EURO-PENATI - DOPO I TANTI APPELLI ALL’AUSTERITÀ E AL “FISCAL COMPACT”, CHE DOVEVA ESSERE LA SOLUZIONE A TUTTI I MALI DELL’EUROZONA, LA GRECIA È A UN PASSO DALL’USCIRE DALL’EURO - ADESSO SI RICORRE ALLA “CRESCITA”, SENZA VEDERE I LIMITI OGGETTIVI CHE NON LA RENDONO POSSIBILE: UNA GERMANIA CHE RISPARMIA TROPPO, NIENTE ESPANSIONE, COSTO DEL LAVORO AUMENTATO E CREDITO PARALIZZATO - LA TRISTE VERITÀ È CHE L’EUROPA È DIVISA, E I MERCATI LO DIMOSTRANO…

Condividi questo articolo


Alessandro Penati per "la Repubblica"

ALESSANDRO PENATIALESSANDRO PENATI

Fino a ieri, la chiave per uscire dalla crisi era il Fiscal Compact. Ma ancor prima della sua ratifica, nonostante i 1.000 miliardi della Bce, la ricetta è già fallita. A pochi mesi dalla massiccia ristrutturazione del debito, e dopo 5 anni di recessione e austerità, la Grecia è a un passo dall´uscire dall´euro: ironicamente, la cura prescritta dalla troika ha fatto aumentare il debito greco dal 110% del Pil nel 2008 al 160% del 2013. Non sorprende: in passato, la cura, "austerità + ristrutturazione" è sempre stata accompagnata da una svalutazione e l´inflazione. Ma con l´euro non si può.

GRECIAGRECIA

Dal Fiscal si è così passati al Growth Compact: la chiave ora è la crescita. Chi non vuole la crescita? Ma quando si cerca di capire cosa c´è dietro i proclami, salta fuori di tutto: investimenti pubblici con fondi europei; deficit calcolati senza gli investimenti; più spesa pubblica corrente e più tasse per i ricchi, alla francese; ma anche liberalizzazioni, privatizzazioni e riforma dello stato sociale, alla Bce.

Intanto, sui mercati piovono le vendite. E se la Grecia uscisse dall´euro, sarebbe un diluvio. Perché un´unione monetaria o è irreversibile, o non lo è. Se non lo fosse per la Grecia, non lo sarebbe per tutti.

GRECIA RISCHIO DEFAULTGRECIA RISCHIO DEFAULT

I mercati vedono quello che i leader europei insistono nel non vedere. Se l´Eurozona fosse una nazione, sarebbe in perfetto equilibrio: debito pubblico non eccessivo e sostenibile, inflazione moderata, poco debito privato e pareggio delle partite correnti con il resto del mondo. Quindi il difetto è nelle sue dinamiche interne.

1. La Germania ha un avanzo delle partite correnti che, in termini relativi, ha dimensioni cinesi; quasi tutti gli altri, Francia inclusa, sono in disavanzo, quindi spendono troppo (o meglio, il loro settore pubblico) e indubbiamente serve austerità. Ma è anche vero che in Germania si risparmia troppo: se non taglia le imposte e fa da locomotiva all´Europa, auspicare la "crescita nell´austerità" nel resto del continente è poco realistico.

ANGELA MERKELANGELA MERKEL

2. Con austerità e tanta capacità produttiva inutilizzata, la politica monetaria deve aiutare l´espansione. Sulla carta sembrerebbe così: dopo due Quantitative Easing le attività in bilancio della Fed sono il 19% del Pil, in linea con quelle della Bce (al netto di riserve valutarie e auree che la Fed non ha). Ma mentre la Fed al suo attivo ha titoli di Stato e mutui, che quindi ha monetizzato, la Bce ha prevalentemente prestiti alle banche: che però hanno tesaurizzato i fondi, per rifinanziare il proprio debito, comprare titoli di stato o ridepositarli alla Bce. Una monetizzazione del debito che mettesse in circolo la moneta, invece di farla assorbire dalle banche, è ciò che la Bce dovrebbe, ma non può fare. Così, svaluterebbe anche l´euro, alimentando la domanda esterna.

3. Con l´euro, il costo del lavoro per unità di prodotto in Francia, Italia e Spagna è aumentato in media del 30% più che in Germania. Una volta, per recuperare il divario, si svalutava il cambio. Oggi, o si svalutano i salari, o si aumenta la produttività. Ristrutturare le aziende per renderle più efficienti dovrebbe quindi essere una priorità: non ci possiamo più permettere giochi di potere, relazioni e campioni nazionali.

mario draghimario draghi

4. Non c´è crescita senza credito; ma nell´Eurozona il sistema bancario ha smesso di funzionare. L´esplosione delle sofferenze e l´aumento del costo della raccolta provocato dall´aumento del rischio sovrano, hanno paralizzato il credito. È imperativo invertire la rotta e tagliare il legame tra banche e finanza pubblica.

Un bacio della morte se poi si chiede a uno Stato in crisi di debito (Irlanda, Spagna e Grecia), o al mercato dei capitali in fuga da un Paese (Italia), di salvare il suo sistema bancario. Solo una soluzione a livello di Eurozona, con una bad bank dove far confluire tutti gli attivi a rischio, finanziata da eurobond, potrebbe togliere la zavorra dai bilanci delle banche e rilanciare il credito.

Ma nei vari Compact, di questi problemi, non c´è traccia. E il mercato vende.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO