DO UT MES – L’OSTACOLO PRINCIPALE ALLA SCALATA DI UNICREDIT A COMMERZBANK È LA MANCATA RATIFICA DEL MES DA PARTE DEL GOVERNO MELONI – L’ECONOMISTA TEDESCO TOBIAS TROGER, CONSULENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO E VICINO ALLA CDU: “LA MANCATA RATIFICA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ HA IMPORTANTI IMPLICAZIONI PER LA GESTIONE DELLE CRISI DEI GRUPPI BANCARI TRANSFRONTALIERI EUROPEI. PER QUESTO I POLITICI TEDESCHI OSTACOLANO L’AFFARE. NEL CASO DI UNICREDIT/COMMERZ, IL POTERE DI CONTRATTAZIONE DEL GOVERNO TEDESCO SAREBBE PIÙ DEBOLE…”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Camilla Conti per “La Verità”

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Secondo Tobias Tröger la riluttanza dell’Italia a ratificare la riforma del Mes può rappresentare un ostacolo all’operazione lanciata da Unicredit sulla tedesca Commerzbank, di cui il governo federale tedesco possiede ancora il 12%. Detto in altri termini: la scalata di Unicredit viene ostacolata dai politici in Germania per via dello stop dell’Italia alla ratifica del Mes e al paracadute Mes per le risoluzioni bancarie.

 

Tröger è visiting fellow a Stanford, insegna diritto privato, diritto commerciale e aziendale alla House of Finance della Goethe university di Francoforte sul Meno. [...] Inoltre, è uno dei direttori del Center for advanced studies on the foundation of law & finance alla Goethe university. Tröger è anche consulente del Parlamento europeo in materia di vigilanza bancaria e il suo parere si dice sia ascoltato con molta attenzione dai rappresentanti della Cdu e dal governo.

 

UNICREDIT COMMERZBANK UNICREDIT COMMERZBANK

Una partita finanziaria - l’operazione messa a punto dall’ad di Unicredit, Andrea Orcel - si intreccia con altre due partite politiche, quella europea sul Mes e quella sul nuovo governo tedesco visto che il cancelliere Olaf Scholz chiederà il voto di fiducia in Parlamento il 14 dicembre verso le elezioni anticipate di febbraio 2025.

 

Professore, come si incrociano le strade del Mes con quelle di Unicredit e Commerzbank?

«La creazione di una banca paneuropea così grande richiederebbe che il Mes riformato fosse in atto come backstop, come rete di protezione, per il Fondo di risoluzione unico. La flessibilità per mobilitare le risorse del Mes sarebbe essenziale per mantenere la fiducia necessaria per affrontare una operazione tra banche di interesse sistemico della Ue come una eventuale fusione tra Unicredit e Commerzbank».

 

Questo significa che l’operazione lanciata da Orcel aprirà la strada alla ratifica da parte dell’Italia?

tobias troger tobias troger

«La decisione di ratificare la riforma del Mes è una decisione politica complessa. Il creare una rete di sicurezza finanziaria al Fondo di risoluzione unico è solo una delle tante funzioni del meccanismo europeo di stabilità. In generale, la riforma mira ad ampliare l’assistenza finanziaria comune che la Ue può fornire agli stati membri che attraversano crisi fiscali.

 

La decisione fondamentale, ovvero quanta condivisione degli oneri uno stato membro desidera attraverso il Mes, va quindi ben oltre il supporto di una specifica operazione di fusione o acquisizione nel settore bancario. Tuttavia, la mancata ratifica del Mes ha importanti implicazioni per la gestione delle crisi dei gruppi bancari transfrontalieri europei come il gruppo UniCredit/Commerzbank».

 

Perché?

OLAF SCHOLZ - GIORGIA MELONI - - G7 BORGO EGNAZIA OLAF SCHOLZ - GIORGIA MELONI - - G7 BORGO EGNAZIA

«La risoluzione ordinata di una banca transnazionale fallita richiede non solo finanziamenti, intesi come capacità di ricapitalizzazione, ma anche una massiccia fornitura di liquidità. Il quadro normativo si basa sul Fondo di risoluzione unico sostenuto dal Mes per fornire queste risorse. La capacità del solo Fondo di risoluzione unico è insufficiente per gestire una crisi bancaria delle proporzioni che avrebbe il fallimento del gruppo UniCredit/Commerzbank.

 

Pertanto, i fondi iniettati attraverso il Mes sarebbero essenziali. Quindi, finché la riforma del Mes non verrà ratificata e quindi finché il Mes non potrà assumere la sua funzione di supporto nella risoluzione bancaria, il quadro comune europeo di gestione delle crisi bancarie non sarà all’altezza del suo compito. Per questo comprendo le preoccupazioni dei politici contro un consolidamento transfrontaliero nel mercato bancario europeo prima che il quadro istituzionale sia reso idoneo allo scopo.[...]».

 

[...]

 

andrea orcel di unicredit andrea orcel di unicredit

In uno scenario del genere, Germania e Italia dovrebbero concordare sulla condivisione dell’onere per la stabilizzazione perché la maggior parte delle attività del nuovo gruppo bancario post fusione si troverebbe in Germania?

«Una volta esaurite le risorse del Fondo di risoluzione e del Mes, per stabilizzare l’entità transfrontaliera fallita servirà ulteriore capitale sovrano o iniezioni di liquidità, gli Stati membri dovranno quindi elaborare una soluzione. Non esiste alcun obbligo legale di raggiungere accordi di condivisione degli oneri. Le posizioni negoziali dipendono in modo critico dall’impatto che un’uscita dal mercato del gruppo bancario fallito avrebbe sulle economie nazionali, portando a poteri di contrattazione ineguali se le economie vengono colpite in modo asimmetrico.

 

Commerzbank Commerzbank

Nel caso di Unicredit/Commerzbank, dove la maggior parte degli asset sarebbe localizzata in Germania, il potere di contrattazione del governo tedesco sarebbe più debole. Ciò consentirebbe al governo italiano, se fosse disposto a giocare duro, di strappare concessioni sproporzionate e far sì che il contribuente tedesco si occupi della parte più consistente del rubinetto. Questo risultato spiega la razionale riluttanza dei politici tedeschi ad acconsentire all’accordo tra Unicredit e Commerzbank».

unicredit commerzbank unicredit commerzbank GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...