Paolo Levi per www.lastampa.it
Questa volta non si tratta di piccanti festini a luci rosse e neanche delle accuse di stupro all’Hotel Carlton di New York ma di un complesso affaire finanziario e un buco da cento milioni di euro. L’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn torna nel mirino della giustizia. Secondo quanto rivelato da radio France Inter e Le Parisien Magazine, la procura di Parigi ha avviato un’indagine preliminare per “truffa” e “appropriazione indebita”. Motivo?
La sospetta gestione della Leyne Strauss Kahn & partners (LSK) società finanziaria lussemburghese da lui presieduta. Dsk voleva farne un fondo d’investimento da due miliardi di dollari. Ma tutto andò storto e nel novembre scorso - appena qualche settimana dopo il suicidio a Tel Aviv del suo fondatore franco-israeliano Thierry Lane - venne dichiarato il fallimento. Quanto a Strauss-Kahn lasciò la presidenza pochi giorni prima della tragica morte dell’associato.
Alla base del nuovo fronte giudiziario che torna a colpire l’economista francese c’è la denuncia di due uomini d’affari. Uno di questi è Jean-Francois Ott, che ha perso i 500.000 euro da lui investiti. La seconda arriva da un ex banchiere macedone. La finanzia deve stabilire come siano spariti i 100 milioni reclamati da ben 156 creditori internazionali. LSK era un fondo speculativo che si appoggiava su una rete di filiali denominate Assya, che nel solo Lussemburgo gestiva il portafoglio titoli di 500 clienti, fra cui magnati dell’industria e della finanza.
Thierry Lane E dominique strauss kahn
Dsk ne assunse la guida a fine estate 2013, quando già perdeva 13 milioni di euro. Bollette telefoniche, corrente elettrica, cancelleria...all’epoca le difficoltà di pagamento riguardano anche le spese più banali, gli stipendi vengono pagati in ritardo, i dossier-clienti risultano incompleti, sistemati in fascicoli di carta, quando tutto dovrebbe essere informatizzato.
“Al posto di piazzare i soldi degli investitori sul mercato - spiega l’inchiesta giornalistica - Assya Luxembourg supera i limiti del suo mandato investendone una parte in azioni ’di casa’. In pratica riacquista i titoli delle sue filiali per gonfiarne artificialmente il valore”. Si bruciano così 100 milioni di euro e 150 creditori, tra cui il fisco lussemburghese, cominciano a battere cassa.
Dopo il suicidio di Thierry Leybe, Dsk spiegò che il suo associato aveva contratto una “serie di prestiti eccessivi” che “non potevo accettare”. Per questo decise di dimettersi dalla guida del gruppo. Questo nuovo affaire giudiziario arriva in un momento in cui per Dsk le cose si stavano mettendo decisamente meglio.
Dopo l’assoluzione nel processo sul presunto giro di squillo all’Hotel Carlton di Lille, l’acronimo più famoso di Francia si stava ricostruendo una nuova vita, anche da consulente economico del governo serbo. “Jack is Back”, scrisse nel suo primo tweet. A settembre, nel corso di una serata con alcuni noti blogger escluse comunque un suo ipotetico rientro in politica. “A meno che non mi ritrovi un milione di sostenitori sotto casa”, disse con malizia. Uno scenario che oggi pare ancora più impossibile.