ESCO-PAZZO PER ESCOBAR - LA LEGGENDA DEL NARCOTRAFFICANTE PIÙ FAMOSO DELLA STORIA, MORTO 20 ANNI FA, CONTINUA A VIVERE NELLA SUA COLOMBIA, DOVE ADDIRITTURA VANNO A RUBA LE FIGURINE CON LE SUE FOTO E QUELLE DELLE SUE ENORMI PROPRIETÀ SPOPOLANO - L’ULTIMO MISTERO: NON SI SA CHI PRODUCA LE FIGURINE - NELLA SUA CITTÀ NATALE LA GENTE LO ADORA E LO RICORDA COME UN BENEFATTORE, ANCHE SE HA SULLA COSCIENZA 5 MILA MORTI…

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A.O. per il "Fatto quotidiano"

PABLO ESCOBARPABLO ESCOBAR PABLO ESCOBAR CON L'ALTRO LEADER DEL CARTELLO DI MEDELLIN JORGE LUIS OCHOAPABLO ESCOBAR CON L'ALTRO LEADER DEL CARTELLO DI MEDELLIN JORGE LUIS OCHOA

Il "capo" è più vivo che mai. È tornato, sorridente come sempre nella classica foto trasformata ormai in icona, attraverso un album di figurine che da venti giorni fa impazzire i bambini di Medellín. La "sua" Medellín. La città sui cui abitanti Pablo Escobar aveva diritto di vita o di morte. La metropoli dalla quale per anni diresse il più criminale tra i cartelli del narcotraffico mondiale. Fino a quando, un giorno di dicembre di 19 anni fa, venne abbattuto durante un rocambolesco tentativo di fuga sui tetti, in perfetto stile spy-story.

Ovviamente, come per ogni personaggio leggendario, c'è chi sostiene (sono tanti in Colombia a esserne convinti) che non sia mai morto. Di sicuro, ci sono le migliaia - forse 5000 - vittime della sua guerra per il controllo del traffico di cocaina, compresi tre candidati alla presidenza della Repubblica. Ma per gli abitanti dei quartieri poveri a nord-est di Medellín, Escobar è rimasto il grande, mitico "benefattore" (era un boss miliardario e generoso, che aiutava i più bisognosi, per assicurarsi protezione e incolumità).

Medellin Pablo EscobarMedellin Pablo Escobar

È proprio in questi "barrios" popolari, Santo Domingo Savio, La Esperanza, Popular 1 e 2, Aranjuez, che la sorprendente iniziativa editoriale sta raccogliendo entusiastici consensi. L'hanno chiamata "Pablo Escobar, el patrón del mal", prendendo ispirazione da una recente serie tv di enorme successo, un po' realtà e un po' fiction, dedicata alla vita del narcoboss che molti, troppi colombiani rimpiangono.

PALAZZI MEDELLINPALAZZI MEDELLIN

Il fatto curioso, semmai, è che le figurine del "capo" (e quelle delle sue lussuose proprietà, automobili, personaggi del suo mondo criminale) entusiasmano soprattutto i giovanissimi, che all'epoca del cártel de Medellín non erano neppure nati. A un giornalista del quotidiano El Espectador (23 anni fa Escobar ne distrusse la redazione con un'autobomba e uccise il direttore), Adriana Patricia Franco racconta come tutta la sua famiglia sia impegnata in una spasmodica caccia alle figurine.

Non c'è nessuno, in casa, che sia rimasto senza album: dalla figlia ventenne Geraldín, al nipotino di 5 anni. Estiven, tredicenne, si è fatto anche un'idea su questo personaggio leggendario: "L'errore di Pablo è stato quello di mettersi in politica. Altrimenti forse sarebbe ancora vivo e potrebbe trafficare tranquillo".

MedellinMedellin

Ma ciò che più preoccupa Estiven, in questo momento, è riuscire a riempire le 20 pagine dell'album. In palio, ricchi premi: un mp3, un pallone da basket, un orologio da polso, una memoria Usb, un iPod. E allora, vale proprio la pena continuare a fare incetta di caramelos (le figurine, a Medellín, si chiamano così: caramelle), al modico prezzo di 300 pesos al pacchetto. In fondo, che male c'è? Come dice la signora Adriana, "Escobar era una persona buona, che aiutava i poveri e gli mandava camion pieni di regali".

pablo escobarpablo escobar

Resta, comunque, il dubbio su chi siano i veri artefici di questa iniziativa editoriale. Il quotidiano El Tiempo ha provato a indagare sulla impresa di distribuzione, Producciones CosmoVisión, che dovrebbe avere sede a Bogotà, ma all'indirizzo indicato risulta inesistente. Ancora un alone di mistero che si aggiunge alla vicenda del narcoboss più famoso della storia. L'unica nota positiva, che rompe con un torbido passato, è la trasformazione de La Catedral, il lussuosissimo carcere costruito apposta per Escobar quando decise di consegnarsi alle autorità (prima dell'ultima fuga) in un'attrezzata residenza per anziani poveri.

 

 

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