Andrea Montanari per ‘Mf'
il fatto quotidianoDovrebbe essere la volta buona per lo sbarco in borsa de Il Fatto Quotidiano. Dopo una gestazione durata più di un anno, legata alle divergenze sul progetto tra alcuni soci, in particolare i giornalisti (dal direttore Antonio Padellaro al vice e braccio destro Marco Travaglio), domani sono in calendario due appuntamenti chiave per definire il percorso di quotazione a Piazza Affari.
Padellaro e TravaglioIn calendario sono previsti l'assemblea degli azionisti e il consiglio d'amministrazione per valutare i conti del 2013, il pre-consuntivo 2014 e, dulcis in fundo, il piano per l'ipo sull'Aim Italia della testata, che nel 2012 fatturava 23,4 milioni. Bocche cucite sia tra i membri del cda sia tra i soci, dalla casa editrice Chiare Lettere ai giornalisti Padellaro, Travaglio, Peter Gomez (responsabile del sito web del Fatto), Marco Lillo, oltre a Bruno Tinti e Francesco Aliberti. Anche perché non tutti sono convinti del progetto di apertura del capitale al mercato, eventualità che però si dovrebbe concretizzare ai fini del reperimento dei capitali necessari allo sviluppo del business editoriale.
Marco LilloSaranno l'ad Cinzia Monteverdi e il consigliere Luca D'Aprile a presentare ai soci e al cda lo stato dell'arte del progetto di sbarco in borsa e a dettare l'agenda della quotazione. Secondo indiscrezioni, per non creare dissidi tra tutti i soggetti coinvolti, il flottante potrebbe essere minimo, tra il 10 e il 15%.