Bruno Ruffilli per “la Stampa”
75 miliardi di dollari: tanto vale il sostegno finanziario del governo cinese a Huawei. Sovvenzioni, agevolazioni creditizie, sgravi fiscali e altri aiuti che hanno contribuito a fare dell' azienda di Shenzhen la più grande società globale di telecomunicazioni.
Fondata nel 1987 da Ren Zhengfei, ingegnere dell' esercito cinese, all' inizio Huawei produceva centraline telefoniche smontando i prodotti più venduti per riprodurli a prezzi ridotti. Oggi è il primo fornitore di apparecchiature, software e servizi per le reti cellulari attuali (4G) ma soprattutto per quelle di prossima generazione (5G), con oltre 50 contratti già firmati in tutto il mondo. E da gennaio a ottobre 2019 ha venduto oltre 200 milioni di smartphone, piazzandosi subito dietro Samsung e prima di Apple.
Secondo la stima del Wall Street Journal, negli ultimi due decenni circa 46 miliardi di dollari sono arrivati a Shenzhen da finanziamenti statali, inclusi oltre 30 miliardi di dollari in linee di credito messe a disposizione da China Development Bank (CDB) e da Export-Import Bank of China.
Questi istituti avrebbero per un certo periodo concesso prestiti ai clienti di Huawei nei Paesi in via di sviluppo al 3%, circa la metà del tasso di riferimento quinquennale della Cina dal 2004. Huawei poteva così offrire prodotti non solo a un prezzo più basso, ma con condizioni di finanziamento migliori della concorrenza.
LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI xi jinping ren zhengfei
A 25 miliardi di dollari ammontano invece gli sgravi fiscali tra il 2008 e il 2018 grazie agli incentivi statali per il settore hi tech. «Come altre aziende tecnologiche che operano in Cina, comprese quelle straniere, Huawei riceve un certo sostegno politico dal governo», spiega un portavoce. Si aggiungono sovvenzioni per 1,6 miliardi di dollari dal 2008, per ricerca e sviluppo. Di recente, poi, Huawei ha acquistato sottocosto alcuni lotti di proprietà statale nella città di Dongguan, nel sud del Paese, per il nuovo campus di Songshan Lake: con altri sconti sulle imposte locali, sono circa 2 miliardi di dollari di risparmi.
thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma
Il ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato che Huawei è una società privata «come molte altre nella Repubblica Popolare». Tuttavia l' azienda (insieme con Zte) è da tempo accusata da Washington di essere un canale di spionaggio. Per questo, dallo scorso maggio, Trump l' ha inserita nella Entity List, la lista nera delle società che possono acquistare tecnologia statunitense solo con un permesso speciale.
La tesi è semplice: Huawei non potrebbe opporsi qualora Pechino richiedesse di accedere ai dati trasmessi attraverso le sue apparecchiature. Più volte l' azienda ha assicurato che questo non accadrà, che il governo cinese non ha alcun ruolo nell' organizzazione interna, che non esistono backdoor nei suoi prodotti. Lo ha fatto anche ora, aggiungendo su Twitter che l' articolo del WSJ si basa su "false informazioni" e "ragionamenti deboli".
huawei a shenzhen HUAWEI - LA SEDE DI SHENZEN 1 MEME SU GOOGLE E HUAWEI luigi di maio xi jinping RENATO LOMBARDI HUAWEI