetto che lo Stato, ancora una volta, ci metterà del suo.

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«Di tutto questo - spiega Araujo - ci renderemo conto dopo il Mondiale perché fino ad allora il Paese vivrà in uno stato di trance collettivo tifando per la Seleçao, mentre la tv incenserà a più non posso le bellezze del nuovo Maracanà».

 

 

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