IL CONTROPACCOTTO DI AIR FRANCE ALL’AUMENTO DI CAPITALE FARLOCCO: LASCIAR DILUIRE LA PROPRIA QUOTA IN ALITALIA, ASPETTANDO LA RESA TOTALE A COSTO ZERO

I francesi, che non vogliono mettere soldi in un’azienda decotta senza un piano serio per la ristrutturazione del debito, passerebbero dal 25 all’11% - Il 28 ottobre, il gruppo franco-olandese non potrà più opporsi all’ingresso di un investitore straniero ma gli operatori potenzialmente interessati hanno già gettato la spugna…

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Luca Fornovo per "La Stampa"

L'ennesimo braccio di ferro col governo italiano e i soci tricolori o davvero un minore impegno in Alitalia a causa della crisi dei cieli? Secondo il quotidiano francese Les Echos, non ci sono dubbi: Air France-Klm è decisa a lasciar diluire la propria quota in Alitalia, passando dal 25%, che ne fa il primo azionista della compagnia italiana, all'11%.In questo caso significherebbe che, dopo aver votato sì nell'assemblea dei soci all'aumento di capitale, i francesi farebbero una marcia indietro senza sottoscrivere più la propria quota della ricapitalizzazione.

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Da Parigi però (ufficialmente) tutto tace e il quartier generale di Air France si limita a un «no comment». Intanto il governo italiano, che non ha ancora inviato a Bruxelles nessuna informazione sull'operazione con le Poste, ribadisce che questo intervento «è un passo transitorio».

Alitalia ha appena messo in cassa 130 milioni di euro da banche e soci ma gli istituti di credito restano prudenti sul futuro della compagnia, il cui valore sarebbe sceso a 30 milioni, anche la settimana scorsa l'assemblea ha stimato in 50 milioni il valore della compagnia. In questo contesto - scrive Les Echos - in mancanza di un impegno preciso della compagnia guidata da Gabriele Del Torchio sulla ristrutturazione del debito, Parigi «sembra decisa a diluirsi».

Accadrebbe, cioè, che Air France decida di non sborsare la propria quota di 75 milioni nell'aumento di capitale da 300 milioni. Uno scenario, questo, che per i francesi non comporterebbe grandi cambiamenti.

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Allo scadere del vincolo di lock up (il 28 ottobre), il gruppo franco-olandese perderà il proprio diritto di veto e non potrà più opporsi all'ingresso di un investitore straniero, ma a Parigi - scrive Les Echos - restano persuasi che tutti gli operatori esteri potenzialmente interessati (Aeroflot, Etihad, Lufthansa o Air China) abbiano gettato la spugna.

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Secondo gli analisti, però, i francesi non vogliono abbandonare la partita ma puntano i piedi per strappare garanzie dallo Stato italiano sulla ristrutturazione del debito . Air France vorrebbe anche avere anche una certa libertà di manovra sul tagli dei costi in Alitalia. Secondo indiscrezioni (mai confermate) i francesi volevano ridurre i dipendenti di almeno duemila unità.

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Intanto, a proposito dell'operazione Poste, il vice ministro dell'Economia, Stefano Fassina, spiega che si tratta di «un passo transitorio di una strategia industriale» e si dice «favorevole all'intervento pubblico per aziende che hanno un valore». Mentre agli inglesi, che con British Airways hanno sollevato il caso davanti alla Ue, Fassina risponde invitandoli a «guardare in casa loro, prima di fare i primi della classe».

MASSIMO SARMIMASSIMO SARMI

A Bruxelles nel frattempo si continua ad attendere chiarimenti sull'operazione: Roma però - hanno fatto capire dalla Commissione Ue - si limiterà a fornire «informazioni», e non quindi una notifica formale, nonostante i dubbi espressi da Bruxelles sull'operazione che potrebbe rappresentare un aiuto di Stato.

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Anche se la tempesta è tutto fuorché passata, Alitalia non intende comunque rallentare l'attività e punta a rinnovare l'offerta partendo dalla strategia commerciale, con un'attenzione alle famiglie: ieri la compagnia ha inaugurato «una nuova stagione commerciale», come l'ha definita l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio, con un'offerta interamente dedicata alle famiglie che volano.

 

 

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