LA CONSOB DEL GIORNO DOPO - L’AUTORITÀ CHIEDERÀ CONTO A CAIRO DELLA SCELTA DI NON ACCANTONARE NEMMENO UN EURO AL FONDO RISCHI, IN PREVISIONE DELLA CAUSA DA BLACKSTONE A NEW YORK - SUL FATTO CHE RCS AVESSE IGNORATO IN BILANCIO LA DISPUTA CON GLI AMERICANI E LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DA 600 MILIONI DI DOLLARI C’ERANO MOLTE PERPLESSITÀ, SIN DALL’INIZIO. A URBANETTO POTREBBERO ANCHE CHIEDERE PERCHÉ LO SCORSO ANNO ABBIA CHIESTO E OTTENUTO UNA MANLEVA SU SUE EVENTUALI PERSONALI RESPONSABILITÀ...
urbano cairo foto di bacco (3)
Dagoreport
Che aria tira a Milano dopo la vittoria di Blackstone nell'arbitrato contro Rcs? La "santa alleanza" dei poteri forti milanesi, che comprende banche e grandi aziende, si sta fregando le mani e gode: ha sempre liquidato Urbano Cairo come un abusivo torinese e non ha mai amato il "suo" Corriere.
Per l'alta società meneghina che conta (i dané), Urbanetto ha ''distorto la natura'' borghese, un po' radical-snob e liberal-conservatrice del quotidiano.
Non solo: Cairo è stato percepito come un intruso, un "arrogante" che non ha mai imbastito una vera operazione diplomatica verso le élite sotto la Madunina, non avendo mai frequentato quei salotti che funzionano da "camera di compensazione" del potere (come quelli di Chiara Beria d'Argentine, Chiara Bazoli in Sala e Chicca Olivetti, etc.).
Il presidente del Torino ora è in difficoltà. Le sue mosse sono sotto la lente d'ingrandimento e tutti si chiedono: perché non ha accantonato nemmeno un euro al fondo rischi, in previsione della causa di Blackstone? Era sicuro di vincere? E se così fosse, perché ha chiesto e ottenuto una manleva su sue eventuali personali responsabilità? Non si sa.
Quel che è certo è che il suo "consigliere in chief" e avvocato, Sergio Erede, è nel pallone. Quello che era considerato uno dei legali "di sistema" più potenti d'Italia, con il caso Rcs-Blackstone, ha subìto la sua terza pesante sconfitta degli ultimi mesi.
Ha prima convinto Del Vecchio a entrare in Mediobanca, garantendogli che la Bce avrebbe dato il suo ok senza problemi, salvo poi dover rinculare con Del Vecchio obbligato a ingoiare il piano industriale e la governance by Nagel (per ottenere il lasciapassare della Bce a salire al 20%). Il "paperone di Agordo" è stato poi costretto a fare entrare, come ''guastatore'', il suo alleato Caltagirone.
La seconda batosta Erede l'ha ricevuta sul caso Mediaset-Vivendi, dove l'avvocato Carlo Montagna (partner dello studio Erede) ha a lungo duellato con i francesi senza cavare un ragno dal buco fino a quando, su input di Marina Berlusconi, non è subentrato l'avvocato Fossati dello studio Chiomenti (battaglia legale che ha anche sancito la "sparizione" dai radar dell'avvocato Ghedini).
Per lo studio Bonelli Erede, insomma, una Caporetto senza appello. E gli "addetti ai livori" maramaldeggiano: "Queste sconfitte dovrebbero suggerire maggiore prudenza nelle esternazioni pubbliche aventi a oggetto le controversie in corso…"
I tempi della causa tra Cairo, sostenuto da Unicredit, e Blackstone saranno lunghi, ovviamente. Ma il primo scossone dell'arbitrato è bastato a mettere Urbanetto all'angolo, assediato dai potentoni meneghini che non vedono l'ora di scippargli il "Corriere", e a scardinare gli equilibri tra gli studi legali d'affari. Se Bonelli-Erede ha perso smalto, sono in ascesa le quotazioni dello studio Chiomenti e Gatti-Pavesi.
studio Chiomenti caltagirone Alberto Nagel Leonardo Del Vecchio
urbano cairo tim cook andrea ceccherini