IL DECRETO SUI FINANZIAMENTI GARANTITI DALLA SACE FAVORISCE LE AZIENDE CHE HANNO UNA CONTROLLANTE ALL'ESTERO O AZIONISTI STRANIERI. LORO NON SONO SOGGETTI AL DIVIETO DI DISTRIBUIRE DIVIDENDI O DI RIACQUISTARE AZIONI PROPRIE
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LA GIAPPONESE MAGNETI MARELLI, L'ARABA VALENTINO E PERSINO WHIRLPOOL, IN TANTI CHIEDONO I SOLDI A TASSI AGEVOLATI. MA DOVE VERRANNO SPESI?
Nino Sunseri per “Libero quotidiano”
Ci sono pure i capitali arabi che bussano alla porta dello Stato italiano per ottenere la garanzia della Sace su nuovi prestiti.
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Secondo le indiscrezioni Mozah bint Nasser al Missned, madre dell' emiro del Qatar, sta trattando con un pool di banche guidate da Intesa per ottenere una linea di credito garantita da 200 milioni per la maison Valentino di cui è proprietaria. Ottenerlo sarebbe sicuramente un bel risparmio perché permetterebbe di abbattere il costo sull' attuale debito che ammonta a circa 280 milioni.
mozah bint nasser al missned e la regina elisabetta
Perché forse è questo l' aspetto dell' operazione Fca finora poco indagato. Il gruppo automobilistico è a tutti gli effetti multinazionale straniera con una importante presenza in Italia. Ma tra i gruppi che hanno chiesto la garanzia Sace ce ne sono almeno altri quattro che si trovano nella medesima condizione: vale a dire Costa Crociere che fa capo al gruppo Carnival, Msc Crociere di proprietà della famiglia Aponte che, partita da Napoli, si è stabilmente domiciliata in Svizzera, e Magneti Marelli che la famiglia Elkann ha venduto ai giapponesi di Calsonic.
Infine Ariston ceduta dalla famiglia Merloni agli americani di Whirlpool che hanno ancora aperta la vertenza per lo stabilimento napoletano. E in questo caso sarà molto interessante capire come si comporterà la Sace. Il divieto dei licenziamenti vale solo per gli stabilimenti Ariston oppure la garanzia si deve estendere anche agli altri impianti che lavorano con un marchio diverso? Sarà interessante conoscere la decisione finale. Adesso si aggiunge la principessa araba che possiede la griffe Valentino.
Perché il problema è proprio questo. Il decreto è stato scritto dal solito burocrate che non capisce nulla di economia. In base al testo del decreto qualunque multinazionale con uno stabilimento in Italia potrebbe chiedere la garanzia. Sul filo del diritto, nulla potrebbe impedirlo aumentando la platea delle domande (18 finora fa sapere Sace per un ammontare di 18,5 miliardi). Se lo hanno fatto Fca, Carnival, Whirpool perché dovrebbe essere impedito ad altri?
NIENTE LICENZIAMENTI
Né le condizioni sono tali da scoraggiare la richiesta. Certo c' è l' obbligo di non licenziare, ma forse nel caso degli elettrodomestici potrebbe anche essere aggirabile. Vedremo. Risibile il paletto dei dividendi. Fca Italia non potrà pagare la cedola alla casa madre olandese. Considerando che l' azienda ha chiuso in rosso gli ultimi tre esercizi il problema non si pone nemmeno. Il divieto, ovviamente non vale per la holding che ha sede legale all' estero.
E tanto è vero questo che due giorni fa John Elkann è stato categorico: i 5,5 miliardi di dividendo straordinario legati alla fusione con Psa non si toccano: «Sono scritti sulla pietra». Se saltasse questo regalo (di cui 1,4 milioni destinati a Exor, capogruppo della famiglia) l' operazione salterebbe.
Quindi il dividendo verrà pagato e i 6,3 miliardi garantiti dalla Sace serviranno anche a questo. Se lo facesse un' altra multinazionale come opporsi?
La controllata italiana non potrebbe pagare dividendi ma potrebbe senza problemi trasferire alla casa madre il finanziamento ottenuto da una banca italiana ad un tasso compreso fra il 2 e il 3% considerando che c' è la garanzia pubblica e la restituzione va fatta in dieci anni.
In assenza il costo salirebbe al 5-6% e per i prestiti più rischiosi anche al 10%.
E se poi per mille ragioni la filiale italiana dovesse andare in rovina per il quartier generale di Berlino, Parigi o Londra sarebbe solo un fastidio. A pagare il conto sarebbe il contribuente italiano visto che la garanzia della Sace è solo un passaggio. Il pagatore di ultima istanza è il contribuente italiano.
roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli