IN CASO DI DEFAULT DELLA GRECIA NON CI SARÀ IL DELIRIO COME AVVENNE PER L’ARGENTINA E I TANGO BOND - A FEBBRAIO 2012 I DETENTORI PRIVATI DI TITOLI DI STATO GRECI HANNO DOVUTO ACCETTARE IL TAGLIO DEL 50% DEL VALORE DEI TITOLI

Con il declassamento delle agenzie di rating i titoli di Atene sono da tempo stati classificati come “junk bond” (titoli ad altissimo rendimento e dunque “spazzatura”) uscendo dai circuiti delle obbligazioni vendute direttamente alle famiglie - Almeno dal 2012 i Partenone bond sono titoli altamente speculativi…

Condividi questo articolo


TANGO BOND TANGO BOND

M.Sid. per il “Corriere della Sera”

 

Luigi Einaudi diceva che i risparmiatori hanno memoria da elefante e zampe da lepre. Ricordano tutto e scappano veloci. Con la loro memoria da elefante molti italiani ricorderanno uno dei pochi casi in cui la zampa di lepre nulla potè per salvarli: il default della Repubblica Argentina.

 

All’apice di quella crisi, il 20 dicembre del 2001, l’appena eletto presidente Fernando de la Rua fu costretto addirittura a scappare in elicottero dalla Casa Rosada. La folla inferocita aveva circondato la dimora presidenziale al centro di Buenos Aires. Tre giorni dopo — di domenica — il suo successore Adolfo Rodríguez Saá dichiarò al mondo il default sul debito sovrano (su Youtube si può ancora trovare il filmato con la ola da stadio che gli tributò il parlamento argentino).

crisi finanziaria grecia fallimento rischio default crisi finanziaria grecia fallimento rischio default

 

Il lunedì 450 mila risparmiatori italiani che possedevano un’enorme quantità di Tango bond (14 miliardi di euro) non poterono fare altro che scoprire che valevano meno del 20% del loro valore facciale. Ora che la parola default aleggia sul debito greco la domanda è se dopo il caso dei Tango bond dobbiamo preparaci a quello dei «Partenone bond».

 

In realtà la situazione appare molto diversa, almeno in termini di impatto. I titoli del debito greco trattati sul Mot, dunque acquistabili anche con delle semplici piattaforme di trading online dal proprio computer, sono molto ridotti perché la Grecia non è l’economia argentina del 2000 e non ha mai potuto fare grandi emissioni. Inoltre vanno considerati due fattori: a ben guardare questi titoli scontano già un sostanziale default con un tasso di rendimento a due anni superiore al 25%.

 

GRECIA RISCHIO DEFAULT GRECIA RISCHIO DEFAULT

Senza contare che un «default» mascherato c’è, di fatto, già stato. Nella notte fra il 20 e il 21 febbraio 2012 a Bruxelles l’Eurogruppo approvò la tranche di aiuti per la Grecia di 130 miliardi, rimandando il crac della penisola ellenica. Ma a marzo si verificò comunque quello che tecnicamente si chiama l’haircut del debito: una sforbiciata. I detentori privati di titoli di stato greci dovettero accettare obtorto collo il taglio del 50% del valore nominale dei titoli (contro il 70% che l’Argentina impose in due fasi, nel 2005 e el 2010, ai propri creditori).

 

Peraltro con il declassamento delle agenzie di rating i titoli di Atene sono da tempo stati classificati come «junk bond» (titoli ad altissimo rendimento e dunque «spazzatura») uscendo dai circuiti delle obbligazioni vendute direttamente alle famiglie. Almeno dal 2012 i Partenone bond sono titoli altamente speculativi. E, comunque, si tratta di magre emissioni, non paragonabili al fiume di obbligazioni argentine che inondò Italia, Germania, Usa e perfino il Giappone.

GREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE GREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE

 

Per dire: ancora oggi mancano all’appello Tango bond, in mano agli italiani e mai presentati ai concambi aperti da Buenos Aires, per un miliardo di euro.

Se però il default di Atene è già stato sostanzialmente scontato dai mercati c’è un altro rischio che grava su titoli greci. E si chiama Grexit. Con l’uscita dall’euro i creditori si troverebbero in mano dei titoli in qualche moneta che ora potremmo chiamare la dracma 2. Questa valuta con il distacco subirebbe per forza di cose una grave svalutazione, ergo i titoli greci subirebbero un forte effetto negativo valutario.

 

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?

DAGOREPORT – VOCI (NON CONFERMATE) DALL’IRAN: IL REGIME DELL’AYATOLLAH AVREBBE TESTATO UN ORDIGNO NUCLEARE NEL DESERTO DI SEMNAN – SAREBBE UN MONITO PER NETANYAHU: NON ATTACCARE SENNO’ RISPONDIAMO CON L’ATOMICA – PIU’ DELLE MINACCE DI KHAMENEI CONTA L’ECONOMIA: CINA E INDIA SONO I PRINCIPALI CLIENTI DEL PETROLIO DI TEHERAN E SE “BIBI” COLPISCE I SITI PETROLIFERI IRANIANI PUO’ TERREMOTARE L’ECONOMIA GLOBALE – BIDEN CHIAMA NETANYAHU E GLI CHIEDE DI NON TOCCARE I GIACIMENTI…

DAGOREPORT - PERCHE LA DUCETTA HA DATO ORDINE DI VOTARE SCHEDA BIANCA SULLA CONSULTA? PERCHÉ ALTRIMENTI SI SAREBBE RITROVATA IN QUEL POSTO MOLTE SCHEDE BIANCHE DA PARTE DELLA SUA MAGGIORANZA – TRA I CONTRARI A VOTARE MARINI, IL CONSIGLIERE GIURIDICO DELLA MELONA, AUTORE DEL PREMIERATO, SI CONTANO 3-4 PARLAMENTARI DI FORZA ITALIA. ALTRI MALPANCISTI ERANO ANCHE DENTRO FRATELLI D’ITALIA (VEDI “LA TALPA” DELLA CHAT), MA IL GROSSO DEGLI “INFAMI” SAREBBE ANNIDATO NELLE FILE DELLA LEGA - L’ELEZIONE DI MARINI SERVE COME IL PANE ALLA DUCETTA PER AVERE UN UOMO FIDATO ALL’INTERNO DELLA CONSULTA CHE SARA’ CHIAMATA A DARE IL SUO GIUDIZIO SULL’AUTONOMIA LEGHISTA. LA STATISTA DELLA GARBATELLA SPERA CHE VENGA DICHIARATA INCOSTITUZIONALE, SALTEREBBE COSI' UN REFERENDUN CHE POTREBBE ESSERE L'INIZIO DELLA FINE DEL GOVERNO DUCIONI...