MARZOTTO ALLE CAYMAN? - SECONDO IL GIP, I PROFITTI DELLA VENDITA DEL GRUPPO VALENTINO AGLI EMIRI SONO FINITI NEL PARADISO FISCALE - TRA I 65 MILIONI € SEQUESTRATI A MARZOTTO E DONà DELLE ROSE, IMMOBILI A CORTINA PER 3 MLN € - LONGO E GHEDINI: “LA PROCURA HA PRESO UN ABBAGLIO, LE PLUSVALENZE SONO STATE DICHIARATE E TASSATE IN EUROPA”…

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1 - GRUPPO MARZOTTO; GIP, PROFITTO EVASIONE ALLE CAYMAN
(ANSA) - L'intero profitto realizzato nell'affare Valentino Fashion Group, compresa la parte "guadagnata con l'evasione fiscale" sarebbe stato trasferito alle Isole Cayman. E' quanto si evince dal decreto che dispone il sequestro per equivalente di beni per 65 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta con al centro la vendita delle quote di VFG, per cui gli indagati (alcuni membri della famiglia Marzotto e Donà Delle Rose) secondo l'accusa avrebbero realizzato una plusvalenza di 200 milioni di euro, ottenuta in Lussemburgo senza pagare tasse pari a 65 milioni.

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"Ogni eventuale e residuo dubbio - scrive il gip Gianfranco Criscione nel decreto che dispone il sequestro per equivalente - in ordine all'opportunità del sequestro, infine, è fugato dalle vicende successive al 16.05.07, che - come s'é visto - si sono sostanzialmente risolte nel 'trasferimento' alle isole Cayman dell'intero profitto che la Igc realizzava nell'affare VFG, ivi compresa la parte di tale profitto 'guadagnata' con l'evasione fiscale in esame". Circostanza che, per il gip "costituisce un chiaro e significativo indice del pericolo che gli odierni indagati possano trasferire all'estero almeno parte dei propri beni, oppure compiere altre operazioni finalizzate all'elusione dei rispettivi obblighi tributari".

2 - GRUPPO MARZOTTO;GIP,SOCIETA'CREATA AD HOC PER ILLECITO
(ANSA) - "La IGC è stata creata nel giugno 2006 e, una volta venduta la partecipazione in VFG (Valentino Fashion Group, ndr) e 'svuotata' del corrispondente prezzo, è stata ceduta e posta in liquidazione nei primi mesi del 2009, dimostrando così come il suo utilizzo sia stato fin dal principio preordinato al trasferimento in Lussemburgo delle plusvalenze derivanti dalla cessione delle partecipazioni VFG omettendo così di dichiarare tale reddito in Italia".

E' quanto si legge in un altro passaggio del decreto che dispone il sequestro per equivalente di beni per un valore di 65 milioni di euro, disposto dal gip Gianfranco Criscione su richiesta dei pm Laura Pedio e Gaetano Ruta nell'ambito dell'inchiesta relativa ad una presunta omessa dichiarazione dei redditi che vede tra indagati alcuni esponenti della famiglia Marzotto e Donà Delle Rose.

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3 - GRUPPO MARZOTTO, SEQUESTRI A CORTINA PER 3 MLN EURO
(ANSA) - Vi sono una porzione di villa e tre appartamenti a Cortina d'Ampezzo, più tre garage, tra gli immobili della famiglia Marzotto inseriti nel provvedimento di sequestro preventivo disposto dalla magistratura di Milano. La Guardia di finanza cortinese, secondo quanto si è appreso, ha depositato il provvedimento al catasto del Comune, per un valore catastale complessivo di circa 3 milioni di euro. La disposizione è valsa per una porzione di villa di 28 vani complessivi 28 vani (valore catastale 600 mila euro), due appartamenti per un totale di 23 vani nel centro cortinese (uno del valore catastale di 600 mila, l'altro di un milione 200 mila euro) e un altro di stanze (240 mila). Sommati a questi anche i tre garage di pertinenza.

4 - FISCO: GRUPPO MARZOTTO; LEGALI, SEQUESTRO INFONDATO
(ANSA) - Un sequestro "infondato" e un' ipotesi di soldi finiti alle Cayman "frutto di un evidente sbaglio". Lo affermano gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini a proposito dell'operazione della Guardia di Finanza nei confronti del gruppo Marzotto. Riguardo al sequestro disposto dalla Procura di Milano "in relazione a una asserita evasione fiscale nei confronti di alcuni esponenti del gruppo Marzotto, si rileva - sottolineano i due legali - come tale decisione sia del tutto infondata. Vi sono già agli atti numerose consulenze e precisa documentazione attestanti l'avvenuta regolarità delle operazioni compiute, assolutamente appalesate al mercato e alle autorità di controllo".

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Inoltre, proseguono, "come risulta dalla documentazione bancaria, le plusvalenze derivanti dall'operazione sono state puntualmente dichiarate, assoggettate a tassazione e rimaste pacificamente nell'ambito dell'Unione Europea e, in particolare per la massima parte proprio in Italia. L'ipotesi quindi che fondi siano stati inviati alle Isole Cayman - concludono Longo e Ghedini - è frutto di un evidente abbaglio".

 

 

 

 

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