Simona Brandolini per il ''Corriere della Sera''
giulia maria crespi cascine orsine
«Sono una donna libera, ma anche schiava delle cose in cui credo», un manifesto politico quello di Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai e «agricoltore da 50 anni». Ambientalista, da tempo è paladina della biodinamica, che fonda le proprie radici nell' antroposofia di Rudolf Steiner e per questo vista con sospetto da pezzi di Accademia italiana.
«Più che sospetto direi che ci attaccano e boicottano, ma io ne rido», precisa. Le strade del Fai e della biodinamica hanno corso parallele nella vita della signora Crespi, per poi incrociarsi. I tanti terreni gestiti dal Fondo ambiente Italia verranno, col tempo, convertiti ai principi steineriani. «Perché tutto è collegato nella vita. E l' Italia è quella rappresentata dal dipinto del Buon governo nel Palazzo ducale di Siena: da una parte la città, con le chiese, le torri, dall' altra la campagna, le case coloniche, i contadini al lavoro».
Giulia Maria Crespi si riposa, sorseggiando una tisana, in una sala del complesso monumentale Donnaregina a Napoli dove si è tenuta la due giorni «Per la Rinascita del Sud: le nuove frontiere dell' agroecologia».
Cosa unisce la sua battaglia per la salvaguardia del patrimonio artistico italiano con l' impegno per un' agricoltura ecologica?
«Agricoltura è paesaggio, che vuol dire biodiversità, tener viva la natura. Vuol dire anche resistere alla cementificazione selvaggia, lavorare contro il dissesto idrogeologico e anche prevenire i danni causati dai terremoti mettendo in sicurezza questi meravigliosi borghi e i loro beni artistici. E vuol dire turismo, cucina, artigianato. Tutto è collegato, sempre».
Vuol dire quindi economia e occupazione?
«Certo. Prendiamo il Sud, è pieno di terre abbandonate in zone bellissime, la percentuale di disoccupati è altissima, chi lavora spesso viene pagato in nero oppure per pochi euro al giorno e ci sono centinaia di extracomunitari rinchiusi, inutilizzati, e il fare nulla porta alla delinquenza. Le aziende biodinamiche occupano molte più persone rispetto a quelle destinate alle monocolture. Nella mia, Cascina Orsine, lavorano 30 persone per 600 ettari, se avessimo monocolture ne impiegheremmo 5 o 6».
Secondo il piano strategico del ministro dell' Agricoltura, Maurizio Martina, sul biodinamico ci dovrebbero essere un «approfondimento professionale e sperimentazione in due atenei» e la «costituzione di un comitato permanente di coordinamento per la ricerca». Ma lei lo ha criticato perché assente al convegno di Napoli.
«Un caso strano, vero? Un virus ha fatto ammalare un ministro, un viceministro e il rettore della Federico II. E, in nome di questo virus, sono stati invitati alcuni oratori della facoltà di Agraria a non partecipare a questo convegno. Sono grata ai partecipanti che non si sono ammalati».
giulia maria crespi cascina pirola
La biodinamica è osteggiata perché non si baserebbe su criteri scientifici, questa è l' accusa. Lei cosa risponde?
«Ci attaccano, ma io rido. So che andiamo a incidere su poteri forti e una parte di Accademia italiana ci boicotta. Dicono che facciamo stregonerie. Noi al contrario da tempo chiediamo invece che si faccia ricerca su questo settore».
Cosa pensa, invece, della riforma museale del ministro Dario Franceschini? Va nella direzione giusta?
«È servita a dare respiro ai musei, ma c' è anche molta confusione nelle sovrintendenze: ruoli non chiariti, assenza di personale e strumenti. In queste condizioni è difficile che cambi qualcosa strutturalmente».
giulia maria crespi cascina pirola