FUORI TUTTI! – UNICREDIT AUMENTA LA PURGA E DECIDE DI MANDARE A CASA 18.200 DIPENDENTI, QUASI 7 MILA IN ITALIA (RENZI DIRÀ QUALCOSA?) – LA BORSA OVVIAMENTE FESTEGGIA E I GRANDI SOCI PURE: CON IL PIANO DI GHIZZONI È STATO EVITATO UN AUMENTO DI CAPITALE

Il piano presentato oggi promette, entro il 2018, di raggiungere i 5 miliardi di utili e di garantire nel triennio la distribuzione di dividendi pari al 40% dei profitti. La trimestrale vede 507 milioni di utili, più dei 458 attesi dagli analisti, che portano a 1,54 miliardi i profitti dei primi 9 mesi dell’anno (-29,8% sul 2014)… -

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Marco Ferrando per www.ilsole24ore.com 

 

TORRE UNICREDIT TORRE UNICREDIT

UniCredit vara il nuovo piano industriale al 2018, un piano «totalmente autofinanziato», sottolinea la banca, facendo intendere che per realizzarlo non sono previsti aumenti di capitale. Il documento strategico approvato stamattina dal cda, che aggiorna gli obiettivi al 2018, si basa su cinque pilastri: i primi due, quelli da cui ci si attende i ritorni maggiori, sono la riduzione dei costi operativi (1,6 miliardi i risparmi attesi, 18.200 gli addetti che usciranno dal perimetro, di cui 6.900 in Italia) e la cessione o la ristrutturazione entro il 2016 di business poco redditizi, come il retail banking in Austria e il leasing in Italia, oltre alla controllata in Ucraina.

 

Poi, come anticipato nei giorni scorsi da Il Sole 2 4 Ore, verrà «smontata» la sub-holding austriaca a cui fanno capo tutte le controllate est europee (che passeranno sotto la holding), e si accelererà sull’evoluzione digitale, con 1,2 miliardi di investimenti.

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Il piano punta a consolidare la banca dal punto di vista patrimoniale (12,6% di Common equty tier 1 al 2018) e della redditività: entro il 2018, infatti, il gruppo intende raggiungere i 5,3 miliardi di utile netto, con un Rote pari al 11%. Nei prossimi tre anni, la distribuzione dei dividendi sarà pari al 40% degli utili.

 

«Vogliamo raggiungere questi obiettivi in un contesto macroeconomico che rimane non

facile, con tassi di interesse ai minimi storici e un rallentamento della crescita economica internazionale - commenta il ceo, Federico Ghizzoni, in una nota - un Piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso. Ma è soprattutto realistico, perché si basa su azioni

GHIZZONI PALENZONA GHIZZONI PALENZONA

che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed è un Piano totalmente autofinanziato. Siamo quindi pienamente fiduciosi circa la sua realizzazione».

 

Sui 18.200 tagli al personale nel Gruppo previsti dal nuovo piano a 2018 di UniCredit, 6mila sono già coperti dalla prevista cessione della controllata in Ucraina e dalla joint venture Pioneer-SantanderAm: dei restanti 12.200 tagli, 6.900 avranno luogo in Italia, come si legge nelle slides di presentazione del piano. Nel dettaglio, i dipendenti del Gruppo in Italia (esclusi i Corporate Centres) scenderanno da 49mila nel 2014 a 43.200 nel 2018, una riduzione di 5.800 unità, alle quali si deve aggiungere il taglio di 1.100 unità nei Corporate Centres in Italia, i cui livelli occupazionali scenderanno da 7.600 persone nel 2014 a 6.500 persone nel 2018.

GHIZZONI MONTEZEMOLO GHIZZONI MONTEZEMOLO

 

Punto di partenza del piano, i conti dei primi nove mesi dell’anno approvati sempre questa mattina dal cda. Una trimestrale che vede 507 milioni di utili, più dei 458 attesi dagli analisti, che portano a 1,54 miliardi i profitti dei primi 9 mesi dell’anno (-29,8% sul 2014), su cui hanno pesato oneri straordinari per 400 milioni relativi alla svalutazione della controllata Ukrsotsbank (in via di cessione) e ai maggiori accantonamenti sui crediti in franchi svizzeri in Croazia. Al 30 settembre il Cet1 transitional si attesta al 10,53%, ma sale a 10,93% se si include la joint venture Pioneer-Santander.

 

GHIZZONI A BAGNAIA GHIZZONI A BAGNAIA

Proprio a questo riguardo, la banca insieme ai partner spagnoli e ai fondi Atlantic e Warburg Pincus ha sottoscritto l’accordo quadro vincolante per l’integrazione di Pioneer Investments e Santander Asset Management da cui nascerà «una società leader a livello globale nel settore dell'asset management», di cui Piazza Gae Aulenti possiederà il 33%. «Le parti avvieranno le azioni necessarie per ottenere le autorizzazioni dovute, incluse quelle delle autorità regolamentari nei Paesi dove le due società sono presenti», recita una nota: il completamento dell’operazione, imbastita un anno fa, è previsto nel 2016.

 

In borsa, il titolo - che a fine mattinata guadagnava circa un punto e mezzo - ha reagito al piano e ai conti portando il rialzo a +3%. Alle 15, viaggia intorno al +2%.

 

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