Gianluca Paolucci per “La Stampa”
Meglio Mps pubblica dei tagli che porterebbe la sua cessione adesso, dice Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato dei bancari. Che è pronto a sostenere le aggregazioni tra banche se sapranno salvaguardare l'occupazione. E sull'operazione Intesa- Ubi-Bper avverte: avrà successo solo se saranno salvaguardate le professionalità di Ubi.
Sileoni, partiamo dai temi più generali. Qual è il ruolo delle banche in questa crisi?
«Siamo in una fase di incertezza acuita dalla pandemia Covid-19. Le teorie economiche ortodosse dicono che in questo caso è necessaria una politica monetaria anticiclica e quindi espansiva che si sta mettendo in atto. Si crea massa monetaria che dovrebbe sostenere i consumi e quindi l'economia. Le banche hanno un ruolo fondamentale in questo momento. Il rischio che la massa monetaria venga orientata sull’economia finanziaria e non sull'economia reale è molto alto ed assolutamente da evitare. L'intero sistema è quindi profondamente sbagliato, con una classe politica che non ha la forza di intervenire».
Nel settore bancario, lo smart working ha fatto felici gli amministratori delegati che hanno risparmiato sui costi senza subire troppi danni dal lato dei ricavi. Quando torneremo alla normalità dello sportello?
«Passata l'emergenza Covid lo smart working tornerà su base volontaria come definito nel contratto nazionale. Contrasteremo quelle banche che cercheranno di utilizzare, passata l'emergenza, lo smart working per tagli di posti di lavoro. Più lo regolamenteremo più eviteremo tagli. Diffido sempre delle società di consulenza aziendale che organizzano convegni per confezionare prodotti milionari ad esempio nel digitale per imporre modelli organizzativi improponibili a danno dei posti di lavoro».
Come sta andando la fusione tra Intesa e Ubi e il passaggio degli sportelli a Bper?
«Intesa ha una cultura sociale ed innovativa, figlia di uno standing elevato del gruppo dirigente. Ubi possiede una fortissima simbiosi con il territorio e un importante senso di appartenenza dei lavoratori. Bper è un serio e solido gruppo bancario in veloce crescita ma tutto centrato su Modena. Per il successo dell’operazione, devono essere salvaguardate le professionalità di Ubi e noi siamo pronti a difenderle. Solo così l'integrazione avrà successo. Un fattore chiave è la velocità dell'integrazione informatica, ma servono professionisti capaci, affidabili e non autoreferenziali, professionisti che non siano in ostaggio sia dei propri opachi interessi sia delle società di consulenza informatiche, ne va della sicurezza dell'azienda e dei clienti».
L'altro dossier caldo è quello di Mps. Si parla di oltre 10 mila esuberi, sempre nel caso che si trovi un acquirente. Qual è la posizione del sindacato?
«Lo dico con chiarezza: non accetteremo lo spezzatino né una macelleria sociale. Con la Fisac Cgil di Nino Baseotto e con gli altri sindacati siamo perfettamente in linea. Sarebbe auspicabile ottenere una proroga dalla Bce per aspettare tempi e modalità migliori per un eventuale disimpegno dello Stato. Se invece rimarrà per sempre pubblica vorrà dire che il governo avrà ottenuto un importante successo che andrà riconosciuto».
Meglio il ritorno della banca pubblica?
«Meglio la banca pubblica della macelleria sociale».
Nel settore c'è una forte spinta per le aggregazioni. Quale sarà la prossima fusione?
«Bpm Banco dovrà per forza crescere in dimensioni: se salvaguarderà l'occupazione anche attraverso progetti seri a sostegno dei territori e della clientela la sosterremo. Stesso discorso per Unicredit e Credit Agricole».