DAGOREPORT
Alla faccia dell’austerità sbandierata quando sono entrati in Finmeccanica e le critiche alla vecchia gestione Guarguaglini, il ferroviere Mauro Moretti e la sua casta hanno vinto la lotteria in Leonardo.
Moretti si è beccato una liquidazione di 9,4 milioni più auto e autista pagati anche ora che è a casa. Al suo fido scudiero Federico Fabretti, uscito il 31 luglio, sono andati 3 milioncini, 83 mila euro per ciascuno dei 36 mesi in cui è stato a piazza Montegrappa.
In più Moretti, dopo averci provato con Confindustria, è riuscito a farlo ingaggiare dai giapponesi di Hitachi (guarda caso quelli a cui il ferroviere ha venduto Ansaldo Sts e Breda con tanto di polemiche e strascichi giudiziari) al posto del direttore della comunicazione Alessio De Sio.
Ne ha preso uno in più (4 milioni) di Fabretti il braccio armato Domenico Braccialarghe, che dal 1 ottobre si becca anche una consulenza triennale presso Fondazione Ansaldo come direttore generale (strano, vendono Ansaldo ma lasciano in piedi la Fondazione...). E pensare che Moretti aveva bandito pubblicamente le consulenze agli ex dipendenti.
E chi è rimasto in Leonardo(per ora)? Protetti da Braccialarghe, Antonio Liotti raddoppia come capo human resources sia di divisione velivoli che aerostrutture, Gianluca Orefice va a fare il capo del personale elicotteri ma rimane come sede di lavoro a Benevento (100 dipendenti) mentre la sede principale è in Lombardia dove i dipendenti sono 6 mila.
Per ora è rimasto a bocca asciutta Donatello Di Tullio, che si occupa di relazioni istituzionali: sfiancato dai problemi locali creati con Comuni e Regioni dal massacro dell’indotto della gestione Moretti, non esita a contattare costantemente il Grande Capo (come lo chiama ancora oggi dai tempi di FS) per farsi dettare la linea e difendersi dal pericolo Recchia, il consigliori del ministro Pinotti in Rolex che consuma i marciapiedi di piazza Montegrappa attendendo di essere chiamato da Alex Profumo.