LETTA VUOLE VENDERE IL 4% DI ENI, NIENTE CESSIONI PER ENEL E FINMECCANICA - MILANO -1,45%, TONFO DI TELECOM CON SAWIRIS CHE SCOMMETTE CONTRO

Fitch conferma il rating, e pure l’outlook negativo - Sarmi entra nella lista “presidenti” Telecom con altri 6 candidati - Bpm, 3,2 mln di consulenze - Serravalle: Penati comprò a 8,8 €/azione da Gavio, oggi si prova a svendere a 4 - Fonsai: approvata fusione con Unipol…

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1. BORSA: MILANO CHIUDE IN ROSSO (-1,45%), TONFO DI TELECOM
Radiocor - La Borsa milanese chiude sui minimi di giornata appesantita dai realizzi e dalle prese di beneficio dopo i recenti rialzi. Il Ftse Mib archi via la seduta in calo dell'1,45% e il Ftse All Share dell'1,32%, con Milano che segna cosi' la peggiore performance in Europa. Nell'ultima settimana il Ftse Mib ha perso lo 0,235%, il Ftse All Share lo 0,08%. A fare da zavorra al listino milanese, i timori sul rischio Italia e il rialzo dello spread BTp/Bund a 246 punti base, che ha fatto scattare le vendite sui bancari: l'indice settoriale milanese segna un -1,95%, con le performance peggiori che sono state quelle del Banco Popolare (-3,88%) e di Ubi Banca (-3,64%).

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANOCATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

Maglia nera del listino e' Telecom Italia (-6,41%) che e' arrivata nel corso della seduta a perdere fino al 9% per poi risalire: prima della chiusura di Borsa una nota della societa' ha bollato come 'illazioni giornalistiche' le voci di un aumento di capitale in arrivo, quelle di dismissioni di asset e cambiamenti nella politica dei dividendi. Unici titoli in rialzo Atlantia (+0,55%), Eni (+0,39%) e Finmeccanica (+0,27%). Sul fronte dei cambi l'euro si conferma oltre 1,38 dollari e passa a fine seduta di mano a 1,3802 euro (da 1,3805) e a 134,406 yen (da 134,32), mentre il dollaro/yen e' a 97,375. Il petrolio (Wti) sale dello 0,44% a 97,54 dollari al barile.

Nell'ultima seduta della settimana hanno prevalso quindi i realizzi, mentre il mercato continua a interrogarsi sui tempi della riduzion e degli stimoli da parte della Fed. E gli indici europei non hanno beneficiato neanche del buon andamento di Wall Street, positiva grazie ai dati dei colossi Microsoft e Amazon. A Milano Telecom Italia ha perso il 6,41% dopo essere arrivata a lasciare sul terreno quasi il 9% sulle indiscrezioni circolate sul mercato su un aumento di capitale. Gia' in mattinata il titolo era in forte calo, sulla scia di altre indiscrezioni che ipotizzavano dismissioni di asset e il taglio dei dividendi. Prima della chiusura di Borsa la societa' ha diffuso una nota in cui bolla come 'illazioni giornalistiche' tutte queste voci.

banco popolarebanco popolare

Le vendite hanno colpito in maniera pesante i bancari, con il Banco Popolare in flessione del 3,88%, Ubi Banca del 3,64%, Bper del 3,05%, Mps del 2,79%, Bpm del 2,25%, Unicredit del 2,12%, Mediobanca dell'1,78%, Intesa Sanpaolo dell'1,10%. Realizzi su Mediaset che ha lasciato sul terreno il 3,37%. In forte calo Autogrill (-3,27%) all'indomani dell'accelerated bookbui lding del 9% del capitale da parte della famiglia Benetton.

I titoli sono stati collocati a 6,5 euro e chiudono oggi a 6,355. In calo del 2,89% anche Wdf a 7,735, anche qui il pacchetto del 9% e' stato collocato a 8 euro. In positivo solo alcuni titoli industriali e petroliferi come Atlantia (+0,55%), Eni (+0,39%), Finmeccanica (+0,27%) e Ansaldo Sts (+0,07%). Fuori dal listino principale Brembo ha perso il 3,94% a 19,5 euro, appena sotto al prezzo di collocamento del pacchetto del 3% da parte della famiglia Bombassei. In rialzo Moviemax (+19,2%) dopo la notizia arrivata ieri sera di un'offerta di acquisto vincolante per il 30% della societa'. Acquisti sulla Juventus (+4,16%) dopo l'accordo di sponsorizzazione con Adidas.

Paolo Scaroni AFPPaolo Scaroni AFP

2. ENI, IL GOVERNO VORREBBE METTERE SUL MERCATO IL 4%: NIENTE CESSIONI PER ENEL E FINMECCANICA
Da www.ilmessaggero.it - Il governo intenderebbe mettere sul mercato una quota del 4% dell'Eni, operazione che sarebbe in cima al programma di privatizzazioni. Lo afferma l'agenzia Bloomberg che a sua volta cita Reuters. Non ci sarebbe invece al momento l'intenzione, secondo le fonti vicine all'operazione, di cedere partecipazioni in Enel e Finmeccanica.

3. FITCH: ITALIA, CONFERMA RATING BBB+, OUTLOOK NEGATIVO
Radiocor - L'agenzia di rating Fitch ha confermato il rating sull'Italia BBB+ con outlook negativo. La conferma, si legge in una nota, deriva sostanzialme nte dai progressi nel consolidamento fiscale, dal fatto che la recessione iniziata nel terzo trimestre 2011 probabilmente terminera' nel secondo trimestre 2013 e il debito pubblico raggiungera' il 133% del Pil nel 2014, un anno dopo e con 3 punti percentuali in piu' rispetto a quanto previsto da Fitch nel marzo scorso. Tra gli elementi che hanno giocato a favore di una conferma, anche l'economia 'relativamente in salute, diversificata e ad alto valore aggiunto con moderati livelli di indebitamento privato'.

Inoltre, i rischi fiscali contingenti moderati del settore bancario, una posizione di budget sottostante vicina a quella necessaria a stabilizzare il debito governativo rispetto al Pil e un sistema pensionistico sostenibile supportano la fiducia nella solvibilita' a lungo termine dello Stato italiano'. Tra i rischi possibili, che confermano l'outlook negativo, Fitch cita il rischio che la situazione economica e fiscale non permetta il rientro del rapporto debito/pil dopo il picco del 2014 al 133%; uno stallo politico che paralizzerebbe le politiche economiche e fiscali portando al fallimento del rispetto del pareggio; un prolungarsi della recessione.

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4. TELECOM: -6,4% SU TIMORI AUMENTO, SARMI NELLA LISTA DEI 'PRESIDENTI'
Radiocor - Telecom crolla in borsa (-6,41% a 0,672 euro), con volumi doppi rispetti alla media (401 milioni di azioni) sulle voci di un aumento di capitale allo studio da 1,5-2 miliardi di euro, indiscrezioni che la societa' tlc precisa di non essere 'in condizioni di commentare'. Se l'operazione dovesse concretizzarsi, riferiscono i rumor, la proposta sara' portata al cda del 7 novembre, che dovra' discutere sul piano industriale, il possibile stop allo spin off della rete fissa e l'eventuale cessione degli asset sudamericani.

MASSIMO SARMIMASSIMO SARMI

Proprio sulla questione Brasile, secondo quanto appreso, si stanno muovendo i consiglieri indipendenti: nel caso in cui il cda optasse per la vendita, potrebbero chiedere la nomina di un advisor indipendente per valutare i pro e i contro dell'operazione e il prezzo congruo per la cessione. Intanto, il comitato nomine sta continuando a lavorare sulla rosa dei candidati alla presidenza Telecom: al momento, secondo quanto risulta a Radi ocor, sei sono i candidati in pole position, tra cui l'ad di Poste italiane Massimo Sarmi, mentre in consiglio arrivera' una short list, probabilmente di tre nomi, che pero' potrebbero non essere svelati. La relazione sulla corporate governance Telecom prevede, infatti, che i candidati indicati dal comitato dovranno essere esaminati da un 'team' di tre consiglieri, di cui uno indipendente.

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A quel punto ci sara' la scelta. In ogni caso, quello che emerge e' che il momento e' estremamente delicato, poiche' la situazione impedisce di garantire al candidato che potra' portare avanti la nomina anche il prossimo anno. Prima di Natale si terra' infatti l'assemblea chiesta dall'azionista Marco Fossati per revocare il cda ed eventualmente nominare un nuovo consiglio. Possibile quindi che nel caso in cui il numero uno di Findim, azionista di Telecom con il 5%, riesca a creare intorno a se' i consensi necessari per 'sfiduciare' l'attuale cda, l'assemblea dovra' votare almeno tre proposte , viste le ultime assemblee: quella di Fossati, di Telco e Assogestioni.

Nell'attesa, alla presidenza Telecom potrebbe essere prorogata la 'supplenza' di Aldo Minucci o, nel caso in cui quest'ultimo non lo ritenesse piu' compatibile con la presidenza dell'Ania, l'incarico andrebbe al consigliere piu' anziano, ovvero Jean Paul Fitoussi. L'indicazione su cui sta lavorando il comitato nomine, che dopo la riunione di oggi si incontrera' anche la prossima settimana e il 6 novembre, e' quella di una separazione dei poteri tra presidente e amministratore delegato: in sostanza, una sorta di presidenza alla Galateri. Al momento tra i candidati vi sono nomi di grandi manager, ma anche una figura piu' di garanzia.

LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANOLA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO

5. BPM: BOTTA E RISPOSTA CDS-CDG SU CONSULENZE, 3,2MLN PER SPA E AUMENTO
Radiocor - Si apre un nuovo fronte di tensione tra il consiglio di sorveglianza e il consiglio di gestione della Banca Popolare di Milano. Argomento del nuovo botta e risposta, secondo quanto emerge dai documenti consultati da Radiocor, sono i costi dei consulenti esterni, con un'attenzione particolare a quelli assoldati per il progetto di trasformazione in spa, poi naufragato, e per l'annunciato aumento di capitale. Un documento dell'audit interno, richiesto dal cds, quantifica in 43 milioni il budget per consulenze nel 2013, in aumento del 28,6% rispetto ai 33,6 milioni del consuntivo 2012 (cifra inferiore di 5 milioni al budget previsto per quell'anno).

Rispondendo a una richiesta specifica della sorveglianza, l'audit quantifica poi in almeno 3,2 milioni (il 7,5% del totale) i soldi spesi al 30 giugno in consulenze relative al progetto di trasformazione della banca in spa (il cosiddetto progetto Ovidio) e, in parte, all'aumento di capitale da 500 milioni che dovrebbe arrivare sul mercato a inizio 2014. Il cds ha chiesto conto al cdg di queste cifre, ottenendo in risposta una lettera, datata 24 ottobre, del consigliere delegato Piero Montani. Il banchiere sottolinea che 'le disfunzioni e le problematiche rilevate' dall'audit nella gestione delle consulenze sono 'non significative' e rivendica la correttezza dell'operato della banca.

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6. SERRAVALLE: PROVINCIA LANCIA NUOVO BANDO A 4 EURO, POSSIBILI RIBASSI
Radiocor - E' pronto il nuovo bando per la vendita del 52,9% della Milano Serravalle in mano ad Asam, holding della provincia di Milano. Il documento, di cui Radiocor e' in grado di ricostruire i punti salienti, verra' sottoposto martedi' prossimo al Consiglio provinciale e prevede un prezzo ridotto da 4,45 a 4 euro per azione, per complessivi 380milioni; inoltre verranno 'ammesse anche offerte al ribasso'. Anche se, in quest'ultimo caso, la vendita avverra' previo via libera del cda di Asam e del Consiglio provinciale.

PENATIPENATI

L'ammontare potra' essere incassato anche ratealmente, ma almeno 195 milioni andranno corrisposti entro fine anno ad Asam, poiche' quest'ultima (con parte dell'incasso) deve rientrare dai debiti bancari su cui ha sforato i covenant. In caso di bando deserto (e sarebbe la terza volta negli ultimi 12 mesi visti i significativi impegni di capitale richiesti dalla controllata Pedemontana), si procedera' al collocamento delle azioni di Serravalle su l mercato borsistico: un'ipotesi auspicata da Pd in sede di dibattito assembleare. Infine, il bando - che vede Carmen Zizza, numero uno di Asam, come responsabile unico del procedimento - prevede che la Provincia di Milano conservi una sorta di 'golden share' fino alla conclusione di Expo 2015. Ovvero: l'Ente manterra' un'azione della Serravalle che gli garantira' due membri del cda (su sette) e un sindaco effettivo del collegio sindacale.

GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTIGIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI

7. INTESA SP: GUZZETTI, IMPATTO SU DIVIDENDO DA BCE? SONO OTTIMISTA
Radiocor - 'Mancano ancora due mesi, io sono ottimista, pero' bisogna vedere'. Lo ha affermato il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti rispondendo a chi gli chiedeva se si aspettasse che gli stress test annunciati nei giorni scorsi dalla Bce possano avere un impatto sulla cedola di Intesa Sanpaolo. Guzzetti ha poi precisato che 'non abbiamo nessuna idea, su queste cose sono i manager che decidono, altrimenti poi scrivono che noi interferiamo'.

8. FONSAI: ASSEMBLEA SOCI APPROVA FUSIONE CON UNIPOL
Radiocor - L'assemblea dei soci di Fonsai ha dato il via libera a maggioranza alla fusione con il gruppo Unipol. Ha votato a favore il 96,60% del capitale pr esente, pari il 62,46% del capitale sociale complessivo.

 

 

 

 

 

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