“IL QUADRO ASSOMIGLIA A UNA TEMPESTA PERFETTA” – GLI ANALISTI SONO CONCORDI: LA BOLLA DEI MERCATI STA PER ESPLODERE - “SONO ANDATE IN FRANTUMI DUE ILLUSIONI. LA PRIMA È QUELLA SECONDO CUI IL BIG TECH POTESSE PROSEGUIRE IL SUO RALLY SENZA CORREZIONI. LA SECONDA È CADUTA ROVINOSAMENTE DOPO I NUMERI DEL MERCATO DEL LAVORO DI VENERDÌ. IN PROSPETTIVA, DUE ELEMENTI SEMBRANO CRUCIALI…”

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ANALISTI, 'SUI MERCATI UNA TEMPESTA PERFETTA'

RECESSIONE ITALIA RECESSIONE ITALIA

(ANSA) - "Il momento risk-off sta accelerando, dopo la pessima chiusura di venerdì. Il quadro assomiglia ad una tempesta perfetta, creata da dati macro deludenti, investitori troppo esposti al rischio e timori di imminenti sviluppi drammatici in Medio Oriente". Lo rilevano gli analisti di Mps nel Daily market strategy. "Nelle due settimane passate - proseguono due illusioni sono andate in frantumi.

 

La prima a sfracellarsi al suolo è stata quella secondo cui il settore del big-tech Usa potesse proseguire il suo rally senza sperimentare nel frattempo una seria correzione. La seconda illusione è caduta rovinosamente dopo i numeri del mercato del lavoro di venerdì.

 

JOE BIDEN IN VERSIONE TRADER A WALL STREET - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY JOE BIDEN IN VERSIONE TRADER A WALL STREET - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY

In prospettiva, due elementi sembrano cruciali: il flusso di dati macro che dovrà orientare le attese sullo stato dell'economia Usa (recessione o semplice rallentamento); segni che il processo di riduzione del rischio dei portafogli degli investitori si stia esaurendo.

 

La settimana non fornirà grandi spunti sul primo elemento, dal momento che il calendario vede solo l'Ism servizi. Il focus sarà anche sulle dichiarazioni dei membri Fed, alla ricerca di segnali di un possibile taglio inter-meeting, dal momento che il 18 settembre, data del prossimo Fomc, appare ora come insostenibilmente lontano"

 

Il nuovo assetto mondiale che si sta "delineando, influenzato sia dai cambiamenti geopolitici in atto che dal maturare delle economie dei Paesi emergenti, potrebbe favorire quest'ultime", spiega Christopher Preece, macro strategist & investment manager di Pictet Asset Management.

 

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"A destare preoccupazioni - aggiunge - è il peso del debito sui bilanci pubblici che sta diventando un vincolo crescente, aggravato dal costo degli interessi in un contesto di tassi crescenti e che potrebbe avere impatti negativi sulle valute. Meno chiaro, invece, e il modo in cui questa politica fiscale accomodante si ripercuoterà sui flussi di capitale internazionali.

 

I governi fortemente indebitati dovranno adottare un nuovo stile di repressione finanziaria cercando di smobilizzare il capitale nazionale, gran parte del quale e attualmente investito all'estero (in modo sproporzionato negli Stati Uniti), attraverso incentivi fiscali, legislazioni e politiche di mercato ad hoc. Tutto questo potrebbe provocare un'inversione di tendenza in termini di flussi monetari che finora hanno sostenuto la sovraperformance dei prezzi delle attività statunitensi e, in ultima analisi, la forza del dollaro Usa".

 

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La bolla tech, lo yen e i dati americani la tempesta perfetta sulle Borse

Articolo di “The Economist”, pubblicato da “la Repubblica”

 

Come cambia rapidamente l’umore. Appena due settimane fa i mercati azionari erano in una corsa al rialzo apparentemente inarrestabile, dopo aver toccato per mesi nuovi massimi storici. Ora sono in caduta libera. L’indice americano Nasdaq 100 […] è sceso di oltre il 10% dal picco di metà luglio. L’indice giapponese di riferimento Topix ha registrato perdite a due cifre, con un calo del 6% solo il 2 agosto — il peggior giorno dal 2016 e, dopo il calo del 3% del primo agosto, la peggior striscia di due giorni dal 2011. I titoli altrove non sono stati colpiti così duramente, ma il panico sta attraversando i mercati.

 

Il “misuratore di paura” di Wall Street, l’indice Vix, che misura la volatilità attesa attraverso i prezzi che gli operatori pagano per proteggersi da essa, è salito ai massimi dalla crisi bancaria regionale americana dello scorso anno.

 

unicorni wall street unicorni wall street

Se si guarda sotto la superficie, ai singoli settori e alle singole aziende, l’umore è ancora più brutale. L’indice dei semiconduttori di Philadelphia, che tiene traccia delle aziende della catena di fornitura di chip a livello globale, è sceso di oltre un quinto nel giro di poche settimane. Arm, una di queste aziende, ha perso il 40% del suo valore di mercato. Il prezzo dell’azione di Nvidia, il beniamino della precedente corsa al rialzo, ha avuto un andamento altalenante. Nei tre giorni dal 30 luglio è sceso del 7%, è salito del 13%, poi è sceso di nuovo del 7%. Il 2 agosto il valore di Intel, un altro produttore di chip, è crollato di oltre un quarto. E non si tratta solo dell’industria dei semiconduttori.

 

JD VANCE E DONALD TRUMP JD VANCE E DONALD TRUMP

L’indice Kbw dei titoli bancari americani è sceso dell’8% in pochi giorni. Anche i prezzi delle azioni delle banche giapponesi sono crollati.

 

Le cose stanno — o almeno stavano — andando bene per i beni rifugio quelli che gli investitori cercano quando sono terrorizzati: l’oro, lo yen giapponese e i Treasury americani. Tuttavia, è preoccupante che anche il prezzo dell’oro sia crollato il 2 agosto, con un calo da picco a picco di oltre il 2%. L’oro è solitamente una copertura contro il caos.

 

JEROME POWELL FED JEROME POWELL FED

[…] Tre elementi si sono combinati per spingere gli investitori oltre il limite. Il primo è la consapevolezza che l’intelligenza artificiale (Ia), e in particolare l’industria dei chip che la alimenta, è stata pervasa da speranze irrealistiche. Grandi oscillazioni dei prezzi delle azioni americane si sono verificate nei dieci giorni in cui cinque giganti della tecnologia — Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft — hanno pubblicato risultati che hanno lasciato gli azionisti allibiti.

 

Persino Alphabet e Microsoft, i cui ricavi hanno battuto le aspettative degli analisti, hanno visto le loro quotazioni scendere il giorno successivo alla pubblicazione dei risultati. Quelli di Amazon, che non hanno rispettato le aspettative, sono stati puniti molto di più.

Questa batosta generalizzata suggerisce che l’euforia degli investitori per tutto ciò che riguarda l’Ia sta svanendo.

FAANG WALL STREET FAANG WALL STREET

 

Questo ha un effetto immediato sui produttori di chip che […] potrebbero non trovarsi più di fronte alla prospettiva di una domanda illimitata per i loro prodotti. In realtà, le ultime settimane hanno fatto temere a queste aziende molto più di un semplice cambiamento di umore. Il 17 luglio Donald Trump ha mandato in tilt i titoli dei semiconduttori suggerendo che Taiwan dovrebbe pagare la propria difesa contro la Cina.

 

Tsmc, che produce la maggior parte dei chip più avanzati al mondo, ha sede a Taiwan e quindi sarebbe vulnerabile a un’invasione cinese. L’amministrazione Biden sta inoltre pianificando nuove limitazioni alle esportazioni di apparecchiature per la produzione di chip in Cina. Con la duplice minaccia di un calo della domanda e di un peggioramento del clima geopolitico, non c’è da stupirsi che i titoli dei chip stiano crollando.

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Con il crollo delle aziende tecnologiche, anche l’economia americana ha subito una battuta d’arresto, il secondo elemento che ha depresso gli investitori. Fino a poco tempo fa “le cattive notizie sono buone notizie” era il mantra del mercato.

 

Ogni accenno di rallentamento della crescita o di indebolimento del mercato del lavoro era positivo per i prezzi degli asset, in quanto significava che l’inflazione sarebbe stata probabilmente più contenuta e avrebbe permesso alla Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse più rapidamente. Ma quando il 2 agosto è stato pubblicato il rapporto sui posti di lavoro in America, il clima è cambiato: ora le cattive notizie sono cattive e basta.

 

FAANG WALL STREET FAANG WALL STREET

I dati hanno rivelato che a luglio il tasso di disoccupazione è salito ai massimi di tre anni, al 4,3%, mentre l’economia ha aggiunto solo 114.000 posti di lavoro, a fronte di una previsione di 175.000 unità. In altre parole, il rischio di una recessione che molti pensavano fosse stata evitata è aumentato. Di conseguenza, i trader hanno iniziato a scommettere che la Fed avrebbe tagliato i tassi di mezzo punto percentuale nella prossima riunione della banca centrale a settembre, per scongiurare tale rallentamento.

 

Questo nonostante Jerome Powell, il presidente della Fed, abbia respinto l’ipotesi di una simile mossa solo pochi giorni fa. I rendimenti dei Treasury sono crollati, con il tasso a due anni sceso al 3,9%, più di un punto percentuale al di sotto del livello di fine aprile. Settimane fa una simile riduzione dei costi di finanziamento avrebbe potuto favorire le azioni. Ora gli investitori sembrano temere i lati negativi del rallentamento della crescita e le sue implicazioni per gli utili delle aziende, più che desiderare denaro più economico.

recessione usa recessione usa

Il terzo elemento che agita i mercati è la forza dello yen giapponese.

 

[….] Come sempre alla fine di una settimana turbolenta, la prima domanda da porsi è se, in mezzo al caos, il prezzo di un asset abbia subito un’oscillazione tale da mettere in pericolo un’azienda fortemente esposta.

 

Su questo fronte, il calo del prezzo dell’oro e dei titoli bancari è inquietante. L’altra domanda, collegata, è se la prossima settimana sarà migliore o peggiore. Supponendo che nessun grande investitore decida di vendere, sarà l’umore collettivo a decidere. E in base alla situazione recente, non è positivo.

 

 

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