Dagonota
Con puntigliosa precisione e con un filo di sorriso sulle labbra, durante la conferenza stampa a Francoforte, Mario Draghi ha ricordato il testo del comunicato del G-20 sulle azioni da intraprendere per la crescita. Ed ha sottolineato che "ai fini di una politica monetaria ancora più efficace, sia molto incoraggiante quanto è scritto dal vertice del G20 nel comunicato finale".
Si tratta, ha detto Draghi, di "una dichiarazione di impegno molto forte" anche perché il G20 "non è composto da banchieri centrali ma da Governi e Ministri"; e, quindi, è la politica che parla e che " si è impegnata a rendere il mix di politica fiscale più vicino alla crescita".
Come a dire: adesso tocca ai governi fare la loro parte. Ma siccome è un uomo di mondo ed ha fatto per anni parte delle delegazioni governative, sa benissimo che le formule scritte nel comunicato finale cinese è facile ritrovarle anche nei documenti conclusivi di quasi tutti i G20 del passato. Insomma, non mi tirate la giacchetta con modifiche alla politica monetaria. Prima, cari governi, rispettate quel che avete scritto.
Da "La Stampa"
La Banca centrale europea (Bce) ha lasciato invariato a zero il tasso di rifinanziamento principale, in linea con le attese degli analisti, a seguito dell’odierna riunione del comitato esecutivo. L’Eurotower ha anche confermato a -0,40% i tassi sui depositi overnight presso lo sportello Bce. Il tasso di rifinanziamento marginale resta inoltre allo 0,25%. Nessuna variazione anche per quanto riguarda il programma di acquisti da 80 miliardi che proseguirà fino al marzo 2017 «o oltre se necessario».
Rischi di peggioramento dell’economia
L’economia dell’area euro è «solida ma lo scenario base rimane soggetto a rischi al ribasso». Che chiarisce l’ipotesi di estensione del quantitative easing (Qe): «Non abbiamo discusso» dell’estensione del programma di acquisti.
Draghi ha ricordato come il consiglio dei governatori della Bce abbia dato incarico ai comitati «di valutare le opzioni per assicurare una corretta attuazione del nostro programma di acquisto». Le indagini, spiega il capo della Bce, mostrano come «il credito stia raggiungendo le imprese non finanziarie e la nostra politica è stata molto effettiva». E aggiunge: «Il credito sta crescendo costantemente dal 2014» e «la trasmissione della politica monetaria non ha mai funzionato meglio di oggi».
Le stime sul Pil
La Bce ha rivisto leggermente al rialzo le previsioni del Pil per il 2016 e limato quelle per il 2017. Quest’anno sarà pari all’1,7% contro l’1,6% di giugno, mentre nel 2017 sarà dell’1,6% a rispetto alla precedente dell’1,7%. Nel 2018 la stima è dell’1,6%. Per quanto riguarda l’inflazione le previsioni sono immutate: 0,2% nel 2016, 1,2% nel 2017 e 1,6% in 2018.
I tassi bassi e le banche
Il direttivo della Bce è «conscio che i tassi di interesse negativi avranno conseguenze problematiche per le banche» ma «bisogna essere pazienti, devono restare bassi perché la ripresa prosegua, così alla fine avranno un effetto positivo anche per i bilanci della banca», ha aggiunto Draghi spiegando che «finora non si sono registrati effetti negativi sui bilanci delle banche» e avvertendo che i tassi negativi «non possono diventare una giustificazione per qualsiasi cosa non vada nel mondo bancario».
La reazione delle Borse
I maggiori rischi di un ulteriore rallentamento dell’economia dell’area segnalati dal governatore Mario Draghi portano in netto rosso le Borse europee: Milano cede lo 0,6%, Parigi lo 0,9%, Francoforte l’1% mentre resta a galla Madrid. L’euro/dollaro resta agganciato a 1,13 (e scambia a 1,1310 dollari) dopo una breve escursione sotto questa soglia alla pubblicazione dei dati migliori delle attese sulle richieste di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti.